Gli Antefatti

La Genesi di Lot

 

DIVINITA’ DELLA GENESI DI EXTREMELOT

Themis - Simeht

 

I TRE FRATELLI SEMIDEI

Shierak - Veddharta – Ygharù

 

SEMIDEI FIGLI DI THEMIS

Terra - Sol – Pos - Luri - Neft - Uri

 

SEMIDEI FIGLI DI SIMEHT

Magma

 

EMANAZIONI DI THEMIS

( Sofferenza di Themis )

Carestia - Morte - Pestilenza – Guerra

 Draghi

 

RAZZE DOMINANTI

Umani - Elfi – Mezzelfi

 

RAZZE INCANTATE

Nani -Fate -Folletti - Gnomi - Hobbit – Kendot

 

RAZZE ABOMINEVOLI DI SIMEHT

Goblin – Orchi

 

RAZZE SOVRANNATURALI

Vampiri - Angeli - Demoni – Mannari

 

 

CAPITOLO 1

[Extremelot]

(1)In principio era la Terra di Extremelot, il Caos primordiale, e tutte le creature ancestrali. (2) L'Io chiamato Themis giunse e vide il futuro, il luogo dove dimorare. (3) La guardò e fu la luce, (4) vi si appoggiò e fu il mare, si sdraiò e nacquero monti e vallate, (5) giocò con essa e nacquero i due Soli gemelli Sol e Pos e le tre Lune gemelle, Luri, Neft e Uri. (6) L'Io chiamato Simeht, fu geloso, e cercò di sedurla. (7) Cantò appassionati versi e furono terremoti e maremoti. (8) Portò la mano sui celesti occhi e fu il buio; (9) la rincorse e sui due Soli e sulle tre Lune nacque in ognuno una coscienza. Vedendo che la Dea non concedeva nulla a quei tentativi, Simeht le fece dunque dono di due creature alate, del colore del sole, impastando dalla materia magica primordiale la loro forma. (10) Apophis il Malvagio e Harsgalt il Buono che uniti erano l'Equilibrio, e li chiamò Draghi. Ed ecco che alcuni detriti di materia magica caddero sulla terra e da essi nacque un essere in cui la magia albergava innata. La Dea sorrise e li riconobbe come sua emanazione. (11) Ben presto in Themis si insinuò il dubbio ed Ella lo esiliò dai cieli sulla terra. Egli la desiderò ancora di più, perché lo fece in modo terreno. Una notte egli urlava di dolore ed Ella si destò e scese nel mondo; Simeht aveva trovato riparo presso una caverna vicino a cui crescevano rovi dalle lunghe spine, si lanciava su di essi ed il sangue sgorgava copioso per flagellarsi roso dal desiderio.La Dea si pose tra lui e le spine per evitare che egli continuasse quello scempio e si ferì ella stessa al volto. Quella notte la Dea che aveva assunto forma mortale riposò su di un giaciglio a pochi passi da quello di Simeht. (12) I due sognarono, ed il sogno fu il medesimo per entrambi, ed era la visione dell'equilibrio di forze cosmiche e dal sogno nacque la bellissima Veddharta: la Rilucente di Grazia. Il mattino accarezzò il volto dei due, che si destarono contemporaneamente, e dal loro primo respiro dopo la notte nacque Ygharù: la Fulgida di Splendore. Quella notte il sangue delle due divinità soggiogate alla natura mortale aveva generato una creatura, Shierak, che venne affidato alle cure del padre, mentre la madre portò con sé le due figlie, che erano identiche l'una all'altra. Le figlie predilette dalla Madre vissero a lungo nei cieli al suo fianco. Quando Themis vide Shierak suo figlio dopo lungo tempo, deformato nel corpo e nell'anima dagli empi insegnamenti di Simeht (13) comprese l'errore e pianse, consolata dalle gemelle Veddharta e Ygharù, a cui fu fatto divieto di scendere su Extremelot. (14) Quelle lacrime diedero origine ad eteree creature simili alla Dea e furono chiamate ANGELI; essi la consolarono con le loro dolcissime voci (15) ed Ella concesse loro il dono del tempo e della luce. Visto questo (16) Themis si adirò per la prima volta e furono cataclismi, Simeht (17) venne sprofondato nel nucleo di Extremelot (18) ove fu imprigionato per tutta l'eternità.

