Il
Tempio della Dea Themis
Solo
nascita e morte sono scritte nel libro del Fato, il resto è conseguenza.
La città di Lot sorge ai piedi della catena montuosa chiamata Monti delle
Nebbie, posta geograficamente a Nord, ed è la porta d’accesso alle ricche
pianure che dopo si estendono a Sud fino al mare. Il Granduca ed i Nobili che
fondarono la città, le diedero subito una precisa topografia urbana, seguendo e
rispettando le regole e le tecniche costruttive fino allora conosciute ed
ovunque, nel prosieguo, impiegate. Anche il Tempio di Themis vide la luce in
quei primi attimi di vita in cui Lot emetteva i suoi esili e primitivi gemiti.
Così come, nei primordi in cui Extremelot era solamente Caos primordiale e
magma, l’IO (la Dea Themis) giunse e, vedendo il futuro nonché il luogo dove
avrebbe riposato, lo guardò e fu la Luce, anche in quei momenti in cui le prime
pietre della nostra Lot cominciavano ad essere sovrapposte Ella apparve ai
Nobili, con l’aspetto di una stupenda donna avvolta da una luce dorata che, si
dice, brillasse più del sole alto nel cielo ed emanasse amore e pace
tutt’intorno.
Com’è avvenuto per il resto della città le cose hanno subito
un’evoluzione, sia perché le esigenze della popolazione sono mutate e sia
perché le continue guerre, ripetutesi nell’arco temporale, hanno arrecato
danni alle mura del Tempio demolendone, purtroppo non sporadicamente, alcune
parti importanti. Il Sacro Luogo, nei tempi in cui era giovane Governatore il
compianto Conte Erik, conobbe un grande sviluppo. Era dove tutti i Cittadini
venivano attratti da una forza misteriosa, che per alcuni divenne talmente forte
da spingerli a mettersi al servizio per la buona custodia di quelle mura e
quindi per una totale devozione alla Dea Themis.
Quando Honorius e le forze del Male cominciarono a farsi sempre più vigliacche
e sfacciate, Erik decise che Lot dovesse essere protetta anche spiritualmente,
per tutto il raggio circolare, oltre che materialmente con le armi, le torri e
l’imponente fortezza. Un secondo Tempio, ancora più grande e maestoso del
primo, fu presto costruito in una zona della Rocca; doveva dare forza e vigore
alla città di Lot. Purtroppo però questa pur scaltra idea del Conte Erik non
bastò a fare sì che Lot restasse indenne agli attacchi nemici. Un giorno in
cui le nubi rotolavano buie e nere nel cielo e in cui anche il sole si era
nascosto per non guardare la tragedia che stava per compiersi, passando dalle
Fogne e dopo aver sconfitto gran parte dell’Esercito, Honorius ed i suoi
emissari occuparono la città bassa. Si erano fatti strada scavando per mesi
sotto i Monti Nebbiosi fino a giungere all’interno delle mura di Lot.
Solamente quando alcuni Soldati si calarono dal Pozzo del Fato i lottiani si
resero conto di essere ormai inesorabilmente prigionieri nella loro stessa casa.
La guerra visse in quel periodo una delle sue fasi più cruente ed il racconto
di tali avvenimenti è riuscito a giungere sino a noi solo grazie al sangue
sgorgato da ferite profonde ed a centinaia di teste recise.
Donne e bambini trovarono rifugio in una parte della città ancora libera,
lasciando il resto in balia dell’imprevedibile Fato. Il Generale Danish
organizzò la difesa casa per casa; dal Pozzo uscivano Orchi e Skertl dalla
forza tremenda e feroci come mai si erano visti prima. Il Palazzo delle Mostre
fu dato alle fiamme ed anche la notte si combatteva alla luce degli incendi.
Lentamente i lottiani perdevano terreno ed il nemico tracimava forza ovunque,
come fosse un fiume in piena. Pur riuscendo, con dispendio d’energie ed il
sacrificio di molti Soldati, a respingere per l’ennesima volta Honorius ed a
cacciarlo da Lot, il Conte non poté evitare che il primo Tempio, quello più
vecchio, venisse distrutto. L’altro invece subì danni rilevanti.
Quando la pace tornò a regnare, ma solamente molto tempo dopo, s’iniziò a
rivedere ciò che in città era rimasto in piedi ed a sanare quel che ancora
poteva essere ristrutturato. Si provvide a riutilizzare gli edifici crollati
usando i materiali di spoglio che provenivano dalle macerie. Sorsero nuove case
e nuovi palazzi che portavano ed ancora oggi conservano pietre, sassi, mattoni,
inermi protagonisti di quelle tristi giornate.
