Tribù degli Sciamani

Introduzione

Fondata nell’Anno VIII - Mese 8° - Giorno 14° da Lord Furion, la Tribù degli Sciamani si presenta oggi come una Gilda di allineamento Neutrale, a carattere Mistico.

Le radici mistiche sono da ricercare nell’incontro diretto con gli Spiriti, presenti in ogni componente della Natura, dal sasso all’essere vivente. Un legame primordiale, il metodo naturale, spontaneo, di guardare la realtà, quello che abbiamo ancora da bambini prima che i dogmi della civiltà e della cultura lo reprimano, tale da rendere lo Sciamanesimo una forma spirituale tra le più antiche esistenti.

Lo Sciamano nel Granducato

Isolati a Nord, oltre il Valico Ghiacciato, lontani dalla frenesia del Granducato ma più vicini a tutti i loro Spiriti, gli Sciamani cercano di raggiungere le quattro Virtù per poi diffonderle all’intera popolazione. Alla base della vita di ogni Sciamano ci sono la ricerca dell’Armonia, dell’Equanimità, della Serenità a tal punto da guadagnare quel senso di Pace Interiore per essere delle persone migliori.



 

E’ difficile, per non dire impossibile, trovare il dolore altrui quando il proprio animo non è puro. Per questo è necessario distanziarsi dalle realtà illusorie della civiltà, dai pregiudizi, dal materialismo e rafforzare il proprio animo interiore per poter riuscire a vedere la Realtà delle cose; questo il fine ultimo di coloro che percorrono il Sentiero della Retta Visione.

Ogni malattia, ogni malessere fisico, non è condizionato solo da uno disfunzione degli organi, ma può dipendere spesso anche da uno squilibrio energetico. L’intervento degli Sciamani, noti per questo con l’appellativo di Guaritori dello Spirito, coloro che seguono il Sentiero del Retto Rammemoramento, è la purificazione dello Spirito per riportare Armonia nei centri energetici dell’individuo ed aiutarlo così a curare il suo disturbo.

Questi i presupposti per potersi elevare spiritualmente e seguire il Sentiero del Retto Agire, dopo aver affinato tutti i precetti della dottrina degli Sciamani poterli mettere in pratica per cercare la Verità con la pratica della Rabdomanzia. Una delle tre Arti della Tribù, la più concreta ed intuitiva, legata all’istinto.

Oltre a tutto ciò, diversi sono i rituali più comuni e più noti degli Sciamani, quali il Ritorno alle Spoglie e il Rito d’Unione, ed altre danze ritualistiche di buon auspicio.

Il villaggio sciamanico

Stanziati in origine ai Pinnacoli, hanno intrapreso il viaggio, assieme ai Barbari, che li ha spinti fino a qui, a Nord del Valico Ghiacciato. Un luogo che gli è stato riconosciuto dal Grande Spirito per aver saputo affrontare tutti assieme la sfida del viaggio.



 

Illuminate dai riflessi di Luri, e dai piccoli fuochi sparsi, ho potuto scorgere alcune tende, e proseguendo a piedi verso Nord-Ovest, altre tre coniche decisamente più grandi: la Tenda dei Precettori, la Tenda dell’Anziano Guru e la tenda dell’Anziano del Consiglio.

Superate queste, abbiamo raggiunto il centro del villaggio, dove s’innalza, maestoso, il Grande Totem, rappresentante il Grande Spirito, e il grande Falò, intorno al quale tutta la Trbù si riunisce. Altri Dodici Totem, uno per ogni Spirito Guida, si levano disegnando un ampio cerchio, abbracciando l’interezza del campo, a segnarne un ipotetico confine spirituale.

Ad Ovest, la struttura su due piani della Capanna del Consiglio, che ospita la sala comune al piano inferiore, e gli appartamenti del Nagual al piano superiore, ad Est il Magazzino e le Stalle, a Nord-Est l’Altare in pietra della Ruota della Medicina. Oltrepassando la Ruota, e spingendosi ancora a Nord, si intravedono i sempreverdi che delimitano il campo, un Pozzo, e accanto a questo, quasi immersi nella macchia verde che cresce sino alla palizzata, i Campi che la Tribù coltiva.


