Clan degli Orodreth

(Elfi)

Fondatore: Lord NEVERMIND

Ufficializzazione: 09 febbraio 2004

Capoclan: Lord NEVERMIND

 

DESCRIZIONE E ATTIVITA'

Gli elfi Orodreth, si sono per lungo tempo dovuti mescolare con gli altri elfi di indole non malvagia, non avendo una guida che li portasse allo scoperto dimostrando dinanzi a tutti l’orgoglio di essere malvagi. Essi sono per aspetto e tradizioni anche molto diversi gli uni dagli altri, ma tutti accomunati dal desiderio di servire le Tenebre. Quando finalmente hanno reputato i tempi maturi, si sono riuniti sotto il vessillo delle stelle nere, che in elfico per l’appunto si traduce in Orodreth. Essi sono fieri, superbi; si considerano nettamente superiori agli altri elfi che ancora credono nella giustizia e nel bene, anche se possono sfruttare accordi presi con loro per il proprio interesse. Tendono inoltre a divenire una comunità totalmente autosufficiente, accogliendo fra le proprie fila elementi di qualunque mestiere e gilda, purché votato al Male assoluto.

STORIA

La Nascita degli Orodreth

Lunghi i giorni di gloria e di oscura pace…
Il mio nome è Turin Turanibar, semplice umano che la sua longevità deve al potere Oscuro.
Il tempo mio volge al termine, e prima ch'io divenga polvere immemore, su questa pergamena narrerò dell'inizio... di come il Male legò l'Oscuro Re e altri con e dopo egli, con un Anello, da Madre Morte stessa forgiato per chiamare a sè i figli suoi.
Nell'Era in cui le terre del Regno erano nulla nel nulla, Re Orodreth, unico figlio di Finarfin, nato da Owle Re di Noldor, regnava sulla loro desolazione. Al suo seguito il popolo di Elfi Noldor ne costituiva la sudditanza; ed egli era un Re giusto, era retto e onesto, governava con pugno fermo e autorità, e meno non si poteva dell'essergli fedeli ed onorare il suo nome e la condotta sua, che si rifletteva ovunque.
In quelle terre il popolo viveva in pace, entro grotte scavate nella millenaria roccia dagli stessi Noldor, sviluppando così le proprie arti in un susseguirsi di giorni, mesi, anni...
Ed uno dei tanti e tanti giorni che i Noldor videro sorgere e perire, io giunsi tra loro, piagato dalla malattia cui gli umani sono sì soggetti... Ma dal Re Orodreth e dai suoi Elfi... sottratto a Morte.
Una volta guarito, la mia riconoscenza non mi permise di sottrarmi al volere del Monarca, che chiedeva io restassi a prestargli il mio servigio. Era come se dentro me sapessi quale sarebbe stato il destino che di lì a poco avrebbe mutato le esistenze di tutti noi, come se sapessi già quale sarebbe stato il ruolo mio al quale adempiere.
Per troppo il Male era restato dormiente, e per troppo ancora aveva osservato da sotto la terra, da dentro gli anfratti, dal silenzio... La Calma e il Bene che avvolgevano il mondo si crogiolavano nell'illusione del potere assoluto, ma senza il Male il Bene non ha forma... Entrambi, se da un lato si respingono, all'opposto dipendono l'uno dalla presenza dell'altro, come la Vita e come la Morte... E si era ora fatto il tempo... E Madre Morte dischiuse le sue enormi, scheletriche braccia e ordinò al Male stesso di modellare i suoi figli.
Dalle pacifiche creature e dal nostro Re Orodreth, il verbo sibillino del Male fu percepito... Fu visto lo spettro suo vagare nella notte e soffocare l'aria... Stendersi come nero velo sull'Astro infuocato e adagiarsi oscenamente sulle montagne e farle fremere sotto la sua potenza... E il Re adunò dunque il suo esercito di Elfi preparandosi alla battaglia che sapeva incombente.
E così, tra la foschia di un'alba in cui l'Astro Solare sorgeva oscurato da quell'ombra e le Stelle emanavano una luce Nera, gli Elfi scesero in battaglia guidati dal loro Re.
Il conflitto divampò nella sua violenza più alta! I Noldor si batterono fino allo stremo delle loro forze contro lo Stratigoto del Male, ma... ma a nulla valsero le loro vite, le loro ferite, il sangue che arrossava la brulla loro terra... Sotto forma di drago il Male era sovrano e superiore a qualsiasi creatura vivente, a qualsiasi principio che la muoveva! E quando la fine giunse... egli ghermì Re Orodreth, apponendo al dito anulare destro di esso un Anello... Una nera aura avviluppò il Re e fece obliare la sua mente nelle Tenebre della rivelazione del Potere Oscuro e della conoscenza della Nera Somma Signora, la Morte...