<<Che fare con il Tempio?>> questa fu la domanda che si pose il
Consiglio dei Nobili. La discussione andò avanti per qualche giorno e furono
interpellati i Cartografi di Corte, i Guardiani del Tempio ed i Cavalieri di
Themis; infine fu presa la decisione di ristrutturare il Sacro Edificio
lasciandolo dov’era, nella zona della parte alta, la Rocca Erik, che è poi
dove oggi Lot si è sviluppata maggiormente. E’ questo ciò che sorge
trionfante rispetto al resto della città insieme al Palazzo di Corte. In
seguito, per volere della Sacerdotessa Urania prese forma il Pronao. Esso doveva
essere la parte del Sacro Luogo dove anche Stranieri e Viandanti potevano
entrare ed imparare le preghiere per Themis. Ancora oggi esso conserva questa
caratteristica.
Adesso entriamo insieme al suo interno per visitarne gli ambienti. Ricordiamoci
però che, quando oltrepasseremo il Pronao, dovremo lasciare fuori le armi, se
qualcuno le indossa, ed inginocchiamoci al cospetto di Themis, pregando per noi
e per la Sua misericordia.
Mentre calpestiamo i primi Sacri Sassi possiamo renderci conto di quanto sia
bello il giardino che circonda il Sacro Luogo. Esso è tenuto in ordine dalle
Vestali e custodito dai Cavalieri; in più punti vi sono delle lapidi in marmo
dove viene riportato il seguente invito:
<<Caro ospite benvenuto nel Sacro Luogo curato dalle Vestali; entra nel
giardino ed immergiti nella pace; cammina tra le pianti secolari ed annusa il
profumo dei fiori che le Vestali curano ogni giorno; nella natura lascia che la
voce della Dea Themis parli al tuo cuore>>.
Il Tempio ha una lunghezza utile di 60 metri e si apre in larghezza per 35 metri
calpestabili.
Le mura perimetrali hanno uno spessore di circa 2 metri e sono rastremate verso
l’alto; alla base rispettano una proporzione di 1:10 con l’altezza,
assottigliandosi man mano fino alla copertura. Le dimensioni possenti hanno
tratto in inganno gli operatori addetti; durante la ristrutturazione, infatti,
nel loro interno, sono stati trovati dei vuoti creati per non esagerare nel peso
sul terreno, dove l’intera struttura va a gravare. Il Tempio non ha fondamenta
e quindi tutto ciò che noi con l’occhio valutiamo poggia sulla solida terra.
Alla base notiamo calce che in punti fuoriesce dalle pietre ed essa è sempre
meno presente via via che alziamo lo sguardo percorrendo la parete esterna. I
sassi sono posizionati con cura e combaciano alla perfezione, dopo essere stati
lavorati dalle sapienti mani degli scalpellini ed issati con enormi palanchi. In
alcuni punti, ma rese invisibili, vi sono delle assi e travi di legno inglobate
nel muro, aventi funzione di piani d’appoggio e per tenere legata la
struttura. Durante le ristrutturazioni si deve stare molto attenti perché ogni
grosso sasso ha motivo d’esserci e, se tolto, può mettere in crisi la
stabilità di parte dell’edificio con inevitabili crepe o crolli.
Troveremo ad attenderci i Cavalieri del Sacro Ordine del Leone, che sorvegliano
costantemente il Tempio. La loro attenzione è rivolta al rispetto della Carta
del Tempio, che è apposta bene in vista nel Tempio stesso. Inoltre controllano
che la fiamma del Sacro Braciere non si affievolisca e quindi rimanga sempre
viva, come deve essere il nostro cuore pieno d’amore quando entriamo in questo
Luogo ed avvertendo, in caso che il fatto avvenga, la Vestale Mayor o un
Cavaliere di Themis; la prima e chi appartiene al secondo ordine sono i soli che
possono avvicinarsi al Braciere per ridargli vita.
Il Sagrato di sei metri è in marmo bianco; qui spesso, prima delle funzioni, si
soffermano gruppi di lottiani a parlare ed a discutere. E’ anche il luogo dove
i più poveri e bisognosi si gettano a terra per chiedere l’elemosina.
Dieci sono gli scalini che conducono all’entrata del Pronao; sono in pietra
levigata e la scalinata avvolge l’intera facciata come un abbraccio
carismatico, curvando agli angoli.