La Gerarchia

L’anzianità ed il bagaglio di conoscenze ed esperienze differenziano i vari ruoli all’interno della Tribù, caratteristiche per le quali si deve portare Rispetto verso coloro che rivestono un incarico più alto. Ciò nonostante l’atmosfera che si respira all’interno del Villaggio, è quella di una Confraternita più che quella di un Ordine, ligio e severo nelle proprie regole.


La Rabdomanzia

Per parlare di quest’Arte mi affiderò alle parole di colui che allora era noto come Ragno d’Argento, Sciamano Rabdomante, che ebbi il piacere di incontrare nei mesi passati assieme al Guardiano Isilr e all’Adepto guardiano Edrond.

Il culmine del sentiero del Retto agire, della ricerca della Verità, è la Rabdomanzia. Una Verità che non è da intendersi come l’accezione comune del termine tra due o più diverse teorie da valutare, ma una Verità concreta e tangibile. Una vertità che, dallo stesso Rabdomante è stata definita come “ ciò che è ignoto e sconosciuto, che diviene noto ed è libero da qualunque illusione, perché ciò che gli Spiriti permettono di vedere è il vero, e nient`altro.”

La Rabdomanzia, mediante il potere che gli Spiriti concedono, permette di scoprire ove si trovano oggetti, persone, ma anche vie e percorsi attraverso luoghi altrimenti impervi o sconosciuti. Potrebbero sembrare ricerche banali ma sarà facile cambiare opinine quando queste riguarderanno i propri cari o degli oggetti importanti, scomparsi o sottratti, così come scoprire una fonte d’acqua in mezzo al deserto.

Un compito che potrebbe diventare più facile qualora lo Sciamano potesse entrare in possesso di qualche oggetto legato alla fonte della propria ricerca, utile a interpretare le immagini metaforiche o i simboli che gli Spiriti permettono di vedere. Se l`oggetto della ricerca non vuole essere trovato, gli Spiriti manterranno il segreto, rispettando il volere di ciò che si sta cercando.
“Gli spiriti non hanno limiti. è la nostra comprensione che ne ha, purtroppo. E la capacità interpretativa si sviluppa con l`esperienza, e null`altro.” (cit. Ragno d’Argento)

Il Grande Spirito, gli Spiriti Ancestrali e gli Spiriti Guida

Al centro del villaggio degli sciamani, ai piedi del Grande Totem e circondati dagli altri Dodici, mentre ci vengono illustrati e spiegati ad uno ad uno, sembra facile trovare quel legame empatico che contraddistingue gli Sciamani.

Il Grande Spirito, è un`entità impersonale e da lui discendono ed attingono forza i Cinque Spiriti Ancestrali: Uccello di Tuono, Falco Rosso, Smilodonte, Archelon e Mammuth. Questi sono ovunque, ma allo stesso tempo sono invisibili.

A differenza dei primi, gli spiriti guida fanno parte dell’individuo e si manifestano solo se Egli è predestinato a seguire la Retta Via.



 

E’ presuntuoso pensare di poter spiegare, in poche righe, ciò che uno Sciamano studia in alcuni mesi ed è sicuramente impossibile trasmettere quel legame che si instaura e che solo Egli può vivere. In modo riduttivo e stringato, al solo intento di invogliare ad approfondire i lettori, proverò ad illustrare i Dodici Totem, così come sono stati spiegati a me.

La tartaruga è l`incarnazione della terra e proprio con la sua lentezza e la sua calma funge da monito alle scelte avventate. Favorisce il radicamento, invitando a rimanere con i piedi per terra.

Il Falco, il messaggero tra il mondo terreno e quello degli Spiriti. Simboleggia l’audacia e la determinazione, e una buona dote d’osservazione.

Il Porcospino, animale pacifico ed amichevole, impersonifica fede e fiducia. E’ l’innocenza del bambino.

Il Lupo è il Maestro, colui che è in grado di condurvi ad incontrare il vostro Maestro interiore. Con la sua forza dell`inconscio e l`energia spirituale si congiunge alla luna, traendone conoscenza.

