L’avvento del nuovo Governo
(il racconto, per non dimenticare)

- Vecchie e Nuove Alleanze -

Un esempio eclatante di quanto le imposizioni del Nuovo Governo, di quanto la precaria libertà nella manifestazione di opere e pensieri, della stessa professione del credo, stessero suscitando in seno ad Ordini e Mestieri, ebbe a sfociare nella scelta della Gilda delle Guide.

Nella sua enunciazione, il 18° giorno del III mese, il Capo delle Guide Lottiane, Lady Iceba, annunciò il distacco da qualsiasi schieramento, proclamando la rinascita della Gilda nella sua totale neutralità.

Forse notizia improvvisa, ma, per quanti ebbero modo di conoscere il pensiero di Iceba, non del tutto sorprendente.
Non di rado tale pensiero fu palesemente esposto, evidenziando una mai interrotta insoddisfazione per quanto stava accadendo.

Dubito fortemente che il raggiungimento di tale scelta fosse il frutto di un improvviso ed affrettato ripensamento alla passata posizione.
Congetture e riflessioni che per giorni tormentarono l’animo del Capo della Gilda, lasciarono intendere che la conclusione fosse stata il naturale sbocco di un fiume di idee e di una coerente presa di coscienza.

Ma tanto poteva essere avvertito come un sintomo comune?

In effetti, la consapevolezza di allontanarsi dal Governo del Conte Thorm, non tanto per agganciarsi all’Alleanza Bianca, quanto invece per riagguantare l’agognata neutralità, poté dar adito al pensiero che tale imparzialità non fosse poi così manifestamente applicabile al cospetto del Regime al potere.

Se è vero come è vero che il Dio Oscuro bandisse una sorta di libero arbitrio, tanto sarebbe dovuto bastare per mantenere la posizione cui la Gilda s’era allacciata.

Ma essere costretti, dopo innumerevoli e contrastanti stati d’animo, a prediligere la neutralità generica piuttosto che la neutralità del GranDucato, abbracciò un’idea che non poté lasciare troppi dubbi.

L’adozione di tale decisione non fu di certo una traccia alla volta della Bianca Alleanza, ma il fatto che essa, in un certo qual modo, simpatizzasse, per così dire, con la causa degli "eretici" si riassunse nella convinzione che proprio coloro che contrastavano l’opera del Conte, innalzavano nel termine di "libertà" e, conseguentemente, di neutralità, uno tra i premi da riconquistare.

Tuttavia, se fosse possibile analizzare quante e quali volte tale termine sia stato usato, nell’uno e nell’altro senso, con i valori di ogni fazione, potremmo scoprire che non sempre il sinonimo di una parola è lo stesso.

Nello stesso periodo in cui le Guide riprendevano la propria indipendenza, nuove voci s’insinuarono tra i vicoli della cittadella.
E, in alcuni casi, esse furono più di striduli suoni portati dal vento.

I Cortili Elisi del Palazzo di Corte furono teatro degli eventi che diedero eloquenza all’essenza del giovane Uther Pendragon, l’Infante.

L’anima del Conte Erik, quella che i Custodi dell’Ade ebbero modo di riscontrare nella presenza del fanciullo, nella notte del 21° giorno del III mese, apparso attorno ad una folla assediata sulle sponde del laghetto dei cortili ducali, alimentò le speranze e la fede nella rinascita dell’Antica Lot.

La ricerca dei Custodi, guidati dall’Arconte Sbarzo, pareva essere giunta ad un bivio determinante, quella notte. Le tacite risposte del fanciullo, incomprensibili per i Novizi ed i Custodi, ma chiare per l’Arconte, diedero sostanza alle riflessioni di quanti furono testimoni dell’evento.

"Bisognava cercare l’anima del Conte Erik!".

Queste le parole pronunziate da Sbarzo e vergate, a memoria di tutti i cittadini, nelle sale delle pubbliche Bacheche dal Novizio Nawheera Von Vurdàlak.

Piccolo fuoco di buon auspicio?

È probabile.
Come probabile fu il fatto che l’Alleanza Bianca leggesse nel volto del fanciullo lo sguardo capace di ricondurre il sentiero sulla scia luminosa di Themis.

Di li a poco, la sera del giorno dopo, infatti, un piano ordito dai seguaci della Dea, con il pesante ausilio dei Signori dei Draghi della Luce e del Governatore Glaudius, conclamò il rapimento dell’Infante.