Il Re ordinò dunque a ciò che restava del popolo suo la ritirata, e da quell'istante un nuovo ordine di leggi vegliò sulle sue terre, divenute podere di Madre Morte... Oscura Stella guida dei malvagi.
Ivi il Re Orodreth mutato d'animo ordinò venisse costruita una Torre che con la sua cima avrebbe lambito le nere stelle del firmamento sopra la terra dei suoi padri, per propiziarsi la benevolenza della Morte. Ma gli Elfi Noldor compresero il mutamento del loro Sovrano, che mano a mano vedevano sempre più cupo e sempre più severo... E quando essi lo abbandonarono, pian piano, uno dopo l'altro, egli divenne sempre più solo... Nessuno più giungeva nelle sue terre, impaurito dalla sua Nera Forza... Passarono infinite lune che videro il Re rinchiuso nella Torre con al suo fianco, come unica compagna, Madre Morte... Lei, si... Ed io... Io che gli restai accanto legato dalla mia stessa riconoscenza.
In uno di questi giorni che lenti scorrevano scolpendo il passare del tempo sul mio volto, pur restando io interiormente giovane come un tempo, il potente Signore mi chiamò a se, ordinandomi di scrivere il suo volere in un dettato che ancora conservo nella memoria:
"Io, Re Orodreth, abbandono il mio Regno per volere della Nera Madre. Altre terre dovranno cadere sotto la sua sferza et attraverso il braccio mio che essa guida. La Torre Orodreth che ho io fatto edificare et che porta indi mio nome, verrà lasciata in custodia al fedele et umile Turin; a codesto uomo lascio le chiavi che ne aprono i cancelli et il mio Anello, che solo potrà essere apposto al dito di chi dopo me so che verrà... Se egli non sarà colui che porterà l'oscuro dominio nelle mie terre, l'Anello stesso lo consumerà sino all'oblio in Morte! Lascio a Turin inoltre il Tomo del Casato in cui ho vergato le leggi che la Nera Madre mi impose affinché tra gli Elfi potessero essere scelti i suoi figli."
Egli partì una notte nebbiosa, per non fare mai più ritorno.
Vidi le Oscure Stelle sopra la Torre affievolirsi, ed io vegliai per un tempo indefinito su ciò che egli mi aveva lasciato in custodia, soffrendo della mia eterna vecchiaia e restando a vegliare nell'ombra.
Una gelida notte sferzata da un vento sibilante udii lo stridore metallico dei cancelli che s'aprivano, sotto la spinta del vento incessante... Sporgendomi da una delle bifore della Torre, prima di scendere da essa per andare a chiudere i cancelli, scorsi due figure avanzare verso essi e superarli entrando nella radura antistante la Torre. Quasi percepissi in quella circostanza un volere maggiore del mio dovere, restai nell'oscurità della Torre ed osservai quelle due figure che vi penetravano come guidate loro stesse da una volontà suprema.
Una volta entrati, quelli che spiavo dal buio scoprii essere due Elfi: Lord NEVERMIND di Númenthule e la Signora CERIDWEN DoUrden... percepii in loro lo stesso potere oscuro che nel mio Padrone e Signore Re Orodreth avevo sentito, ma restavo nell'ombra e spiavo, ed un giorno decisi di far rinvenire loro l'Anello del Re, l'Anello Orodreth, per scoprire se un legame esisteva tra loro.
Lord NEVERMIND vide l'Anello che io muovendomi nelle ombre avevo lasciato in un punto perché esso fosse rinvenuto, e lo rigirò tra le dita osservandolo, quasi avesse ritrovato finalmente un qualcosa che era da sempre stato suo, e lentamente lo appose al suo dito e vidi esso emanare oscuro alone di Madre Morte e compresi che s'era fatto il tempo ed il mio dovere.
Allo stesso modo allora feci pervenire il Tomo del Casato alla Signora CERIDWEN, affinché ella lo custodisse... Rimasi sempre celato ai loro occhi, ormai assolto il mio compito sentivo forte il richiamo della Morte e non volevo ad essa più sottrarmi; giunsi solo a vedere che dunque il volere del Re e della Nera Madre si compivano... Elfi giungevano alla Torre Orodreth per divenire figli del Male e le Stelle Nere sopra essa scaturirono tutta la loro luce Oscura.
Ed ora mi risolvo ad abbandonare la terra del nuovo Sovrano, Lord NEVERIMND, e dei suoi Elfi Malvagi, per andare a morire lontano... come prima di me fece il mio Re.