 

CAPITOLO 2

[La nascita degli Umani]

Ora Themis si destò dall'ira e sorrise, e germogli e piante spuntarono sulla superficie di Extremelot. (2) Le piante diedero frutti e semi e di nuovo piante, e si moltiplicarono fino a ricoprire Extremelot, e cominciarono a sfruttare sia la luce dei soli, sia le tenebre, sia il riflesso della luce delle lune. (3) Poi Themis accarezzò vallate e fiumi, e nacque ogni sorta di vita, sulla terra sotto i mari e nell'aria, e la vita cominciò a nutrirsi dalle piante ed a dare vita alle piante. (3) Themis vide tutto questo e disse che era perfetto e lo lasciò in quel modo; fu così che nacque la prima creatura al servizio di Themis, l'Esistenza.(4) Ora Simeht, imprigionato nel sua essenza mortale, meditò su come distruggere la creazione e la vita cominciò ad appassire, e nacque la Vecchiaia ; e L'Esistenza veniva corrotta dalla Vecchiaia ed esse cominciarono a combattere ed alternarsi su ogni creatura di Extremelot. (5) Ora Themis visto questo sorrise ancora ai suoi figli e al suo operato. e alcuni degli animali su Extremelot, presero coscienza, e fu l'essere UMANO, (6) ed il suo compito fu di servire l'Esistenza, e furono maschio e femmina per poter dare origine ad una progenie. (7) Ed il dono per la loro primogenia fu il possesso dell'intero pianeta. (8) E gli uomini crebbero e si moltiplicarono e popolarono la terra e costruirono città, e si riunirono in esse, e Themis passava di città in città e parlava con gli Umani (9) ed essi erano felici al solo vedere il suo volto e gli Angeli che la scortavano.

 

CAPITOLO 3

[La ribellione degli Umanì]

(1) La gelosia di Simeht crebbe, egli mandò la Vecchiaia ad incutere terrore nell'Umano come araldo della Morte. Abbar, Sacerdote della Dea Themis, allora chiese a nome del popolo alla Madre: (2) – Nasciamo dunque per morire, Madre crudele?! - La Madre si adirò e decise di non mostrare mai più il suo volto a chi non ne era degno. E il popolo Umano conobbe l'angoscia. (4) Ecco che insorse contro Abbar, e vi fu una cospirazione, ed il Sacerdote fu assassinato.- Avete alzato le mani su uno dei miei protetti – sentenziò la Dea - (5) sarete condannati per sempre a diffidare l'uno dell'altro ! - e così nacquero il Sospetto e la Congiura e Simeht si rallegrò del suo operato.Fu così che ogni città ebbe un suo capo, e furono necessari negoziati di pace fra le città per non alimentare guerre, (6) e gli Umani, si ritrovarono gli uni contro gli altri.

 

CAPITOLO 4

[La nascita degli Elfi]

Ecco la Madre vagava per le nove terre di Extremelot, e nessuno la vedeva e tutti gli Umani cominciarono a dubitare della sua esistenza. In quel tempo su Lot, c'era un albero, era l'albero dai frutti più dolci che potessero esistere, era l'albero dai colori dell'arcobaleno, (3) era l'albero dai fiori più belli, e dal profumo più inebriante. (4) Themis si ricordò dell'albero e gli diede un nome, gli diede il movimento e gli diede una resistenza alla Vecchiaia maggiore di quella dell'Umano, (5) poi vi soffiò la coscienza e l'abbracciò, e l'albero prese vita. (6) Le sue forme ricordavano l'Umano, ma la sua natura completamente diversa, acquistò gioia davanti agli occhi della Dea. (7) Maschio e femmina li fece e li chiamò ELFI, per ricordargli sempre i dolci frutti che davano, (8) e diede loro il posto dell'Umano nel compito di proteggere l'Esistenza su Extremelot.

 

CAPITOLO 5

[La Prima guerra delle Razze]