A testimonianza di quanto avvenne, il ricordo del Custode della Storia Atropos, unitamente alla presenza, tra gli altri, dei Difensori Alex86, Gaalad, WolfdiLot, e dei confratelli Detentori Juza, minoan e YulEinsdorff, fu di chiarimento per quanti non furono partecipi del fatto.

Nell’oscurità dei Cortili Ducali, tra l’aria sfolgorante delle ali del Drago d’Argento Icewind, apparso d’incanto nel cielo sovrastante i giardini della Corte, forse richiamato dalla volontà dei Signori dei Draghi di Luce, Uther Pendragon, l’Infante in cui l’animo del Glorioso Erik pareva bruciare di fiamma intensa, venne afferrato dalla volontà del Semidivino Volatile.

«La vita per la vita ...la morte per la morte ...che avvenga il Legame!» Queste furono le improvvise parole proferite dal Primo Signore dei Draghi di Luce, Lady Sophia, per suggellare l’affinità tra il Semidivino Icewind e l’Infante. Ed improvviso fu il fascio di luce che scaturì dal Drago Argentato, avvolgendo la figura del giovane.

Mistico legame si creò tra i due, incrociando i loro destini.

Tra lo stupore e lo sgomento, gli astanti cercarono di valutare le condizioni del piccolo e del Drago, che sembravano essere una cosa sola.
La forma alata si legò al giovane quanto il più spirituale dei vincoli può incatenare due corpi ed il piccolo venne condotto al Picco dei Draghi dove venne affidato alle cure dei Signori dei Draghi di Luce.

Al cospetto di tale evento, il grido dei fedeli a Themis fu l’esternazione di una tra le conquiste più gioiose e gloriose degli ultimi tempi.

Il fanciullo che deteneva le sorti future del trono, il pupillo del Conte e del Nuovo Governo, l’essenza, che ciascuno, di quanti erano parte integrante del conflitto, sapeva essere l’essenza propria del GranDucato, era ora nelle mani dei difensori di Themis.

Tuttavia, sebbene il tranello attuato per compiere il rapimento fosse stato comunque di pregevole ed accurata fattura, lasciò perplessi il fatto che nessuno, tra le linee della Nera Madre, a parte, forse, il Tallmud Booby, che in maniera seppur impacciata tentò di afferrare il Piccolo, fosse stato presente a minare la linearità dell’evento. O, se tali Scure Anime fossero presenti, non opposero l’adeguata contromossa per ovviare alla situazione.

La difficoltà di recuperare il Giovane Uther dal Picco sarebbe apparsa immediatamente palese, allo stesso modo di quanto minacciosi e scomodi, per i seguaci di Simeht, erano stati i precedenti incontri con il fanciullo da parte dei Themisiani.
L’Infante aveva condotto per mano, in quei brevi istanti che lo videro al cospetto dei Custodi, una prima volta, la mente di questi ultimi attraverso il sentiero che essi auspicavano.

Un’evidente traccia da seguire con la volontà e la fede, mai venuta meno?
Un pericolo, forse, per i fedeli al Conte, sicuri della loro forza?
Un prezioso dono per chi li ostacolava?

Ma, nello svolgersi naturale delle cose, ogni tuono segue il lampo e sciocco credere che l’urto all’onore del Conte non potesse essere in qualche modo preso a rivalsa.

Dalle cronache della Signora MorwenAdena dei Caldei, Chierico Maestro della Sacra Vita, intorno al 22° giorno, s’apprese della scomparsa del Sommo Yerle, risalente ad alcuni giorni prima, quando, recatosi all’accampamento della GNE, di lui si perse ogni traccia.

A nulla valsero le perlustrazioni nei dintorni della Vecchia Torre e malgrado, come dai Chierici stessi rivelato, fosse desiderio del Sommo raccogliere le proprie idee in solitudine, il tempo necessario e la pericolosità delle zone, avrebbero dovuto ben presto indurre Yerle a cambiare opinione.

D’altro canto, c’è anche da ricondurre a memoria il sinistro impiego dell’astuzia dei seguaci del Conte.

In principio, il timore che la sparizione del Chierico potesse legarsi ad una voluta cattura da parte dei seguaci di Simeht andò per la maggiore.

Non nuovi ad opere d’inganno e sprezzanti dell’ingenuità, se è concesso definirla in tal modo, dei sostenitori della Dea, ingenuità sempre tuttavia guidata dalla convinzione di poter porre a confronto il proprio dogma, gli oscuri adepti del Caos avevano avuto modo di mostrare, in passato, quali fossero i mezzi da porre in campo per indirizzare l’ago della bilancia a proprio favore ...anche se tali modi, dopotutto, avrebbero potuto essere incomprensibili, molte volte, perché contrastanti al cospetto delle elargizioni di "buona volontà per il Bene del Regno", vociate a maggioranza dalle schiere Nere.

