Manoscritto

Il Ritrovamento

 

Era un pomeriggio come tanti quando un gruppo di Saggi Detentori si ritrovò ai Giardini delle Delizie nell'attesa di alcuni Ladri che avrebbero dovuto guidarli ed aiutarli nella ricerca di un misterioso Manoscritto. Una volta riunita, la compagnia partì seguendo le indicazioni del Sommo Detentore Althair e, giunta all’estremità orientale dei Giardini, s’inoltrò verso un ignoto passaggio. L’apertura era molto stretta e venne calata una scala che consentiva una difficoltosa discesa uno per volta. I Ladri Sir Alpy e Sir Belphegor, capitanati da Sir Galford, facevano strada.

L’apertura si allargava in un cunicolo dove il gruppo cercò di farsi luce con delle torce. Le pareti, umide e scavate nel terreno, anche se puntellate a tratti da grosse travi, continuavano a franare ad ogni loro movimento. Su suggerimento del Capobanda dei Ladri decisero di fermarsi e di puntellare le pareti con assi e chiodi, preparate nei giorni precedenti dai Saggi; una volta assicurate con grande cura, ripresero il loro cammino. Ad un tratto si presentò davanti ai loro occhi una misteriosa porta, ricoperta interamente da muschio e con un unico foro centrale.

I Saggi indietreggiarono e si disposero lungo le pareti per favorire il lavoro dei Ladri, che iniziarono a scrutare ai lati del passaggio vicino alla porta per controllare se ci fossero buchi o venature nella roccia che rendessero più facile il lavoro d’apertura, ma non trovarono nulla. Esaminando la toppa, notarono stupiti che la chiave avrebbe dovuto avere una forma cilindrica, questo alimentò ulteriormente i sospetti e la prudenza; una qualsiasi mossa sbagliata avrebbe potuto far scattare un trabocchetto.

Escluse le ipotesi di qualche incantesimo sulla porta ed appurato che l’apertura era solo meccanica, il Ladro Alpy si avvicinò alla serratura con gli attrezzi del mestiere ed iniziò ad armeggiare nel tentativo di farne scattare il meccanismo d’apertura.

I minuti sembravano interminabili, gli sguardi dei Saggi s'incrociavano ansiosi in un misto di preoccupazione e curiosità nel veder le svelte mani dei Ladri lavorare: cotanta destrezza aveva dell’impensabile.

Di colpo un secco rumore metallico, la serratura scattò ma un piccolo dardo partì all’improvviso e, sibilando, si conficcò in un trave poco distante. Fortunatamente nessuno fu colpito. I Ladri Alpy e Belphegor dopo un sospiro ripresero il loro compito, il volto era più disteso e sicuro.

La serratura, dopo un lieve scricchiolio cedette; una controllata veloce da parte dei Ladri per evitar altre brutte sorprese e la porta fu aperta, lasciando intravedere che il passaggio si allargava oltre la porta.

I Difensori e i Cavalieri dell’Arcana Saggezza, strinsero le else delle proprie spade, pronti a proteggere i loro cari confratelli, ormai rapiti dalla sete di sapere cosa li attendeva nell’ambiente appena scoperto. Seryn, la più curiosa si sporse un po’ oltre la porta, ma si fermò di colpo dopo il grido d’avvertimento di Galford, il quale, dopo aver controllato che non ci fossero altre trappole, diede “il via libera” alla compagnia. Si ritrovarono in una piccola stanza scavata nella roccia, con le pareti interamente ricoperte da scaffali carichi di manoscritti; era un vero spettacolo agli occhi dei Saggi, che riempì loro il cuore di gioia, tutti questi arcani manoscritti rappresentavano manna dal cielo per la loro fame di Sapere.

Purtroppo, non fu possibile fermarsi a gustare quei libri, ma si proseguì a cercare lo Scriptorium, che come ricordò il Sommo Althair, li attendeva probabilmente al di là della porta in fondo alla stanza.

Il Ladro Alpy si avvicinò all’altra porta, negli occhi gli si poteva leggere il pensiero della meritata lauta ricompensa; notò delle pietre irregolari sul pavimento davanti alla porta, queste avrebbero potuto essere la chiave d’apertura della porta oppure far scattare qualche trappola micidiale.

Il Ladro Galford osservò il pavimento con curiosità, non aveva mai visto nulla di simile, ma questo non lo scoraggiò anzi, scatenò in lui una sorta di sfida. Facendo appello alle sue conoscenze, cercò di escogitare qualcosa. Domandò in prestito al Sommo Althair alcuni tomi e chiese aiuto per l’attuazione del suo piano al Difensore AlfaAlfa; al tre di Seryn, Galford e AlfaAlfa avrebbero dovuto appoggiare contemporaneamente i tomi sulle pietre ed il Ladro Alpy, con la sua forza avrebbe dovuto aprire la porta. Calò il silenzio, AlfaAlfa, Galford, Alpy e Seryn si guardarono. Seryn iniziò a contare ed al suo tre il Difensore ed il Capobanda gettarono i tomi sulle pietre.

Dall'alto una lastra di pietra cadde fragorosamente a terra di fronte alla porta sollevando una nuvola di polvere ed imprigionando Alpy; dopo alcuni istanti centinaia di pipistrelli invasero la stanza dal foro nel soffitto.