L`Orso, con il suo letargo è simbolo di introspezione. Il suo silenzio ci insegna a riflettere su noi stessi, la sua forza a raggiungere il nostro scopo.

Il Pipistrello è simbolo di rinascita. Raffigura la morte simbolica che deve sperimentare lo Sciamano, affrontando le sue paura e incontrando sé stesso per poter rinascere come uomo nuovo.

Il Serpente, con la muta della pelle, è simbolo del ciclo di nascita, vita, morte e rinascita. E’ raro trovare uomini con l’Energia del serpente. Indica la necessità di rinnovamento per la realizzazione di se’ stessi.

Il Puma è la forza pura. I movimenti sinuosi del suo corpo possono farci comprendere come corpo, mente e spirito possano essere portati in uno stato di completa armonia. Coraggio e sicurezza.

Il Cervo è l`impersonifìcazione dell`amicizia e dell`amore incondizionato. Nelle chiazze del suo mantello l’equilibrio tra bene e male.

L`Aquila è l`impersonificazione della forza divina ed ha una visione d`insieme di tutte le cose, grazie al suo volo ad alte quote.

La Volpe, la destrezza, la velocità e la prontezza di spirito. Uomini con questa forza sono ottimi osservatori e sanno passare inosservati.

Il Ragno simboleggia l’infinito, la grande varietà e le innumerevoli possibilità del creato. Ogni essere è responsabile degli eventi della propria vita e che è essenziale non perdersi nelle illusioni dei propri sensi.


Frammenti di storia

Un legame, quello con gli Spiriti, che esiste in ogni individuo fin da prima della nascita, tavolta spezzato quando si cede alle difficoltà della vita, ed altre volte riscoperto a distanza d’ anni. E’ questa la Storia che si racconta di Lord Furion, di colui che, prima Druido, fondò la Tribù degli Sciamani, sotto l’indicazione del proprio Spirito Guida che gli mostrò la Via da seguire, la Retta Via lungo la quale cercare altri Adepti, coloro che mantennero vivo il legame con gli Spiriti Guida.

La storia della Tribù (documento fornito dal Nagual degli Sciamani Freya)

-1- IL CONCEPIMENTO DI POLINIUM

In una notte, quattrocento anni prima della fondazione di Lot,
Talisia degli Elfi Oscuri, confessò a Thalanthas degli Elfi Alti:

“Da bambina solevo giocare tra le ombre del bosco di frassini all‘interno del quale sorge il mio villaggio, mi recavo sempre ad una fonte nel folto del bosco, lì lo spirito della fonte si mostrava a me e giocavamo insieme. Spesso mi raccontava di storie incredibili, di guerrieri, draghi e dei mondi che stanno dietro le acque, stavo ad ascoltarla per ore. Un giorno poco prima che compissi l‘età adulta e cominciasse il mio addestramento, mi parlò solennemente –Bimba mia- mi disse -questa è l‘ultima volta che ci vediamo, tu conoscerai gli orrori della guerra, il dolore e la disperazione. Non posso rivelarti tutto ciò che so, ma la pace tra i due popoli elfici verrà e anche tu a tuo modo ne sarai l’artefice. Tu conoscerai l‘elfo dei due serpenti, egli sarà il tuo amore… Addio, e che gli Spiriti siano con te- Questo mi disse e oggi vedo i serpenti sul tuo petto, a quelli devi la vita.”