E più volte, obbiettivamente, il capo si piegò in una smorfia di disagio, nel notare quanto poco rispetto per tali promesse fosse stato attuato e di quanta, invece, reale e caotica opera fosse da essi stata dipinta tra i vicoli del GranDucato.

Come il presunto trafugamento, quindi, della persona del Sommo Chierico, inizialmente imputato alle orde dell’Augusto, anche l’occultamento di anime da sempre illustri sostenitrici non tanto di Themis o di Simeht, quanto del mero sviluppo del GranDucato, semplici ed indispensabili mezzi per un fine che fortificava l’essenza del GranDucato, alimentò il dubbio sulla coesione tra il Governo ed il suo agire per il "Bene di Lot".

I ceppi che si chiusero ai polsi del Cartografo e Detentore, Lord Jigoro, attirato con l’inganno come ampiamente palesato e costretto ad un’agonia che interruppe quel compito che da anni espletava, compito che tutti conosciamo e, oggettivamente, riconosciamo indirizzato alla fioritura della cittadella, evidenziarono quanto desiderio per il "Bene" del Regno si celasse dietro i cappucci scuri di Simeht!

Nonostante ciò, ancora una volta, una stessa parola assunse significati diversi, se non addirittura opposti.

L’animo umano non è perfetto, anche se forse qualcuno non esiterebbe a porre delle eccezioni, non più nel Male che nel Bene.
Lo scellerato ha le sue virtù, come l’uomo onesto ha le sue debolezze. Ciò che si considera Male viene quasi sempre dall’ignoranza, ma la buona volontà può fare guaio quanto la malvagità, se non è illuminata.

Dando troppa importanza alle "buone azioni", si finisce col rendere un omaggio indiretto al Male: allora, infatti, si lascia supporre che le buone azioni non hanno pregio, in quanto poco rare, e che la malvagità e l’indifferenza determinano assai più frequentemente le azioni dello spirito umano.

Ma è davvero ragionevole tutto ciò che è buono?
Davvero, essere veramente razionali, può significare divenire etici?

Nell’enfasi delle considerazioni, spesso, si tralascia il valore di ogni singola congettura, ed il saper porre a freno l’idea che inganno, rapimento, invidia, così come lealtà, onore, tolleranza, non siano sentimenti del tutto slegati tra loro può essere rilevante.

Intrecci complessi e, nel contempo, precari ...come i due aspetti sinistramente concatenati che diedero dimostrazione di quanto equilibrio fosse presente negli scontri cittadini.

Il 23° giorno di quel sanguinoso III mese, le lame di Themis e Simeht s’incrociarono, quasi all’unisono, nelle Sale della Corte e nel Tempio.

La Colonna di "eretici" che, dalla Vecchia Torre si mosse alla volta del Pronao del Tempio era formata da Leoni, Paladini, Maghi Bianchi, Chierici, Alchimisti, Congrega delle Streghe, e ancora dagli Erranti, Signori dei Draghi della Luce, Dragoni di Lot, Militi di Mistral, Amdir, e alcuni Druidi, tra i quali Rings, Pulsatilla, Krhistal, Morjana, Kemya, Emaleth e Leonhart, come dettagliatamente trascrisse il Druido Novizio, Lothorien Enduil, anch`egli presente.

Malgrado le perdite dei seguaci di Simeht, numerose e significative, il Tempio non crollò sotto la pesante mano degli "eretici".

Quella notte, Streghe, Maghi e Chierici si avvicendarono nel lanciare incanti al fine di abbattere le barricare dei Neri. Particolarmente, come tracciato dal Druido Novizio Lothorien Enduil "...ruppe gli indugi la consorella Morjana che invocando ***CONTROLLO VEGETALI*** fece crescere arbusti tutt’intorno alla figura dell’Empia Voce di Simeht Aroree e che muovendosi in spirali verdeggianti lo avvilupparono...".

Ad essa, fecero seguito altre e devastanti magie, protese a far perdere i controllo del Pronao alla Fazione Oscura ma, come ebbe a sottolineare Sir Riddle Zhentarim,
Cavaliere Tessitore del Redentore, "... il sorriso mi torna in quanto nonostante il sangue versato, nonostante le numerose vite di valorosi combattenti siano state sparse sul campo di battaglia, il PRONAO è ancora in mano nostra.!... Opportuno l’intervento dell’Empia Voce di Simeht, Faelyn Shar Ninthly, la quale, invocando il Suo Nome ha richiamato la "Maledizione di Simeht" facendo discendere sul campo di battaglia la Sua Aura, costringendo gli attaccanti alla fuga."