La porta che ci permette l’accesso è in legno ed alta 10 metri; le due ante
sono intarsiate esternamente e 10 tavole in bronzo della cui bellezza ogni
lottiano va fiero, raffigurano passaggi di vita della città, avvenimenti in cui
la Dea è intervenuta, per mezzo del Fato, salvando i Nobili ed i Cittadini.
Il Pronao è la metà della larghezza del Tempio e corre per una lunghezza di
undici metri. Le dieci panche sono in noce massello ed, a differenza di quelle
del Sacro Luogo, non riportano nomi o targhe ex voto. Esse sono frutto del
lavoro di tutti e commissionate grazie alle offerte. La luce si diffonde
all’interno tramite sei grandi aperture, in parte con vetri a mosaico ed in
parte lisce. I due cassettoni che si trovano a destra ed a sinistra
dell’entrata che da accesso al Tempio non sono usati per nessuna cerimonia ed
hanno funzione di semplice arredamento.
Le immagini alle pareti sono otto, raffiguranti Themis in tutto il suo
splendore; vi sono inoltre una targa commemorativa e due stendardi che come
Soldati disarmati sorvegliano la vera entrata del Tempio.
Il pavimento riprende il Sagrato esterno accompagnandone il gusto e la semplicità
intrinseca, ma non per questo di minor effetto ottico e piacevole da guardare.
Già dal punto in cui ci troviamo adesso possiamo cominciare ad intravedere la
navata centrale grazie alla porta in noce, lo stesso materiale delle panche del
Pronao, che è quasi sempre spalancata e viene serrata solo in caso di pericolo.
I due grandi intarsi che le ante riportano e che, a causa appunto delle poche
volte in cui la porta viene chiusa, non sono da tutti conosciute, simboleggiano
entrambi i Sacri Bracieri che erano custoditi ognuno nel proprio Tempio, prima
della nuova costruzione. Dal Pronao i soli Cavalieri possono accedere ad una
navata chiamata appunto Navata dei Cavalieri
Inchiniamoci ora con rispetto alla Dea Themis.
Alzandoci dall’inginocchiatoio avvertiamo subito l’immensità del luogo in
cui sia come persona fisica, ma soprattutto come cuore ed emotività interiore,
siamo entrati.
Il Tempio è suddiviso da due navate laterali più strette ed una centrale.
Le dieci colonne hanno il diametro di un metro e sono di marmo pieno. Il
materiale usato è stato estratto dalle cave delle Terre del Nord, trasportato
con grande fatica e giorni di difficile cammino, grazie a grandi carri e robusti
animali, dato che le zone circostanti Lot non sono mai state così ricche per
poter soddisfare tali esigenze di realizzazione. Quattro sono le cappelle
laterali, due a destra e due a sinistra: cominciando dalla nostra destra
troviamo la Cappella del Sacro Cero; a seguito la Cappella del Sacro Braciere,
ove un cancello in oro massiccio impedisce di avvicinarsi ad Esso; la prima da
sinistra è la Cappella dell’amato Conte Erik, dove è conservato il suo corpo
imbalsamato; segue la Cappella della Sacra Fonte, dove ogni bambino viene
battezzato in nome di Themis. In ogni Cappella sono state apposte Sacre Figure;
nella Cappella del Conte lo Stemma Nobiliare e nella Cappella della Sacra Fonte
antichi e nuovi libri sono custoditi in una teca che conserva anche il
necessario per il battesimo degli infanti, ma anche degli adulti che vogliono
riceverlo.
Le panche sono sei per ogni Cappella, esclusa quella del Sacro Braciere dove ve
ne sono solamente due; nella navata centrale due file di dieci panche accolgono
i Cittadini in preghiera. Ognuna riporta il nome del Casato grazie al quale è
stata realizzata e donata in onore di Themis.
Altre due file per un totale di dodici panche antistanno l’altare centrale;
esse sono riservate al Conte Thorm ed alla Corte di Lot, alle Vestali ed ai
Cavalieri di Themis.
L’altare è in marmo bianco, decorato con immagini di Themis ed intarsiato di
pietre preziose. Sopra vi sono vasi in puro cristallo, dove le vestali ogni
giorno mettono fiori freschi, i più belli del loro giardino. Quando non è
stagione di fioritura esse si prestano per creare a mano fiori di carta, ancora
più belli di quelli veri e difficilmente ce ne possiamo accorgere se non
toccandoli.
Trionfante, in una marea di Luce, è la Sacra Effige in cristallo lavorato;
riporta a noi umili la maestosità di Themis nella Sua Mezza Luna, Culla di
Verità, di Amore e di Sapienza.