Due destini legati da un profondo amore, ma costretti al dolore da due razze inconciliabili. Decisero infatti di fuggire dalle loro Tribù e trovare protezione presso il Clan degli Stregoni, lo stesso dal quale sappiamo derivare gli odierni Stregoni, Druidi, Maghi e Sacerdoti.
Grazie alla saggezza del Grande Maestro Rabal e alla preparazione sostenuta con il Demone Bansegoth, Thalanthas e Talisia divennero potenti Sciamani, fondendo le capacità elfiche con gli insegnamenti da poco appresi. Presto i due innamorati misero al mondo un bimbo, ricordato con il nome di Polinium, che nella antica lingua degli Elfi significa “figlio dei popoli”. Ma le famiglie dei due sposi, infuriate per la loro fuga e venute a sapere che le segretissime tradizioni elfiche erano state svelate a terzi, prepararono un viaggio congiunto al fine di vendicarsi.
Thalanthas e Talisia, insieme con il piccolo Polinium, si ritrovarono di nuovo a fuggire, questa volta verso i Monti delle Nebbie. Kadran, stregone corrotto dagli Elfi, guidò gli stessi fino a raggiungere i due fuggiaschi.
Solo il sacrificio del padre ed il forte incantesimo in sua protezione, riuscirono a salvare il bimbo, nato e cresciuto per divenire potente Sciamano presso una tribù di Elfi Silvani, dall’altro lato delle montagne.
Gli Elfi invasori vennero castigati e decimati dai poteri di Rabal, fin quando accettarono di riconoscere l’autorità del Clan degli Stregoni.

Da “L’origine delle Caverne”:

“…si sa che gli elfi sono un popolo strano e settario e proprio loro sembra che incoraggiarono la divisione degli stregoni in una moltitudine di altre classi: maghi, streghe, sciamani, druidi, sacerdoti, sotto l`influenza delle correnti religiose che arrivavano dalle lontane città in cui tutto ciò era già avvenuto da tempo.”

Così racconta la leggenda.

-2- CONTRO LA “VOCE DELL’OSCURO”

Nei silenzi dell’anima di ogni essere, oltre gli affetti e i dolori, laddove solo uno Sciamano può indagare i mutamenti e i turbamenti del cuore e della mente, dicono di aver sentito una voce nera, che strozza il fiato e annebbia i sensi.
Esso è l’incantesimo “Voce dell’Oscuro”

Dopo che Rabal dispose quanto doveva essere, cioè che gli Elfi vivessero insieme sotto il controllo dei grandi Stregoni,
la popolazione si stanziò ai piedi dei Monti delle Nebbie, in villaggi sparsi, ove serpeggiavano gelido vento e sussurri malefici. Alcuni tra gli Elfi approfondirono il culto di Madre Natura, altri quello della Dea, altri scoprirono la Trama, altri ancora, fedelissimi al Grande Maestro, fecero propri gli insegnamenti di stregoneria.
Due Tribù, più lontane rispetto alle altre, costruirono i loro villaggi proprio sul pendio dei Monti. Gli uni si applicarono nell’approfondire pratiche sciamaniche malvagie, gli altri invece, forse il popolo prediletto dallo Stregone Rabal, scoprirono la potenza dello Sciamano che non spreca le sue capacità correndo verso fini estremi, ma che con grande saggezza, controlla la sua mistica essenza.
Gli Sciamani Neri trascorsero la loro esistenza, di generazione in generazione, alla ricerca di un potentissimo incantesimo, che la leggenda raccontava fosse la “Voce dell’Oscuro”.
Gli Sciamani di Rabal invece, vissero sognando di oltrepassare i Monti delle Nebbie, alla ricerca di colui che nacque Sciamano, colui che avrebbe dovuto guidarli alla città nuova, ad una vita serena e sedentaria: questi era Polinium, figlio di Thalanthas e Talisia.
Era giunto il momento di riscoprire le proprie radici, il momento di rafforzare la Tribù del Nagual, attraverso gli insegnamenti e il verbo del Grande Polinium.
E’ quel momento non tardò ad arrivare…
Un gruppo di tre elfi, uno per ogni famiglia della Tribù, una mattina all’alba, quando Natura desta i suoi figli, e altri ne addormenta, prese il passo della Montagna, diretto a raggiungere il loro obiettivo, diretto a conoscere il volto dell’ “Eletto”. Tuler il Rabdomante, Atelas il Cacciatore delle Ombre e Fangel il Guaritore, cominciarono il loro cammino.
In poco tempo, spinti dalla forte responsabilità, oltrepassarono i Monti delle Nebbie.