Ecco che Simeht guardò con rabbia gli Elfi, e sussurrò l'odio e la gelosia nella mente dell'Umano; (2) in quel tempo fu Mot, la città più potente di Extremelot, una città ricca, forte, piena di arte, e cultura, dove ormai l'Umano si era scordato della sua Creatrice. (3) Il suo Imperatore, venne a conoscenza di una nuova razza, che viveva pacifica nella Grande Foresta, e non aveva bisogno, né di oro, né di gioielli per poter essere felice. Preso dalla brama di potere su ogni creatura, portò il suo esercito nella Grande Foresta, (4) e le due razze si scontrarono ferocemente.Nonostante il numero sempre maggiore di Umani, gli Elfi, resistettero all'assedio,la Dea era dalla Loro parte e la vita li proteggeva. (5) Un giorno Elrhon,figlio dell'Imperatore, al termine di uno scontro cruento si trovò solo sul campo di battaglia. Osservò intorno a sé la distesa di corpi dilaniati dell’uno e dell’altro schieramento e pianse lasciando cadere a terra la spada insanguinata, (6) fu a quel punto che Themis gli si avvicinò invisibile e gli parlò - Elrhon! – Elrhon preso dallo spavento con il viso rigato dalle lacrime, (7) non reagì come un soldato, ma con timore rispose - Chi mi chiama?-- Sono la Madre di tutto ciò che conosci, metti fine alle sofferenze dei miei figli! -(8) - Come posso io, che sono nulla al confronto della brama di potere del mio genitore? – - Parlargli! Io sarò con te! -(9) In quel momento sentì un gemito, proveniva da sotto alcuni corpi straziati di soldati Elfi. Si avvicinò e scostatili vide seppellita sotto un'armatura, una bellissima Elfa arciera di nome Elea, la sollevò dolcemente e fuggì con lei. (10) Trovò rifugio lontano in una terra ancora disabitata, curò l'Elfa, e costruì una casa, ormai aveva cancellato dalla mente la guerra e le parole di Themis. (12) E i due si innamorarono. (13) E Simeht sogghignò soddisfatto alla propria abilità nell’usare l’Amore come diversivo.Venne il momento in cui gli echi della guerra arrivarono fino alle loro orecchie, (14) e sentirono Themis piangere e tra le lacrime chiamarli. Ed Elea disse ad Elrhon - Dobbiamo obbedire alla Dea! – (15) Si misero in viaggio e giunsero alle porte di Mot, subito le guardie riconobbero il figlio dell'Imperatore, e non si curarono dei tratti elfici di Elea, ella era protetta da Themis. (16) Il figlio fu condotto al cospetto del padre, ed il padre in lacrime lo abbracciò.- Elrhon, ti credevo morto, dobbiamo banchettare in onore del tuo ritorno per te e la tua compagna – (17) - Padre, se la guerra non terminerà tutta Extremelot sarà distrutta! - Il padre annuì e promise a Elrhon di discuterne con lui l’indomani. (18) Quella notte udì una voce nel sonno - Elrhon, prendi la tua compagna e scappa, tuo padre vuole versare il vostro sangue. -(19) L'imperatore mise una taglia sulla testa del figlio. Ma tutti i giovani della città, lo ammiravano da eroe e le generazioni stavano cambiando (20), egli si rifugiò con Elea presso alcuni amici e tutti scoprirono che gli Elfi non erano affatto pericolosi, ma, anzi erano belli come il resto del creato, (21) e Elea parlò loro di Themis, e di come l'uomo la deluse, e loro compresero. (22)L'imperatore venne a saperlo e perseguitò gli amici di Elrhon, li scovò e li uccisi. Quel giorno fu la strage dei figli, ma molti riuscirono a scappare, (23) Elrhon li radunò fuori delle mura della città, e disse a tutti di voltarsi e di coprire il volto. (24) Alzò le braccia verso il cielo, e Themis discese come tempesta e meteore ed i suoi Angeli con lei. Soli e Lune si oscurarono, (25) e quando finì, nulla era più di Mot. Era in quel luogo Zzah figlio di Ero, egli era un portatore d'acqua; fu curioso e guardò il volto di Themis e disse – Madre, hai distrutto insieme alle opere dei malvagi anche quelle dei giusti che nulla potevano verso il tiranno! - Ma l'ira della Dea verso gli Umani non era ancora placata del tutto (26) e Zzah rimase di pietra davanti alla Madre, ma non vi fu dolore sul suo volto, ed egli rimase per sempre un versatore d'acqua, poiché dalla sua immagine ferma nella roccia ebbe vita un fiume immune da ogni siccità. (27) Gli Umani rimasti vivi si radunarono ed elessero Elrhon Imperatore, ma egli non accettò, si fece chiamare Sacerdote e fu l'unico in grado di parlare con la Dea, per fareda tramite con gli Umani. (28) E da allora ogni generazione ebbe un Sacerdote che facesse da tramite con la Dea, fino ad oggi essi si riunirono intorno al Sacerdote come Cavalieri per difendere i più deboli nel nome della Dea e molte delle giovani più pure si riunirono nel Tempio per custodire e preservare la parola della Dea; ed altri iniziarono a percorrere le nove terre di Lot diffondendo la sua memoria, ed essi vennero chiamati Chierici e la Dea alle volte concedeva loro il beneficio di utilizzare la propria energia per sanare il dolore altrui, sia esso provocato dal ferro o dalla mente, e tramite loro ella richiamava in vita i figli donati alla Morte anzitempo o con l’inganno dall’odio di Simeht. (29) E la guerra finì ed Elrhon ed Elea si sposarono, e gli Umani e gli Elfi fecero un trattato solenne di fratellanza dove l'Umano fu servo della Terra e l'Elfo fu servo dell'Esistenza; (30) il trattato dura fino ad oggi, e Themis lo suggellò con il permesso di procreare fra loro. I figli di Elrhon ed Elea furono i primi del popolo dei MEZZELFI. (31) E a nessun’ altra razza venne concesso il permesso di generare razze ibride.