I pipistrelli si accanirono sui presenti e i tentativi di Seryn di sfuggire ai loro attacchi furono inutili e venne morsa, così come il confratello Tymba; altri pipistrelli furono invece attratti dalla candida capigliatura del Sommo Althair; Valuccia, che aveva raggiunto il gruppo in quell'istante, brandì la sua lancia di luce facendola roteare, accecati da questa i pipistrelli fortunatamente si dileguarono nel cunicolo.

Ora non restò che liberare dalla morsa della pietra Alpy. Con spade, lance e puntelli fecero leva e riuscirono a spostar la lastra, mentre sul volto del Ladro, tra la barba impolverata, si disegnavano smorfie di dolore; con la classica tenacia di un Nano, egli cercò con tutte le sue forze di rialzarsi, ma ricadde nuovamente: necessitava di cure urgenti e fu accompagnato all’imboccatura del cunicolo dove prontamente i Cerusici Giorgiox e Ladicri giunsero per soccorrerlo.

Mentre i Cerusici con devozione iniziavano a medicare il Nano, il Sommo Althair portò avanti la missione ed oltrepassò con cautela la cigolante porta.

Il Sommo si trovò così in una stanza, completamente spoglia, tranne che per uno scrittoio posto al centro di essa, dopo aver chiesto consiglio al Ladro Galford, procedette rassicurato dalla mancata presenza di pericoli. Si avvicinò allo scrittoio e, non vedendo cassetti, fece scorrere le dita lungo i bordi, ma nulla: era di puro legno massiccio con dei fregi. Al tocco di uno di questi fregi si udì uno scatto ed uno sportellino non in vista dello scrittoio si aprì, incuriosito dal rumore Althair si spostò per esaminare, bastò la sua esclamazione: «ECCOLO» a far capire che l’obiettivo era stato raggiunto.

Delicatamente Althair prese il libro dalla copertina polverosa e lo sportello si richiuse di scatto. Intanto, il Ladro Galford, attratto da una pietra dalla forma strana e non visto dagli altri la mise in borsa. Non restava che andarsene, ed in fretta, ma la porta davanti si richiuse sbarrando la strada al gruppo.

Degli ululati sinistri echeggiarono, un vortice d’aria smosse la polvere dallo scrittorio; il Sommo passò il prezioso manoscritto nelle mani di Seryn con raccomandazioni precise di non lasciarlo incustodito mai, per nessun motivo.

Il vortice s'ingrandì e divenne rosso fuoco e cominciò a roteare attorno; Galford, iniziò ad avere comportamenti sospetti, come se la sua borsa aumentasse di peso improvvisamente, e Seryn notò una luce provenire appunto da essa. Il Ladro guardò la borsa e notò con stupore che la pietra raccolta si era trasformata ora in una gemma d’azzurra luminosità, la prese in mano, era più gelida del ghiaccio ed al suo interno notò dei fulmini imprigionati … la sentì pulsare di vita. Il vortice rosso fuoco, oltre che a crear scompiglio iniziò a far schizzare pietre incandescenti.

Come se non bastasse il libro tra le mani del Consigliere Seryn divenne a sua volta rosso fuoco e dal calore insopportabile; malgrado la gran resistenza, il calore sprigionato le provocò ustioni e fu costretta a lasciarlo cadere.

Dopo vari incitazioni, il Ladro Galford gettò la pietra nell’occhio del ciclone, che scomparve lasciando definitivamente la stanza.

Fu in quel momento che il Difensore Skira tentò a sua volta di recuperare il libro, ma il solo contatto con il tomo incandescente la costrinse a lasciarlo, anche le sue mani erano ustionate.

Lentamente il calore e il colore del libro scemarono e la porta si spalancò, strappandosi un lembo del vestito e stringendo i denti per il dolore, Seryn riprese il libro ed uscì con tutta la compagnia.

Presero a correre spinti dalla frenesia di abbandonare quel luogo. Il corridoio precedentemente percorso, anche con torce alla mano, sembrò più buio e tetro di quanto lo ricordassero, furono così costretti ad affidarsi all’istinto e alla memoria.

Dopo un po’, la luce iniziò ad intravedersi, riscaldando i cuori e gli animi.

Giunti nei pressi dell’uscita il libro, contro il volere di chi lo portava, cadde a terra pesantemente aprendosi sulla prima pagina, poi cominciò a sfogliarsi da solo, con velocità, fermandosi esattamente nel mezzo, su due pagine apparentemente bianche.

Seryn perplessa da quanto accaduto lo raccolse e lo ripose nella sua borsa, decisa a portarlo al sicuro nella Biblioteca dei Saggi. La compagnia tornò all’esterno felice di poter rivedere la luce ed il verde dei Giardini. Seryn e Skira, per le ferite procuratesi, furono curate dai Cerusici. Ora nuovo lavoro attendeva i Detentori dell’Arcana Saggezza.

Nei giorni seguenti il misterioso manoscritto sarebbe stato sottoposto a numerosi studi accurati … chissà cosa avrebbe riservato loro.

Lady Valuccia

Detentore delle Antiche Tradizioni