Verbo eloquente di quale fosse il risultato di tale scontro.

«Nella notte un rito che è costato sangue, sofferenza e fatica all’intero ordine, i monaci seguaci del sommo padre Simeht, hanno compiuto l’estremo rito mistico, scacciando la nefanda presenza della falsa dea dal tempio cittadino, nel quale risiede ora l’oscura e confortante presenza dell’unico.»

Questa incisione, che reca la stigma del Ministro dell’Empio verbo di Simeht, HeavyDevil, fu affissa nelle pubbliche Bacheche a seguito della sconfitta Simehtiana, ma non della perdita del Tempio da parte della Nera Fazione, a dimostrazione di quanto il passaggio dalla venerazione della Dea al culto del dio Oscuro, e viceversa, all’interno del Simbolo della religione del Regno, fosse amaramente altalenante.

E mentre il Tempio resisteva all’impeto della Bianca Alleanza, nuovamente sottomesso al potere degli adepti di Simeht, la Corte viveva un’esperienza diametralmente opposta.

L’assalto al Palazzo Ducale, tenacemente protetto, rappresentò lo schianto della forza belligerante del Conte.

A difesa delle sale cortigiane vi erano Paladini, Leoni, Dragoni, Cavalieri della Dea Themis, Cavalieri Erranti, membri del Reggimento Phoenix agli Ordini del Governatore Glaudius e dell’Armata Ducale, il Reggimento Mistral, membri della Corte dei Grifoni,dei Clan di Lot volti alla Luce e delle Bianche Guardie Ducali. Con essi vi era il prezioso quanto indispensabile supporto delle Preghiere e degli Incanti di Chierici, Maghi Bianchi, Maghi Rossi e Druidi, accurato elenco portato a memoria da Enegar di Avalon, Paladino dell’Ordine della Corona e Comandante dei Grifoni.
Apparve, non priva di attiva partecipazione, l'opera di numerosi Clan e Famiglie, tra cui i Morrighan, fornito gruppo di fedeli all'Unica, che da sempre, chi da una parte chi dall'altra, sostenevano il pensiero degli alleati con il cuore e la spada.

E la battaglia che s’apriva ebbe risonanza maggiore se si pensa alla mistica presenza di Colei che della Dea era diretta essenza.
Come altre volte in passato, Gaia ebbe un breve sussulto negli istanti che precedettero immediatamente il tumulto ella Corte.

Nel dettaglio, ricondotto al ricordo dall’Arcimago Bianco Maestro, Fayere Sumeragi, sembrò che un oscuro presagio fosse celato nella scossa di terremoto, qualche istante prima dell’arrivo a Palazzo delle fila dei nemici.

Nel leggere, tra il tremore della terra e lo scricchiolio delle mura, un disegno fatale, il Mago ebbe la sensazione corretta che qualcosa di nefando stesse per accadere.

Tenue la nebbiolina, così come lui la descrisse, che s’innalzò dal terreno per dileguarsi presto, ma forte il pensiero che sensibile urto avrebbe mosso il tempo.

Gli eventi, sebbene già in atto nelle menti dei seguaci dell’Oscuro, non attesero ad avvalorare la sua tesi.

Malgrado le dure e ripetute offensive dei Simehtiani, le barriere della Corte ressero bene.

Le schiere sostenitrici dell’Augusto, ritirarono l’impeto, lasciando le sale Ducali nelle mani dei fedeli a Themis.

Lo svolgersi dei due scontri, malgrado entrambi gli obbiettivi non fossero stati raggiunti da coloro che rispettivamente avevano mosso il passo alla pugna, vennero notevolmente influenzati da un aspetto che, giudicato a buona ragione tanto lecito in battaglia quanto spregevole nella lealtà di un rapporto, lasciò forti dubbi sulla reale compattezza della Nera Alleanza.

L’aspetto che si riassume nella parola "tradimento".

In effetti, sia nello scontro a Corte quanto in quello al Tempio, il crescente sgretolarsi dei patti sanciti all’interno dei seguaci del Conte, indebolirono le ferree convinzioni dei fautori di Caos e Morte, come amavano identificarsi loro stessi.