 

CAPITOLO 6

[Le Altre Razze Incantate]

Ma Simeht fu ancora invidioso, chiamò a sé Gobbasch un Umano al comando di un gruppo da lui già plagiato, gli parlò, (3) lo unì ad una cagna, e lo fece rinascere a sua immagine e somiglianza, e così l'intero gruppo; (4) trasmise loro il suo odio ed il suo disprezzo, per distruggere ed annientare l'Esistenza, (4) ma i GOBLIN così nati, ebbero la mente immersa nel Caos e cominciarono a combattersi l'un l'altro, perché non erano spinti dall'Amore; (5) fu così che i Goblin si divisero in piccoli gruppi e si sparpagliarono per l'intero continente, (6) si rifugiarono in caverne o altre abitazioni naturali, perché non avevano le capacità e conoscenze necessarie per costruire case, e vivevano di razzie nel mondo elfico e nel mondo umano.(7) Si narra che Sol e Pos presa coscienza, scoprirono di essere affini, per questo Themis diede loro il potere della Luce, essi danzavano con luci e colori ed erano allegri; (8) si narra anche che Simeht tentò di rendere i fratelli gelosi l'uno dell'altro, ma non vi riuscì a causa, del loro fortissimo legame e spirito d'unione. (9) Essi presero tutti i metalli del pianeta e con il loro calore formarono una lega maxima, un pezzo lo raffreddarono come piano d'appoggio, un pezzo lo raffreddarono come utensile di lavoro, e furono la Fucina di Pos ed il Martello di Sol, (10) con il terzo forgiarono un'immagine, chiesero a Themis il potere e soffiarono su essa, quand'essa ebbe preso coscienza, la posarono sul suolo di Extremelot e dissero: (11) - Tu NANO, figlio nostro, vai per Extremelot impara l'arte della pietra e dei metalli ed usala per annientare le creature abbiette di Simeht. – (12) La forte luce dei soli è fastidiosa per i figli di Simeht. Questa fu la vendetta di Sol e Pos verso Simeht, che non riuscì mai a metterli l'uno contro l'altro.(13) Fu così che i Nani cominciarono a scavare e modellare la terra e costruirono imponenti città all' intermo delle Montagne (14) e chiunque restava sbigottito dai loro capolavori di Architettura, e Re e Principi, Elfi ed Umani affidavano ai Nani la costruzione delle proprie rocche. (15) Fu così che i Nani diventarono i migliori fabbri di Extremelot, e le loro armi furono richieste da ogni parte del mondo, e furono usate per combattere i Goblin.(16) Fu in quel periodo che il Nano Fingheldarenthiloddemirkoas, soprannominato Finghas si appassionò sempre più ai segreti dei figli di Themis, (17) il suo interesse era così profondo che null'altro aveva interesse per lui, a poco a poco la sua stessa razza lo allontanò, ma egli non se ne accorse; (18) passava il tempo a conversare con Sol e Pos, imparò i misteri della Vita dagli Elfi ed i misteri della Terra dagli Umani, e fece amicizia con Luri, Neft e Uri. (19) La sua fama crebbe ed attirò studenti di tutte le razze da tutte le parti di Extremelot, tutti volevano apprendere la sua arte, la Magia. (20) Ben presto Finghas si accorse che lui ed i suoi discepoli Nani, nonostante le loro conoscenze, avevano molta più difficoltà ad incanalare l'energia magica rispetto agli adepti Elfi o Umani, (21) quindi, a causa della loro costituzione, gli incantesimi riuscivano più difficilmente; questo accrebbe l'invidia fra le razze ed il Nano cominciò, giorno dopo giorno ad implorare i Figli di Themis e la Dea stessa. (22) Simeht, dopo essere