Manoscritto
Seconda
spedizione alla Gola dei Sussurri
Erano
passati alcuni giorni ormai dalla prima spedizione quando, notte tempo, un
gruppo di Saggi, affiancati da Cavalieri della Dea Themis, Paladini, Druidi,
dalla Maga Bianca Kymerae e due Cerusici, si riunì in un luogo segreto.
Il
gruppo decise di tornare nuovamente nel sito dove era eretto l’altare dedicato
ad Hotalth, padre di Honorius, per scoprire qualcosa in più sui resti dei
Cavalieri di Themis che avevano lì rinvenuto durante la spedizione precedente.
Il gruppo si mosse dalla Rocca e la prima parte del viaggio si svolse senza
intoppi.
I
guai arrivarono quando i viaggiatori penetrarono in fila indiana nella
strettissima fenditura della Gola dei Sussurri, perfetta per un’imboscata e,
purtroppo, unica via d’accesso all’altare di Hotalth. L’assalto dei Goblin
non giunse dunque inaspettato. Gragnole di frecce si abbatterono sui membri
della spedizione e qualcuno fu lievemente ferito, ma per fortuna immediatamente
curato dal Cerusico Deargh, mentre Difensori, Paladini e Cavalieri ingaggiarono
una furibonda lotta con le orrende creature, abbattendole una ad una, tranne due
che, purtroppo, riuscirono a fuggire.
Quando
il gruppo si ricompose ed i feriti ebbero ripreso un po’ le forze,
s’incamminò nuovamente, fino a raggiungere il luogo tetro e disseminato di
morte che già avevano visitato tempo prima. Questa volta la vista dei morti,
sebbene sempre sconvolgente, non interferì con la lucidità delle menti dei
viaggiatori, che cercarono di ricostruire gli avvenimenti.
Gli
scheletri furono contati dal Sommo Detentore Althair, che ne individuò ben
quarantasei, tutti un tempo Cavalieri di Themis. Sull’altare, l’armatura
della Somma Sacerdotessa.
Analizzando
la situazione, spiccò chiaramente agli occhi di tutti la mancanza di
un’armatura che avrebbe dovuto essere presente: quella di un Primo Cavaliere.
Mentre i membri del gruppo si perdevano in congetture sulla stranezza del fatto,
si faceva strada nella mente di molti l’orrendo sospetto del tradimento da
parte del Primo Cavaliere a favore di Honorius; come già successo la volta
precedente il Consigliere Seryn si avvicinò all’armatura della Somma
Sacerdotessa e la toccò con una mano. Immediatamente il Consigliere cadde in
una sorta di trance ed iniziò ad avere visioni, come fosse in balia di un
arcano sortilegio. Iniziò a proferire frasi confuse, da cui però il resto del
gruppo trasse una serie d’informazioni; Seryn descrisse un manipolo di
Cavalieri che dalla città di Quinalth, sotto l’assedio delle forze oscure di
Honorius, scortava la Somma Sacerdotessa verso Lot per chiedere aiuto, quando
proprio in quel luogo venne loro tesa un’imboscata, che si risolse nella
strage la cui testimonianza era sotto gli occhi di tutti. Dopo le visioni il
Consigliere svenne, esausta.
Il
Druido AC22 percepì che nell’aria albergava un qualche pericolo ed il gruppo
si rimise precipitosamente in marcia verso Lot. In prossimità della Gola dei
Ghiacci, un manipolo d’Orchi e Goblin avanzò verso i viaggiatori. La lotta
questa volta fu davvero furiosa, ma terminò vittoriosamente tra il sollievo di
tutti. Per celare il Sommo Althair alla vista degli esseri ripugnanti, al fine
di proteggerlo meglio, il Druido AC22 formulò l’incantesimo della nebbia, che
parve funzionare, ma quando la nebbia si dissolse del Sommo non vi era più
alcuna traccia.
Vi
fu una consultazione, molti membri del gruppo non osavano nemmeno pensare di
abbandonare il Sommo in quel luogo, ma il Cavaliere Votan valutò che, viste le
condizioni generali del gruppo, sarebbe stata pura follia andare a cercare
immediatamente il Sommo. Così mestamente i viaggiatori ripresero la strada del
ritorno a Lot, proponendosi però di organizzarsi al più presto per tornare in
quel luogo alla ricerca di Althair.
Passarono
due giorni e due notti ma nessuna notizia era giunta sul conto del Sommo
Detentore, i Saggi, riuniti all’interno delle mura della Biblioteca,
esaminavano ogni tomo ed ogni volume in loro possesso alla ricerca di una
qualche spiegazione, mentre i Cavalieri Votan ed Aryan organizzavano una
spedizione per andare a recuperare Althair o ciò che di lui potevano
ragionevolmente trovare.
Sul
finire del terzo giorno, il Depositario dei Segreti della Storia Shanty, in
preda ad una strana agitazione, pregò alcuni confratelli di accompagnarla alla
Rocca di Lot, per andare a vedere ancora una volta se ci fosse qualche novità
riguardo agli accadimenti dei giorni passati. Fu proprio lì che, ad un tratto,
lo videro …
Avanzava
lentamente, zoppicava appoggiandosi alla sua fedele spada Glaciem, era allo
stremo delle forze … il viso tirato, gli abiti sporchi e consunti, sembrava
quasi lo spettro di sé stesso.
Shanty
ed i Difensori Keylan e Veladrin subito corsero verso di lui e lo sorressero,
portandolo in un luogo più sicuro, dove fu fatto sedere e rifocillato con acqua
e viveri. Althair raccontò di essere stato travolto dal cadavere di un Orco e
di essere stato scaraventato, insieme ad esso, nel profondo di un crepaccio,
complice la nebbia provocata dall’incantesimo del Druido. Una volta ripresosi
dalla terribile caduta, si era reso conto che la sua fida Glaciem era rimasta
incastrata sotto il cadavere dell’immonda creatura, così, nel tentativo di
recuperarla, spostando l’enorme e pesante essere, aveva trovato una mappa.
Seppur
nello stato in cui si trovava non gli era stato difficile interpretare i segni
di quella, seppur rozza, pergamena … si trattava della mappa delle
fortificazioni della città di Quinalth.
Un
solo pensiero aveva regnato nella mente di Althair per i due giorni seguenti,
quella mappa doveva essere portata a Lot, a costo della vita.
Berenice,
Custode degli Annali della Storia
Shanty, Depositario dei Segreti della Storia