-3- LA TRIBU’ DEGLI SCIAMANI NAGUAL

Lunga è la tradizione degli Sciamani, esseri in grado di leggere le pagine di una qualunque anima turbata, così come sfogliare un libro. La quiete che inonda il loro agire è figlia di una incredibile potenza interiore, come se in una vivessero due vite…e forse non è contraddittorio affermare che di una duplice essenza è composto l’essere Sciamano, in un unico corpo di carne vivono in somma armonia l’anima dello Sciamano ed il suo Spirito Guida.

Codesto è il Nagual, il duplice essere, lo Spirito Guida che ci indica come camminare, pensare, soffiare il primo e l’ultimo respiro… la compenetrazione ultima tra individuo vivente e Spirito Guida…egli è colui che maggiormente è vicino al Grande Spirito, l’infinita essenza che accoglie e unisce a se gli Spiriti della Natura che abbandonano il mondo della realtà sensibile.

Gli Elfi Nagual delle montagne, progredirono incredibilmente nelle tecniche specifiche di uno Sciamano, e quasi involontariamente, le tre famiglie della Tribù si specializzarono in tre diversi rami: la Retta Visione, il Retto Agire e il Retto Rammemoramento.

Il primo è di quegli Sciamani che sostengono i dolori dell’anima, conducendo il colui che è preda degli inganni del mondo e del reale al giusto modo di vivere, concepire e comprendere la realtà nella sua totalità. Conoscono ogni strada della città dello Spirito, ogni meandro più nascosto. Evitano i sentieri del fuoco dell’odio e del caos, ed indicano quelli della serenità e della chiara comprensione…tale è il Sentiero della Retta Visione.

Il secondo nacque da quegli Sciamani che, in solitario vivere, raggiunsero una totale immersione della corporeità nello Spirito, inibendo i propri sensi fisici al fine di acquisire la capacità di vedere e percepire, ove occhio normale non vede ed ove mano inesperta non riesce a percepire…tale è il Sentiero del Retto Agire.

Il terzo è di tutti il ramo che più è rimasto legato alla realtà sensibile, poiché è anche utilizzando il reale che i Guaritori, leniscono le pene dell’animo e, di conseguenza riflessa, del corpo. Costoro conoscono e scrutano l’animo in ogni suo meandro e si prodigano per curarne gli stati di alterazione, riportandolo alla condizione ideale di pace interiore…tale è il Sentiero del Retto Rammemoramento.

Grande armonia regnava nella Tribù, che accolse con gioia e con speranza la partenza dei tre capostipiti delle tre famiglie: Tuler, Atelas e Fangel.

Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che, allontanatisi gli Sciamani guida di quel villaggio elfico, i fratelli malvagi della Tribù dei Neri ne avessero approfittato per sferrare un feroce attacco, trovando la giusta occasione per mettere in pratica l’incantesimo che bocca prudente non avrebbe osato pronunciare : “ la Voce dell’Oscuro”.

Fu un massacro, poiché immensa è la potenza degli Sciamani, specie se esperti di arti oscure. Dai più anziani ai più giovani, gli Sciamani del Nagual furono uccisi. I pochi superstiti, conservarono nel più profondo dell’anima gli effetti di quell’incantesimo, terrorizzati negli occhi e nel cuore.
-“Oscurità e Maleficio!”- sussurravano le loro voci tremanti.
Incanti e leggende che hanno preso recentemente verità nella pergamena ritrovata nella tomba di Hotalth, padre di Honorius.
Così si legge:

“Oscurità

Lo Sciamano sviluppa numerosi incantesimi legati con il potere delle tenebre, i cui effetti variano da potentissimi attacchi a base d’energia negativa all`evocazione d’immonde creature infernali, da mortali dardi malefici al totale controllo delle ombre e del buio.

Se viene invocata una freccia avvelenata che colpisce un astante, il diretto interessato viene colpito dalla freccia.

Ma anche muri d’ombre, vista sensibile al buio oppure insensibile alla troppa luce, elementali di tenebra e cecità della vittima.”

(da “L’invasione degli Orchi; L’incantesimo Voce dell’Oscuro”)

“Maleficio

Si castano incantesimi a lungo termine legati alle maledizioni ed ai sortilegi, i cui effetti variano dalla perdita della memoria all`estirpazione dell`anima, dalla trasformazione in orride creature, al bando in una dimensione dimenticata.