stato sconfitto da Sol e Pos, provò a ingelosire le tre sorelle Lune; fu facile mettere contro Luri ed Uri, esse erano opposte l'una bianca e l'altra nera, Neft rimase in disparte, e gli astri del cielo tremarono. (23) Niente eguagliò mai la furia nei cieli di quei tempi e l'energia sprigionata, l'intera Extremelot fu sommersa dalle acque e molti morirono; Themis allora intervenne. (24) Themis interrogò le figlie e seppe che Nuri si vantava di avere la Madre dalla sua parte, Uri sosteneva che se avesse voluto avrebbe potuto avere il potere di Simeht, e peggio di tutte Neft se ne lavava le mani dall'intervenire nella disputa. (25) Themis si accorse anche delle preghiere di Finghas e si incuriosì, chiamo a sé il Nano, e gli chiese: - Quale pensi sia la punizione più adeguata? - (26) Il Nano rispose: - Mia Signora e Madre, se ascolti il parere di questo umile tuo servo, credo che le Sorelle debbano per la vita servire i vostri figli mortali. Credo che ogni mortale che lo richieda debba essere scelto da una delle Lune e guidato ad incanalare la Magia. (27) Credo inoltre che la Figlia Neft, debba per l'eternità rispondere dei litigi fra le sue sorelle e vegliare perché non accadano. - (28) La Dea rispose: - Ammiro il coraggio di tale tua richiesta è poiché non hai chiesto nulla per te o per la tua razza, ma hai chiesto per tutti i miei figli mortali, sarà fatto ciò che hai detto, ma porrò degli ostacoli da superare a prezzo della vita mortale, affinché nessuno possa chiedere con leggerezza il dono della magia! - (29) E fu da allora che ogni mortale che lo richieda debba passare una prova, e se sopravvive ad essa può chiedere il favore di una delle tre Lune per poter accedere a poteri magici più alti. (30) E la Dea diede poteri innati di illusionismo al Nano, ai suoi discepoli ed alla sua progenie, ed una costituzione più adeguata. Ed essi si chiamarono GNOMI. (31) Fu così che Simeht, ancora non arreso, rubò la fucina e il martello di Sol e Pos, prese della lava e la modellò anch' essa a sua immagine e somiglianza, ma essa non si muoveva. (32) Fu allora che si accorse dei piccolissimi figli dell'Esistenza, i FOLLETTI. Essi, come estensione dell'Esistenza senza essere intaccati dalla vecchiaia, consigliavano gli Elfi ed animavano, per conto della loro madre, i cuccioli di ogni tipo di creatura e come questi nacquero i KENDOT, nello stesso modo. (33) Simeht allungò una mano e ne afferrò una manciata, il loro grido risuona ancora nella Valle dei Venti. Alcuni Nani presenti riuscirono a strappare dalla morsa di Simeht alcuni Kendot, che si aggrapparono alle loro lunghe barbe, e piansero per ringraziarli e attratti dai magnifici ornamenti dei loro salvatori li sottrassero abilmente e fuggirono per i misteriosi sentieri di cui solo loro conoscevano l’esistenza, inseguiti dai burberi Nani. E da allora Kendot e Nani sono legati da sentimenti contrastanti di affetto e diffidenza. E Simeht spremette l’ orribile raccolto sulla sua creatura, essa prese vita e si moltiplicò, (34) aveva denti aguzzi pelle verdognola e peli su tutto il corpo; gli ORCHI, così li chiamò, divennero un suo vanto per quanto non sapesse usare bene gli attrezzi dei due soli. (35) Fu così che gli Orchi organizzarono e raccolsero Goblin e membri di altre razze corrotte e fecero guerra all'intero genere dei figli di Themis.