Due Sacrestie chiudono il Tempio ai suoi lati: la Sacrestia del Tempio, della
quale usufruiscono sia le Guardie del Tempio che gli anziani Leoni Miles Templi,
l’altra è la Sacrestia delle Vestali.
Esse racchiudono i segreti dei due Ordini e nessuno ha e avrà mai ad essi
libero accesso.
Dietro l’altare il Camminamento della Penitenza. Esso oltre ad evitare ai
Leoni, nel giro d’ispezione, di passare sempre davanti all’altare centrale
disturbando le preghiere, permette un collegamento fra le due Sacrestie in cui
durante le funzioni fervono i preparativi.
Uscendo dal Sacro Luogo e girando dietro il Camminamento della Penitenza,
percorrendo così parte dello splendido giardino, troviamo sette colonne in
marmo, ognuna delle quali in onore ad un Nobile di Corte.
Dopo aver accompagnato i vostri occhi in mezzo a tante bellezze ed a tanta fede
adesso usciamo insieme, ma non senza prima ricordare a noi stessi ed al nostro
cuore la grandezza della Dea, attraverso le parole che i Cavalieri di Themis
hanno apposto fuori delle loro mura, protette e difese dal grande lago:
<<Themis,
Dea Protettrice del Granducato, Signora della Vita, della Giustizia e della
Magia: è Madre Soave, che stringe amorevolmente al Suo seno i Suoi Figli. E’
Madre Paziente, che sorride indulgente della nostra fragilità e ingenuità.
E’ Madre che insegna, che guida, che dona fortuna a chi l’ascolta. E’
anche Madre tenebrosa. Imprevedibile, feroce ed implacabile, se invocata in
questa forma, come ogni Madre che difende i Suoi piccoli.
Culla dei Sogni, Gioiello della Notte. Falce della Vita.
E’ la Via per giungere a tutto ciò che amiamo, pur non essendo mai ciò che
aspettiamo>>.
CARTA
DEL TEMPIO
1) Il Tempio di Themis è luogo di preghiera e culto della Nobiltà e del Popolo
in onore alla Dea Themis.
2) Il Tempio di Themis è il luogo dove si effettuano tutte le cerimonie del
Gran Ducato di ExtremeLot.
3) E’ buona norma omaggiare la Dea Themis con un inchino sia all’ingresso
che all’uscita dal Tempio di Themis.
4) Il Tempio di Themis è luogo sacro e in rispetto di esso si è fatto obbligo
di rivolgersi, anche se parente o amico, ad altrui persona dandosi del Voi. I
Trasgressori saranno puniti.
5) E’ severamente vietato bere o mangiare al Tempio di Themis, salvo quando
vengono concesse o indette Feste dalla Somma Sacerdotessa Urania o dal suo
portavoce il Primo Cavaliere di Themis.
6) E’ severamente vietato portare al Tempio di Themis, animali non Consacrati,
salvo i casi in cui vengono ammessi per Consacrarli. I trasgressori saranno
puniti.
7) E’ severamente vietato introdurre armi nel Tempio di Themis a meno che non
sia concesso da Nostra Signora la Somma Sacerdotessa Urania o dal suo portavoce
il Primo Cavaliere per gravi motivi di pericolo o per necessità cerimoniali.
E’ altresì concesso e fatto onore ai Miles Templi di cingere le Spade sacre
giacché ad essi è affidata la Guardia armata del Tempio. I trasgressori
saranno puniti.
8) E’ severamente vietato il mercanteggio al Tempio di Themis. I trasgressori
saranno puniti.
9) Non sono ammessi comportamenti non consoni al Tempio di Themis, come
barbarie, atti di violenza, linguaggio scurrile, non è altresì permesso
urlare. I trasgressori saranno puniti.
10) Durante le cerimonie, i riti nuziali o qualsiasi altro rito riconosciuto dai
Nobili e dal Granducato, è consentito, se non interpellati, parlare o
interagire con il luogo o i presenti solo mediante azioni (+ o # ad inizio
frase). E’, inoltre, severamente vietato disturbare lo svolgimento di
cerimonie o riti. I trasgressori saranno puniti.
11) Gli organi preposti alla custodia e alla salvaguardia del Tempio di Themis
sono i Guardiani del Tempio di Themis, i Cavalieri della Dea Themis che ne
curano anche il culto e i Miles Templi del Sacro Ordine del Leone cui è
affidato il controllo del rispetto delle Leggi del Granducato e del Tempio
stesso.
PadreBrown
Curatore della Storia