Se lo Sciamano tocca qualcuno invocando il nome di Honorius il corpo di questo può lacerarsi di piaghe, congelarsi, dilaniarsi dal dolore, cambiare forma, prendere a fuoco, fare in modo che la natura si accanisca contro di lui oppure fargli perdere i ricordi.”

(da “L’invasione degli Orchi; L’incantesimo Voce dell’Oscuro”).

Molti confratelli appartenenti alla Tribù del Nagual, sgomenti per l’orrore che videro, giurarono di combattere gli Elfi Neri per tutte le generazioni che si sarebbero succedute. Tuttavia, tra i sopravvissuti vi fu chi riuscì a placare gli animi più turbati rammentando che se ci si lasciava accecare dal risentimento e dall’odio altro non si faceva che continuare a perdurare una faida insensata che avrebbe creato solo eterni conflitti senza condurre a soluzioni definitive... ciò che realmente contava è agire prendendo atto della situazione ma senza mai lasciarsi soggiogare da ciò che è accaduto.

La spedizione guidata da Tuler, Atelas e Fangel, i massimi esponenti dei 3 Sentieri Sciamanici, non tardò a rivelarsi fruttuosa…dopo un lungo peregrinare e dopo aver congiunto i propri poteri all’unisono scoprirono ove risiedeva Polinium. E lo videro….lo trovarono profondamente mutato….almeno così percepirono il suo potere che pareva essere accresciuto oltre ogni previsione.

I 3 Sciamani compresero immediatamente che non era il Polinium che conoscevano, ben presto percepirono un enorme potere provenire da lui e dal suo Spirito Guida. Polinium s’avvicinò a loro e a loro rivolse la parola: “Tutto ciò che avevo visto nei miei sogni lentamente si sta avverando…molto presto giungerà il momento in cui dovrò dire addio a tutti voi, poiché tale è il sacrificio per debellare la piaga generata dalla Voce dell’Oscuro, dunque prestate ascolto a quanto sto per dirvi: presto la battaglia raggiungerà il suo apice ed entro breve cesserà. Noi tutti finalmente potremo vivere giorni sereni…quindi preparatevi per affrontare la più dura delle battaglie: quella contro i nemici esterni e i mostri che albergano nella nostra anima”

“Se ben comprendo” Prese parola Atelas “è opportuno che ci seguiate e che torniate nel nostro insediamento affinché il vostro retto verbo rischiari la mente di coloro che ancora nutrono sentimenti di vendetta e li liberi dal circolo vizioso dell’eterno conflitto”. “Farò ciò che è opportuno”. Breve e serena fu la risposta del Nagual Polinium, e fu così che s’incamminarono sulla via del ritorno ad annunciare la novella.

Giunti a destinazione fu grande la gioia dei Supersiti e in breve tempo, il sentimento rancore sparì dai loro animi: ciò che subentrò fu una chiara presa di coscienza che se volevano vincere tale battaglia dovevano vincere i sentimenti di ostilità che albergavano nella controparte; sentimenti che dovevano essere assolutamente debellati al fine di portare la pace tra i 2 schieramenti. Il giorno dopo fu indetta una spedizione la cui meta era al di là dei monti, luogo ove fu ucciso il padre del Nagual.
Tuttavia ben presto si avvertì il potere della tribù Nera e persino la terra su cui poggiavano parve tremare dinanzi alla “Voce dell’Oscuro”….la nera Tribù non tardò a palesare il suo potere non appena percepì la presenza del Nagual e dei superstiti…Il Nagual però non si fece cogliere impreparato, e, forte della sua esperienza ascetica maturata all’interno di impenetrabili foreste e recondite caverne esorcizzò tale pernicioso incanto, epurando anche l’ambiente circostante.
Ai superstiti alleati del Nagual toccò un compito altrettanto arduo, ossia purificare gli animi della Tribù Nera affinché tornassero a vedere con gli occhi della mente libera e non ottenebrata da una cieca ostilità razziale culturale.

