Numero 17

Anno VI - Mese 10° di Lot

~~~ Le Gesta di Lot ~~~

 

CAPITOLO 10

La Gola dei Sussurri

    In una tiepida sera stellata, un nutrito gruppo di lottiani s’incamminò dalla Rocca lungo un sentiero diretto a Nord, verso le pendici dei Monti delle Nebbie. A capo del gruppo - formato da Saggi, Druidi, Paladini, dalla Maga Kymerae, da Custodi dell’Ade e membri dell’Esercito - il Sommo Detentore Althair, che camminava con passo spedito, era in possesso di una preziosa mappa recuperata nella precedente missione. La mappa era di fondamentale importanza, perché indicava la precisa ubicazione della Gola dei Sussurri.

    Il sentiero che si snodava davanti ai viaggiatori era ripido ed impervio, il vento fischiava tra gli alberi ed un freddo pungente prendeva pian piano il sopravvento sul mite clima della Rocca. I Paladini ed alcuni Difensori dell’Arcana Saggezza anticipavano di poco il resto del gruppo, per poterlo proteggere in caso di pericolo. E dovettero agire molto presto perché, non appena in vista di uno stretto passaggio nella roccia, sei Goblin, presumibilmente guardiani della strettoia, apparvero, attaccando con la violenza che, da sempre, contraddistingue queste orribili creature.

    Nello scontro, feroce e cruento, furono feriti i Cavalieri Aryan e Votan, prontamente curati però dal Druido AC22. La lotta con le orride creature fu in ogni caso breve, perché con la magia di Lady Kymerae e grazie al coraggio ed alla forza di Paladini, Difensori e Soldati riuscirono ben presto ad averne ragione.

    Proseguendo il cammino le pareti della fenditura iniziarono a distanziarsi e, uno ad uno i membri del gruppo vi s’introdussero, camminando spediti ed incuranti del vento gelido che li sferzava impietosamente.

    All’uscita del sentiero si ritrovarono in un ampio spiazzo, la luce delle torce e delle stelle mostrò loro che poggiavano i piedi su una vasta distesa d’erba soffice ed azzurra, alla vista della quale ognuno reagì in modo diverso: qualcuno iniziò a raccoglierla, qualcun altro la studiò con diffidenza. Alla richiesta di delucidazioni del Sommo Althair, il Druido AC22 spiegò che si trattava della Cinoglossa, un’erba particolare e dalle proprietà curative, di cui aveva avuto notizie decifrando alcune arcane iscrizioni sul sarcofago di Hotalth, padre di Honorius.

    La notizia creò un certo fermento tra i presenti, che iniziarono a scambiarsi opinioni sull’erba e su ciò che la sua presenza potesse indicare, quando furono bruscamente interrotti da un nuovo e più robusto assalto di Goblin. Gran parte dei Saggi trovarono riparo su una roccia, da cui osservarono la scena preoccupati, mentre Soldati, Druidi, Paladini, membri dell’Esercito e lo stesso Sommo Althair, combatterono valorosamente fino ad uccidere anche l’ultimo degli assalitori. A scontro finito fu possibile finalmente osservare con attenzione il luogo in cui il gruppo era giunto.

    Un clima di morte regnava sovrano, un silenzio innaturale rendeva greve e pesante l’atmosfera, il gruppo avanzava e scopriva con orrore che il terreno era disseminato di scheletri e resti d’armature e, osservandone la fattura e la forma, si arrivò ben presto alla raccapricciante conclusione che si trattava di resti appartenenti a Cavalieri di Themis …

    Brividi d’orrore percorsero le schiene dei presenti e la tristezza li colse alla vista di un simile macabro spettacolo, mentre avanzavano cautamente verso una gran sagoma scura, che scoprirono ben presto essere un altare.

    Abbandonata su di esso giaceva una bellissima e raffinata armatura, con incisi sopra simboli dell’antica città di Quinalth, situata a Sud di Lot, luogo natale della Principessa Lynessa.

    Dopo aver riflettuto un po’, il gruppo determinò che la splendida armatura fosse appartenuta ad una Somma Sacerdotessa uccisa in quel luogo insieme ai suoi Cavalieri.

    Il Consigliere Seryn, mentre parlava con i suoi compagni, come spinta da una forza sovrannaturale, sfiorò l’armatura con una mano; subito il metallo iniziò a risplendere come se, di colpo, si animasse di vita propria. Il Consigliere fu preso da un fortissimo senso di gelo, ed iniziò per lei una sorta di delirio accompagnato da terribili visioni di morte, distruzione e disfacimento. Nella sua mente scorrevano immagini indistinte che la facevano soffrire nello spirito, ma lo sforzo che sosteneva per mantenere il contatto con le visioni soprannaturali, metteva a dura prova anche il suo fisico. Alla fine cedette e si accasciò priva di sensi, fortunatamente sostenuta però dai suoi compagni, che dopo una frettolosa valutazione, stabilirono che fosse opportuno rientrare precipitosamente a Lot e condurla in Ospedale. Sarebbero tornati poi nel sinistro luogo meglio attrezzati e preparati alle terribili e importantissime scoperte che certamente avrebbero rinvenuto.

 

Berenice, ex-Adepto dell'Arcana Saggezza

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