 

CAPITOLO 7

(La Seconda guerra delle Razze e la nascita degli Hobbit)

(1)E fu ancora odio sulla terra di Extremelot; le razze create da Simeht volevano il dominio su quelle create da Themis. Nuovamente (2) Umani, Elfi, Nani, e Gnomi dovettero unirsi per debellare quel morbo. I Goblin e gli Orchi attaccarono le montagne dei Nani e le foreste degli Gnomi. Themis vedeva dai cieli vasti incendi distruggere le sue creature e indebolire la Terra.(3)Prese del fango, lo modellò con l'aiuto degli Angeli ed in esso soffiò lo spirito della tranquillità e della temperanza, HOBBIT li chiamò. Allegri e vivaci coltivarono strenuamente distese di terreni per sostentare le legioni in guerra; e i Nani forgiavano armi e i primi maghi aiutavano i soldati. (4) La guerra durò trenta mesi e le forze da ambo i lati erano ormai decimate; Goblin e Orchi attaccarono dunque le coltivazioni che sostentavano i figli di Themis, ma le nuove creature riuscirono a sconfiggere il male con la loro testardaggine.Il giorno dell'ultima battaglia il primo degli Angeli della Dea discese in nome della madre per confortare le razze, prese la spada dal fodero di (6) Arlesch il temerario, che era comandante Umano delle legioni razziali. E cominciò a combattere al loro fianco (7) e venne chiamato Nemesh, il vendicatore. (8) La Dea era con loro ed essi vinsero il male comune. La Notte della vittoria tutti festeggiavano secondo la loro natura ma (9) tutti invocavano il nome della Dea ed essa ne fu compiaciuta e (10) mostrò ancora il suo viso alle sue creature; (11) E la festa fu grande e durò 7 giorni e 7 notti. (12) Quando i festeggiamenti terminarono, la Dea si trovò a passeggiare con (13) Nemesh che le chiese d'esser trasformato in Umano. (14) La Dea pianse lacrime di tristezza che caddero su ranuncoli selvatici, ma sapeva che Nemesh serviva alle razze, come lui aveva necessità di vivere con loro. Impose (15) le mani celesti sulla fronte di Nemesh e mentre le tre Lune osservavano (16) polvere argentea discese dall'Angelo ormai spoglio della sua immortalità e (17) rinato nella carnalità vide con occhi Umani il mondo e la creazione e si commosse. Dai (18) ranuncoli intrisi della polvere angelica e delle lacrime celesti nacque per la prima volta (19) una creatura particolare : possedeva (20) ali come gli Angeli ma sembrava una farfalla e la Dea la guardò benevola (21) imponendole il nome di FATA. Essa (22) viveva in solitudine e parlava con piante ed animali; era unica nel suo genere e la Dea decise(23) di prendere lucciole dai cespugli e trasformarle (24) in quello che la creatura era. Le (25) Fate ebbero così un' aura rilucente attorno al loro corpo e si moltiplicarono Rivelandosi (26) alle altre razze. E la Dea baciò sulla fronte Nemesh e sulla (27) sua fronte comparve il (28) segno della falce di luna così che tutti sapessero che egli (29) era stato il favorito della grande Madre; (30) e dunque tornò nei cieli dalle due gemelle.

 

CAPITOLO 8

[La Grande Ira]Themis

(1) visse a lungo nei cieli e vedeva le figlie risplendere di (2)celestiale fulgore ma nel suo cuore fece ben presto strada il (3)presentimento che la natura del loro padre le avrebbe richiamate prima o poi. I (4) lustri si susseguivano in pace e Simeht pareva essersi assopito al centro del mondo. Una(5) notte Veddharta e Ygharù si destarono al suono di una voce che (6)cantava le meraviglie del mondo e del Creato. Le gemelle, colte da profondo(7) desiderio di vedere (8) disubbidirono per la prima volta alla Madre e (9) scesero sotto spoglie mortali nel Mondo. (10)Conobbero le genti e le razze celate agli occhi di Themis. La madre ansiosa piangeva la loro scomparsa, temendole preda di Simeht. (11) E furono piogge e tempeste, ignorando che fossero sulla terra. (12) Mandò una legione di Angeli alla loro ricerca. Le due sorelle erano guidate dalla voce che avevano udita nei cieli, (13) giunsero in una caverna oscura e vi trovarono un avvenente giovane che le fece innamorare di sé; e allora (14) gelosia, invidia e odio invasero quegli animi puri, prima una e poi l'altra (15) giacquero con il giovane, corrompendo il loro spirito e il loro corpo. Simeht fece in modo che, con la magia, Shierak assumesse sembianze piacevoli e lo costrinse a sedurre le proprie sorelle per strapparle alla grande Madre. (15) Così fu. Le gemelle (16) dettero libero sfogo alla parte più oscura della loro natura e (17) osarono alzare lo sguardo sui cieli e inveire contro la Madre. Il potere (18)dei quattro fece assopire l'amore divino nel nucleo della legione angelica e li assoggettò al loro servizio trasformandoli nel profondo grazie alla loro malvagia natura divina, e (19) gli Angeli così deformati furono come schiavi e furono chiamati DEMONI. Ecco che (20) la Madre vide e conosciuto questo scempio pianse e venne travolta dalla rabbia: (21) solo quattro lacrime sgorgarono dai divini occhi, e furono (22) nere come la più terribile delle notti; quelle lacrime erano flagello e punizione per la terra, quelle lacrime (23) divennero Quattro Cavalieri immortali e le popolazioni della terra (24) li chiamarono con il nome della maledizione che recavano. (25) Uniti erano distruzione e terrore; separati essi furono (26) Carestia, Pestilenza, Guerra e Morte. I Cavalieri si (27) scontrarono contro i Demoni e li annientarono decimandone le schiere ma essi cercavano altro, cercavano le Sorelle, il Fratello e il Padre. Nulla avrebbe fermato l'Apocalisse , nulla avrebbe taciuto l'ira della Dea (28) fino a che i rei non fossero stati dinanzi al suo cospetto. Le razze, ormai al limite della sopravvivenza, implorarono la Madre ma (29) la Madre non era più misericordiosa e rimase in silenzio, guardava le tre Lune e in esse vedeva i volti dei figli perduti. E pianse e si adirò e la terra fu prossima al collasso; quando, (30) il più codardo dei Demoni superstiti, spaventato da tutta quella distruzione e braccato dalla Morte (31) rivelò il nascondiglio dei Quattro. E le nere (32) lacrime della Dea trovarono i colpevoli nelle viscere della terra, nella dimora di Simeht. E (33) i Cavalieri dell'Apocalisse condussero i colpevoli dinanzi alla Dea.