Turin Turanibar

 

STATUTO

ARTICOLO 1 - Descrizione socio-politica del Clan –
Il clan degli Orodreth (che è un termine elfico il cui significato nella lingua lottiana è stelle nere) nasce come esigenza di unione e collaborazione di una parte di elfi di Lot che, pur riconoscendo che la razza elfica è neutrale, sono maggiormente inclini ad un indole malvagia, caratterizzando così il clan come un clan Neutrale di indole malvagia.
Fondato da Lord NEVERMIND di Númenthule esso raggruppa quindi tutti quegli elfi che vogliono prendervi parte giunti a Lot ognuno da esperienze di vita diverse, ma accomunati dal comune scopo: servire le Tenebre.

ARTICOLO 2 - Scopo e comportamento del Clan –
Lo Scopo del Clan degli Orodreth è quello di riunire in un unico Clan tutti gli elfi di indole malvagia. Per la difficile gestione dell’indole malvagia, i membri del Clan hanno tutti un carattere spiccatamente individualista, seppur mitigato nella convivenza all’interno del Clan stesso dal principio basilare secondo il quale la gerarchia dello stesso vada rispettata e che il legame nelle Tenebre possa portarli ad accrescere la gloria propria e del Clan in favore delle Tenebre stesse.
Essi dunque si prefiggono lo scopo ultimo e sovrano di asservire alle Tenebre il maggior numero di anime possibili, sfruttando ognuno le proprie peculiari capacità e attitudini, per glorificare così nel migliore dei modi l’ideale comune di totale annientamento del Bene in favore del Male.
Fra gli elfi del Clan degli Orodreth non è difficile trovare sia elementi forti e dal carattere bellicoso, e quindi prevalentemente portati all'arte della guerra, sia esteti ricercatori della sottile arte della corruzione dell'animo umano (i quali spiccheranno quindi per doti di diplomazia e dialettica); non mancano fra gli elfi del Clan degli Orodreth elementi che possano spiccare in altre arti, quali l'addestramento di animali o la magia, che tenteranno quindi di inserirsi in Gilde o Mestieri che sviluppano tali doti in modo da poter portare così il clan ad una quasi totale autosufficienza, ferma restante l’attiva e fattiva collaborazione che sarà sempre preminente e fondamentale con le gilde che meglio sviluppano tali arti.

ARTICOLO 3 - Caratteristiche fisiche predominanti del Clan -
Gli elfi del Clan degli Orodreth, accogliendo qualunque elfo, di qualunque provenienza, purchè votato al servire le Tenebre, non hanno caratteristiche fisiche predominanti, ma sono piuttosto un eterogeneo gruppo che spazia qundi fra tutte le possibili caratteristiche anatomiche descritte dall’Accademia delle Razze del Granducato di Lot.

ARTICOLO 4 - Gerarchia del Clan -
Il Clan è governato dal Capoclan che prende il nome di Elrohir (termine elfico il cui significato nella lingua lottiana è Duca), coadiuvato da un Senato composto dalle più alte cariche di ciascuna delle sezioni di cui è composto il clan (Militare/Strategica, delegata alla difesa militare del Clan, Diplomatica/Giuridica, delegata ad intrattenere rapporti diplomatici e all’amministrazione della giustizia interna del clan, Religiosa/Magica, delegata allo svolgimento delle cerimonie interne al clan, ed infine quella Artistica/Filosofica/commerciale, che costituisce anche la Corte del Clan) e da un Primo Cancelliere (che sostituisce il Duca in sua assenza avvalendosi della fiducia accordata che il suo ruolo richiede e che segue il capoclan nei normali compiti di supervisore, oltre ad essere Tesoriere del Clan) e un Vice Cancelliere (che sostituisce il Primo Cancelliere in sua assenza avvalendosi della fiducia accordata che il suo ruolo richiede).
La gerarchia è rigidamente monarchica. L’Elrhoir a suo insindacabile giudizio assegna le cariche dei membri all’interno del clan in base a criteri meritocratici.
Le 4 sezioni sono a loro volta così suddivise:

ARTICOLO 5 - Meccanismi decisionali -
Il Capoclan, Elrohir, deciderà della vita del Clan per quanto riguarda le questioni fondamentali allo svolgimento della stessa,come ad esempio modifiche allo statuto da sottomettere a un nuovo vaglio dell’Accademia delle Razze o rapporti di alleanza/belligeranza con altri clan, gilde o mestieri, mentre si consulterà con il Senato per tutte le questioni di secondaria importanza, ferma restando la sua fiducia ai capi delle varie sezioni per tutto ciò che riguarda il normale svolgimento della vita di Clan.
Le leggi Lottiane hanno in ogni caso precedenza e maggior valore su quelle interne al Clan.

ARTICOLO 6 - Requisiti di ammissione -
Saranno ammessi a far parte del Clan gli aspiranti membri elfi di indole malvagia che abbiano frequentato i corsi di Razza dell’Accademia (almeno quelli inerenti la propria a decorrere dall'obbligatorietà della procedura) e che abbiano poi superato un colloquio con l’Araldo di Corte che li reputi idonei ad entrare nel Clan.

ARTICOLO 7 - Capo Clan -
Il CapoClan ha facoltà di abdicare in qualunque momento lo ritenesse opportuno. In caso di comprovata inadempienza al proprio dovere o di alto tradimento del Clan il Capoclan può essere rimosso solo a maggioranza assoluta di tutti i membri del Clan, i quali convalideranno la rimozione in seduta plenaria.
Il CapoClan verrà quindi rieletto a maggioranza relativa del 50% più uno i facenti parte del Clan al momento della rielezione così come indicati nella bacheca pubblica del clan stesso (leggasi sito). A decorrere dall' attivazione di codesta procedura da parte dell'Accademia delle Razze é obbligatorio che un aspirante CapoClan abbia conseguito l'apposito diploma dall'Accademia delle Razze.

ARTICOLO 8 - Punizioni, Espulsioni -
Essere contro il Clan con azioni e/o frasi tali da ritenere il membro lesivo nei confronti del Clan stesso comporta l’espulsione immediata e/o la pena capitale, fermo restando che sia chi commina che chi esegue materialmente l’esecuzione capitale è a conoscenza di poter incorrere in provvedimenti da parte degli organi giuridici lottiani. Tipici esempi di tali azioni sono il tradimento o lo spionaggio, mentre tipici esempi di frasi sono quelle atte a denigrare in pubblica sede il Clan.
La violazione del rispetto verso un superiore all’interno del Clan sarà punita con un periodo di sospensione dal Clan stesso.
Qualunque atto offensivo nei confronti di un membro del Clan comporterà la sospensione e/o degradazione nella gerarchia interna del Clan stesso.
Tutte le punizioni hanno chiaramente valore solo ed esclusivamente all’interno del Clan e saranno precedute, ad insindacabile decisione del capoclan, Elrohir, da un processo interno al Clan stesso, secondo le modalità ed i procedimenti interni.
Qualora un membro si dimettesse (rimuovendo il CapoClan dall’avatar) nessuna persecuzione nei suoi confronti sarà attuata dai membri del Clan stesso.
Se fosse invece intenzione del Clan perseguire anche i dimissionari, il Clan si assume ogni responsabilità di fronte alle Istituzioni Lottiane.
Nel caso di un comportamento criminoso perpetrato da uno dei suoi membri, lo stesso Clan ne diventerà direttamente responsabile (salvo ne dimostri la completa estraneità), così come se si opporrà alla Giustizia di Lot nel perseguire uno dei suoi membri macchiatosi di un crimine punibile dal Granducato.

ARTICOLO 9 - Varie -
Il saluto degli elfi appartenenti al Clan degli Orodreth è Taurnil (temine elfico il cui significato nella lingua lottiana è Oscurità), come oscuro è il comportamento degli appartenenti al Clan. Può essere usato come unico saluto oppure unito al saluto di gilda e/o di mestiere. Qualsiasi titolo nobiliare, onorifico o di mestiere attribuito alle gerarchie del Clan è valido solo all'interno del Clan stesso e in nessuna circostanza lo si deve intendere riconosciuto dal Granducato di Lot.

 

Sito Ufficiale: http://www.orodreth.com/