L’attacco
dell’Uomo Serpente in Piazza del Mercato
Nel
4° giorno del 9° mese del V anno dalla fondazione di Lot, quando mancava ormai
poco alla Mezzanotte, una folata d’aria calda mi trascinò in Piazza del
Mercato.
Non
potendo gestire le mie azioni mi preoccupai un poco, ma quando incontrai i
confratelli Xerider e Sixie che, come me, tentavano di combattere contro quello
strano vento di scirocco, inconsueto per l’Inverno, mi rassicurai leggermente.
Il vento aumentò ad un tratto la sua potenza e divenne un vortice polveroso che risucchiava all’interno del suo nucleo tutto quello che incrociava il suo percorso.
La
consorella Sixie ed io ci aggrappammo a Xerider; con la sua statura possente da
Elfo, il Difensore ci salvò da una tormenta che, per noi Fate, sarebbe stata
sicuramente letale.
Ad
un certo punto il vento si calmò e dal vortice vedemmo innalzarsi un libro che
magicamente si sfogliava da solo.
Il
Paladino Fabricius tentò di prendere il libro in mano, ma il calore da esso
sprigionato era tanto e tale da ustionargli la mano, costringendolo a lasciare
andare il volume.
La
consorella Sixie ed io eravamo ipnotizzate da quel libro e cercavamo un modo per
averlo in nostro possesso, quando, ad un tratto, dalle pagine di questo uscì
una figura strana ed imponente: scivolando verso il basso dalle pagine, quello
che a prima vista sembra un serpente arrivò a toccare le pietre che
pavimentavano la Piazza.
Tutti
immediatamente ci allontanammo da quella creatura e dal libro.
L’essere
pian piano aumentò le sue dimensioni, la testa divenne rotonda, dal corpo
spuntarono due zampe muscolose e coperte di scaglie, due lunghe braccia si
stesero come a sgranchirsi dopo un lento risveglio.
La
trasformazione giunse in breve al termine, con due occhi gialli l’Uomo
Serpente fissò il Mago Giltanas con vicino la mano di pietra.
L’Uomo
Serpente scrutò le persone che aveva intorno, osservando a fondo il luogo dove
il libro lo aveva condotto.
Il
Difensore Xerider iniziò a scoccare frecce col suo preciso arco elfico, mentre
i Paladini diedero la loro protezione a tutti i civili presenti.
L’Uomo
Serpente sibilò qualcosa, evidenziando una lunga e sottile lingua, poi senza
alcun preavviso sollevandosi sulle zampe posteriori si avventò rapido sul
Paladino Matrix74, che proteggeva il Precettore dei Maghi Gunnegan.
Gli
artigli della feroce creatura lacerarono le carni di Matrix74 sul viso.
La
lunga coda dello strano essere iniziò poi a frustare l’aria intorno, rendendo
pericoloso il solo avvicinarsi a lui.
Iniziò
una colluttazione, vennero scagliate contro il mostro frecce fatte con schegge
di roccia ed esso tentò di difendersi, aumentando così la sua ira dalle
ragioni a noi sconosciute.
Il
mostro sibilò qualcosa.
Poi
si alzò nuovamente il vento ricreando quel vortice di polvere dell’inizio.
A quel punto il mostro, non si sa se per caso o per sua volontà, ritornò
indisturbato nel libro.
Una
vampata di fuoco e l’Uomo Serpente scomparve come inghiottito, e con lui anche
il libro.
I Maghi invocarono la magia ed il vento si placò. Ancora una volta.
Come
una foglia secca staccata dal suo ramo, una pagina del libro prese a volteggiare
per alcuni secondi in aria cadendo lentamente al suolo, unica testimonianza di
quanto era appena accaduto.
La consorella Sixie ed io tentammo di recuperare la pagina più in fretta di
quello che potemmo, ma il Fato volle che restasse nelle mani di Gunnegan.
Il
Precettore chiamò l’Arcimago Bianco per capire cosa ci fosse scritto su
quella pergamena, ma nessuno dei due era in grado di interpretare le scritte.
Forse
la magia dei due Maghi interferiva con le scritte del libro.
Poi
la pagina passò nelle mani di Sixie, ma neppure lei era in grado così, di
punto in bianco, di decifrare il tutto.
Chiesi
allo spirito che governava il libro di fare in modo che la pagina giungesse
nelle mie mani in quanto, come Curatore della Storia, avrei potuto decifrarla.
Il
Fato esaudì la mia richiesta e la pagina arrivò nelle mie mani.
La
guardai e anche se confusamente qualcosa riuscii a comprendere ...
Sulla
pagina, ingiallita dal tempo e leggermente bruciacchiata ai lati c’erano
ideogrammi sconosciuti ed indecifrabili al primo esame.
In
basso al foglio appariva un disegno i cui tratti leggeri rivelavano l’immagine
di una creatura che cavalcava un verme enorme.
Io
non ho la conoscenza del Sommo Detentore o del Depositario dei Segreti della
Storia, ma riuscii a capire che la pagina sembrava parlare di una civiltà
antichissima, una civiltà rettile.
Poi
alzando gli occhi vidi ben quattro Ladri intorno a me ed allora ripiegai la
pergamena e la misi in un luogo sicuro che non sto qui a svelare.
Accompagnata
da Difensore Xerider e ringraziando Sixie per il suo aiuto, portai la pagina al
sicuro nella Biblioteca dell’Arcana Saggezza.
I
Saggi si misero subito al lavoro per decifrare quelle strane scritte.
Coadiuvata
dal Detentore delle Antiche Tradizioni Danyel sono venuta a conoscenza che
un’antica civiltà rettile viveva alle porte del Granducato molti e molti anni
or sono. Il passare del tempo ha fatto perdere i ricordi di questo popolo che
viveva presso i Monti delle Nebbie, nelle profondità della terra. Si ritiene
probabile che il continuo scavare nelle miniere, la sempre più insistente
presenza di curiosi, la progressiva urbanizzazione della Cittadella ed il
pattugliamento pressoché costante di guerrieri nelle Caverne stia per
risvegliare l’ira di quest’antica civiltà che si era assopita.
Di
sicuro quest’avvenimento è strettamente legato con la comparsa che fece un
verme gigante ai Giardini delle Delizie alcuni giorni prima.
Per
il momento questo è tutto quello che siamo riusciti a scoprire.
Myriam
Curatore
della Storia