-4- LA RINASCITA DELLA TRIBU

“Che questa terra un tempo martoriata dalla violenza e dal conflitto possa or essere testimone della nuova e rinata tribù. Che non vi siano distinzioni di razza, cultura od origine, che tutti possano essere chiamati Fratelli” Questo fu il volere dell’Eletto: il Primo Nagual Polinium. Tale volere ben presto divenne tacita legge ed entrambe le tribù si unirono sotto la sua guida. Ciascun Sciamano mise al servizio della Tribù le proprie conoscenze, le proprie esperienze culturali per la rinascita della tribù. Non vi fu mai obbligo ad aderire alla nuova tribù e alcuni Sciamani rinnegati decisero di abbandonare tale luogo, e presi da cieco furore, decisero di mettere al servizio del nemico giurato del Granducato, Honorius i propri poteri, dunque abbandonarono i monti per trovar rifugio nelle terre di Honorius, dove vendettero la loro anima per la loro insaziabile sete di vendetta.

Fu così che il Granducato conobbe la furia di coloro che si appellarono come Sciamani di Honorius: individui corrotti nel corpo e nello spirito, capaci di compiere le azioni più aberranti.

Nel scoprire di questo loro tradimento la Tribù decise quindi di stanziarsi all’interno delle mura del Granducato…li incontrarono gl’individui più disparati: e nonostante l’iniziale diffidenza molti cittadini del Granducato decisero di unirsi alla tribù: nacque così un nucleo multiculturale in cui le varie razze e culture presenti cominciarono a confrontarsi nell’assoluto rispetto e tolleranza. La tribù si evolse con una rapidità straordinaria arricchendosi con le più disparate forme di sapere e conoscenza.

Venendo a scoprire che il Governo del Granducato da sempre contrasta le forze di Honorius il Nagual prese la decisione di aiutare a contrastare tali forze per 2 ragioni precise:

La prima ragione riguarda i fini di distruzione e Chaos totalmente antitetici con quelli della tribù.
La seconda ragione riguarda il riappropriarsi dell’unicità del ruolo sciamanico, rivendicato dalla Tribù.

Questo fu dunque il volere del primo Nagual, l’eletto Polinium; l’ultimo volere come guida spirituale della Tribù dal momento che il tempo di permanenza concessogli dopo l’aver esorcizzato la Tribù dei neri era assai limitato e sarebbe terminato tra breve. “A voi Sciamani lascio il mio Artiglio, che appartenga di diritto al mio diretto successore, fate tesoro di quanto è accaduto e rammentate che il mio Spirito veglierà su tutti voi”
Sebbene non fu affatto facile accettare la scomparsa di colui che per primo si sacrificò per la pace e l’unità della nuova tribù s’alzo un coro di voci “Vis in Spiritu!” ripetuto per 3 volte al fine di ribadire i 3 Sentieri della tribù. Alte furono le voci, alcune spezzate dalla tristezza della dipartita, altre solenni per rispetto del volere del Nagual, tuttavia gli sguardi di ciascun Sciamano erano alti, rivolti al cielo, come ad indicare la via dello Spirito.

Si spense così l’Eletto, lasciando l’enorme valore della Tribù custodito all’interno delle mura.




Elenco dei Master

Lord Furion dall’Anno VIII - Mese 8° - Giorno 14° fino, indicativamente all’Anno IX - Mese 11°

Commissariamento fino all`Anno X - Mese 1° - Giorno 10°

Lord Drakonium dall’Anno X - Mese 1° - Giorno 10° all’Anno X - Mese 2° - Giorno 22°

Lord Drakonium e Lady Kerisya dall’Anno X - Mese 2° - Giorno 22° all’Anno X - Mese 7° - Giorno 27°

Commissariamento fino all’Anno X - Mese 8° - Giorno 12°

Lady Freya dall’Anno X - Mese 8° - Giorno 12° all’Anno XI - Mese 8° - Giorno 23°

Lady Freya e Lady Aideen dall’Anno XI - Mese 8° - Giorno 24°

Penelope
Conservatore della Storia Secolare