Il voltafaccia dei Dragoni, che da tempo maturavano l’idea di allontanarsi dal Conte, alimentò le forze numeriche della Bianca Alleanza che marciò sul Tempio, causando gli esiti descritti, mentre la presa di posizione dei Maghi Rossi, schieratisi nella battaglia della Corte a vantaggio delle postazioni dei fedeli a Themis, favorì la difesa della locazione.

In entrambi i casi, mere congetture e riflessioni, sembrarono non essere sufficientemente soddisfacenti, soprattutto per le fazioni di Simeht.

Cosa volle rappresentare, in realtà, il mancato rispetto degli accordi passati?
Fu davvero la presa di coscienza di talune Gilde e, in particolare, di Anime, a minare il pensiero di quanti avevano sorretto la Causa del Governo?
O, per l’ennesima, volta, l’inganno fece da padrone nell’opera apparentemente chiara e sorprendente?

Soluzioni che difficilmente possono essere raggiunte, allo stato attuale delle cose.
In un Regno dove tutto è in continuo movimento, ancorarsi a solide basi diviene arduo quanto aggrapparsi ad una glabra parete a picco sul baratro.

Ruotare il capo sondando le migliori ragioni per motivare determinate scelte, ha di per sé la spiacevole conseguenza di trovarsi faccia a faccia con la soggettività.

È probabile che l’opinabilità delle azioni determini una serie ininterrotta di idee, alle quali non vi è data possibilità di chiarimento, neppure, oso dire, da parte delle Anime in causa, troppo spesso costrette a giustificare in maniera confusa e vaga qualunque sorta di scelta.

Nella realtà delle cose: chi ha tradito chi? ...e perché?

Certo, sovviene il pensiero che la migliore maniera per aver successo nelle trame del potere sia quella di trovare una folla che stia andando da qualche parte e seguirne il percorso.
Ma, altrettanto vero è che illuminare il popolo significa insegnargli pubblicamente i suoi diritti e i suoi doveri rispetto allo stato di cui fa parte.
Dopotutto, le argomentazioni politiche non sono degne di una valida considerazione, quando è la Fede a traviare Spiriti e menti.

A frugare nella coscienza si trova sempre di aver trasgredito qualcosa.

Qualcosa che indipendentemente dal cosiddetto Bene o Male, fuorviava ciò che l’Animo considerava di fare in quel determinato istante.

Come ebbe a dire, nella concitata cartapecora affissa nelle pubbliche Bacheche, il 24° giorno, il Maestro degli Scorpioni Valleyman, a seguito dello "strano comportamento" della Rossa Alleanza:


« ... Ora proprio ai Maghi Rossi, poiché do loro possibilità di spiegare loro strano agire, chiedo conto di tale comportamento. Dobbiamo forse ritenere che l’equilibrio che dite guidarvi vi porti a usare lingua doppia verso i vostri alleati? Dobbiamo forse pensare che la parola Tradimento non sia così poco appropriata come forse sembrerebbe? Devo pensare che ciò che mai avrei pensato è avvenuto, che un alleanza sia rotta?...»

E, quasi a monito di un opposto senso di compattezza, il responso del Gran Maestro SHADE che raccolse, unitamente al proprio giuramento, accorate dichiarazioni di fedeltà a Themis ed alla Baronessa Astarte di illustri e fedeli testimoni degli eventi, tra i quali Lord Drakkan, Comandante dei Dragoni di Lot, l’Arcistrega Presea e la Vestale Pirea, Lady Didone Hargreaves ed il Primo Cavaliere della Dea Lord Haggar e Lord Giorgiox, Comandante delle Guardie Bianche.

Un sottile affronto allo sgretolarsi dell’unione della Nera Fazione, colpita al cuore dal gioco ingannevole dei suoi alleati.

Il tradimento, nella sue infinite sfaccettature, non può essere genericamente considerato sempre una cosa negativa.

Lungi dal fatto che mancare alla parola data sia accettabile, esso è comunque qualcosa che si cela all’interno di una miriade di pensieri, di stati d’animo, di riflessioni sull’andamento delle cose.

Mentire a fin di Bene, qualunque esso sia, non è cosa nuova.

Il raggiro per risollevarsi da un errore, può essere un mezzo devastante.
Ragioni e conclusioni.
Quali, allora, quelli che hanno spinto Maghi e Dragoni, la Nobile Astarte, o le stesse Guide, che, seppur nella scelta di una posizione neutra, hanno fuorviato il patto del principio?
È possibile davvero poterli conoscere tutti?


Glenyller
Detentore delle Antiche Tradizioni