 

CAPITOLO 9

[La Punizione : I VAMPIRI]

Simeht venne condotto nuovamente nel centro della terra ed i sigilli con cui fu (2) rinchiuso furono la fusione di sei Angeli maggiori, ed altrettanti furono messi a guardia della porta della sua nuova prigionia e nere le loro ali per distinguerli per il fardello che dovevano sostenere. Ed egli, consapevole della sua sconfitta, (3) era furente di rabbia, e dalla sua rabbia generò (4) Magma, che smuove le interiora del mondo, attentando alla creature viventi. Themis (5) guardò Shierak e vedendolo deforme e incapace di provare sentimenti ne ebbe (6) compassione e lo lasciò andare, ed egli trovò rifugio su delle impervie montagne. Infine gli occhi della madre si posarono sulle (7) due dilette figlie ma essi erano di ghiaccio ed ella era risoluta. Themis (8) percosse Veddharta e Carestia la infilzò con la sua spada, Veddharta cadde sulle ginocchia e (9) Morte le fece bere il suo sangue, ma (10) lei non morì poiché era figlia di Themis e venne scacciata sulla terra; aveva assaggiato la Morte ma (11) era sopravvissuta; la Dea la punì maledicendola (12) con l'eterna sete e l'eterno pellegrinare. E Veddharta fu sola, e rifuggiva gli occhi delle razze perché (13) la maledizione che gravava su di lei era portentosa. La sua solitudine la spinse però a ricercare la compagnia di chi si nutriva ed ecco che uno dopo l'altro (14) donò il bacio oscuro a (15) cinque discepoli ed essi bevvero da lei, come lei aveva bevuto da loro ed (16) essi provarono la Morte, ma senza morire e furono chiamati VAMPIRI. (17) Non vivi, non morti, qualcosa di mai visto prima, (18) rifiutati dal cielo e eternamente erranti. (19) I cinque iniziarono a vagare, (20) il sole che era visione della Dea li indeboliva e iniziarono a vivere di notte e a nutrirsi degli Umani, poiché a loro erano simili, (21)ma essi vivevano a differenza dei figli di Veddharta. E (22) Veddharta, stanca per il peso di quell'anatema si assopì in un sonno profondo mentre i cinque (23) sparsero quel morbo nelle terre di Extremelot (24) creando ognuno la propria discendenza secondo la loro originale natura. E i loro nomi erano quelli di ragni, (25) poiché intrecciavano la loro tela in silenzio, signori del Tempo e degli animali immondi.

 

CAPITOLO 10

[La Punizione : LA LUPA BIANCA]

(1) E la Dea volse lo sguardo su Ygharù e (2) la figlia cadde a terra implorando la Madre ed ammettendo la sua colpa con il pentimento; ma la (3) Dea sapeva che nulla avrebbe impedito alla natura malvagia della figlia di impadronirsi nuovamente di lei.(4) Mossa a compassione da quell'atto di dolore decise d'essere meno severa e fece in modo che la figlia , portata sulla terra, (5)divenisse una lupa.Ella manteneva parte della sua intelligenza e la sua natura divina le impediva di morire;si inoltrò (6) in una foresta nera, in cui si diceva vivessero antichi spiriti potentissimi che erano tutt'uno con la natura e la creazione.Qui (7) incontrò un branco di lupi e da essi imparò le regole del branco e conobbe (8) la natura e l'amò con tutta l'anima.Una (9) notte di primavera comparve un bellissimo lupo nero nella foresta sacra egli (10) era Mhaàr : incarnazione dello spirito dell'Esistenza e (11) le due anime soggiogate in quella forma, si amarono ancora ed ancora e (12) la lupa portò con se quel ricordo e il fardello della gravidanza.La (13) Madre la guardava dai cieli e vide che l'aveva salvata dal Male e sorrise,e le tre Lune con lei, ed in (14) una notte in cui tutte risplendevano mostrando in interamente il loro volto la figlia partorì.(15) Passarono 7 giorni e 7 notti e l'infante subì un mutamento: da lupo che era(16) assunse aspetto Umano e così fu per tutti gli anni avvenire; conobbe e rispettò il branco ma era solo, (17) nessuno era fatto come lui;allora (18) la lupa ululò disperata per il figlio verso le tre Lune che avevano sorriso alla sua nascita e le (19) Lune invocarono l'aiuto della Dea ed ella che percepì la solitudine di quell'essere (20) gli parlò: - Ascoltami – disse in una notte senza stelle rivolgendosi al nipote -- (21) Poiché mi sei caro, ti farò dono di una compagna e di creature congeniali alla tua natura –Ed egli ascoltava stupito e non aveva voce per rispondere mentre la Dea continuava:(22) - Ti chiamerai Vertonn e sappi che la Madre dei cieli è al tuo fianco. -(23) Ed Egli si diresse verso un lago, che la voce gli aveva indicato quella stessa notte e li (24) trovò una donna che era simile a lui in tutto e la foresta sacra si popolò di creature a loro congeniali, (25) la cui natura li faceva mutare in fiera ad ogni luna piena ed (26) essi furono chiamati MANNARI Ed (27)ecco che la lupa bianca scomparve e Vertonn figlio di Semidei visse per millenni e (28) popolò con i suoi fratelli quelle terre di creature benedette dalla Dea.

 

CAPITOLO 11

[L'Araldo]

Nel (1) centro della terra Simeht, furente di rabbia, imprecava contro i cieli e a causa di quella (2) rabbia Magma, suo figlio prediletto, cercò di insinuarsi (3) fino al fondo del globo per liberare il padre. Varcò il sigillo degli Angeli ma (4) Simeht non riuscì ad uscire dalla prigione. (5) Toccò per un istante il figlio che venne ricacciato da dove era venuto ed egli (6) distrusse parte delle viscere della terra e emerse in superficie e fuoco e fiamme si nutrirono di quel luogo. (7)Magma lascio scorrere le fiamme e si allontanò dal Padre, raggiunse i cancelli delle anime e, dopo averli varcati, ne divenne custode e Signore. (8)Chi varcò i cancelli era Magma, ma da quel momento fu da tutti conosciuto come Ade. Tra(9) le fiamme lasciate libere si riusciva a scorgere una figura alta e imponente la cui voce scuoteva (10) le montagne e i cui passi lasciavano desolazione attorno (11) a sé e fu chiamato Nathamer. Egli (12) era costituito dall`essenza di Simeht unita alla forza distruttrice di Magma, Era (13) araldo e signore allo stesso tempo e diventò portavoce di Shierak e di Simeht e il Male era entro di lui (14) e fluiva nel suo corpo e aveva forgiato nel fuoco la sua anima.

 

CAPITOLO 12

[ Il Richiamo di Nathamer ]

E Nathamer si elevò sull’abisso in cui era prigioniero Simeht e gonfio di odio e di rabbia lanciò il suo richiamo, squarciando le dimensioni e il tempo, riversando nella terra di Extremelot l’orrore del Caos Strisciante.Ogni mezzo venne contrapposto nel tentativo di rigettare indietro il putrido abominio richiamato da Nathamer, ma solo l’intervento della Dea poté rigettare indietro ciò che era stato chiamato dall’ Esterno. Afferrò una galassia e la strappò dal cielo e nel vuoto lasciato da essa precipitò il Caos Strisciante e cancellò dalla mente di Nathamer la capacità del ricordo, affinché esso non potesse più ripetere il suo richiamo, poi lo colpì violentemente ed egli giacque in un sonno profondo. Racchiuse la malvagia conoscenza in un vaso e lo scagliò verso il vuoto. Ma Apophis il malvagio volò veloce e infranse con gli artigli il vaso prima che venisse risucchiato nel vuoto e il ricordo contenuto fuoriuscì violentemente, ricadendo su Extremelot penetrando nella mente di molti uomini che prima di impazzire scrissero col proprio sangue ciò che avevano udito confusamente nella loro mente. I manoscritti furono riuniti in un unico libro nel tentativo di distruggerlo. Esso prese coscienza e fu in grado di soggiogare la volontà dei suoi possessori, nutrendosi della loro energia vitale e donandogli la possibilità di evocare alcune delle creature scacciate da Themis nel vuoto cosmico. Venero prodotte copie, ma più ci si allontanava dall’originale più esse diminuivano la loro efficacia. Poi il libro scomparve e solo le copie vergate da Umani, ormai folli, rimasero a testimoniarne l’esistenza. Ed essi chiamano quel libro Nekronomikon.