Erano
le 22 ed al Presidio sembrava una delle tante serate dedicate solo a controllare
le forze di Honorius impegnate nell’assedio della città, i soldati presenti
vigilavano sulle mura mentre alcuni Ufficiali discutevano i turni di guardia per
la seconda parte della notte.
Un
richiamo d’allarme lanciato dalla torre saggezza allertò l’intera
guarnigione che corse sugli spalti, ma subito si vide che stava giungendo il
Conte Thorm in un solitario giro di ispezione.
Immediatamente
venne aperto il portone ed un picchetto di guardia provvide a schierarsi,
subito apparve chiaro che c’era qualcosa che non andava: il procedere
del Conte lungo la strada di accesso era meno sicuro del solito e sul suo volto
si vedevano segni di sofferenza.
Subito
gli Ufficiali ed i graduati si fecero intorno a Conte il quale dichiarava di
sentirsi male.
Immediatamente
venne impartito l’ordine di andare a cercare soccorsi e due soldati uscirono
correndo dal Presidio tornando dopo poco con al seguito alcuni Cerusici.
Immediatamente
visitato sul posto, i cerusici riscontrarono che il Conte Thorm era in preda ad
una fortissima febbre e dopo poco il Nobile svenne.
Immediatamente
l’Esercito fu messo in stato di massima allerta, la vigilanza sulle mura fu
rinforzata e fu disposto un servizio di guardia per impedire che chiunque, oltre
a chi era preposto alle sue cure, potesse avvicinarsi al Nobile sofferente; i
Cerusici si misero subito all’opera cercando di abbassare la temperatura
mettendo impacchi freddi sulla sua fronte, mentre si stava cercando di
organizzare un suo trasporto all’ospedale in modo da poterlo più agevolmente
curare.
Purtroppo
le condizioni del Conte si aggravavano velocemente e ormai l’unica diagnosi
possibile era una, ma il solo pensarci faceva inorridire i presenti:
avvelenamento.
La
situazione si faceva sempre più disperata e, mentre gli toglievano la corazza,
dalla sua veste scivolò fuori un piccolo aspide e sul corpo del Nobile si
vedevano ben chiari i segni del morso.
Immediatamente
vennero inviati soldati alla ricerca di Alchimisti che preparassero una pozione
di antidoto mentre i cerusici presenti, ormai raggiunti anche dall’Archiatra dei Cerusici Vonotar e
dal Primario dei Cerusici Saphira, lottavano contro il male che avanzava con i
pochi mezzi a loro disposizione in quel momento.
Chierico
Questore Custode dei Sacri Simboli Lady
Melania e il Gran
sacerdote dei Druidi lady
Biba, che giunsero nel frattempo, incominciarono ad invocare il potere della Dea
Themis e delle forze della natura intrecciando i loro sguardi e i loro operati
sopra il corpo morente del conte.
La
situazione sembrava precipitare verso la tragedia, il Conte Thorm era ormai in
preda a violenti tremori e convulsioni e tutto pareva inutile.
Davanti
agli occhi dei presenti sembrava che si stesse per compiere un infausto destino,
mentre si lottava per impedire che il Nobile, in preda a terribili dolori si
ferisse ulteriormente o si mozzasse la lingua.
L’arrivo
del Maestro degli Alchimisti Alannon con l’antidoto parve per un attimo ridare
speranza a tutti, ma una volta iniettato ci si accorgeva con il cuore del Conte
si era fermato.
Subito iniziò una lotta contro il tempo e fu praticato dall’alchimista un massaggio cardiaco che, fortunatamente, dopo pochi istanti fece il suo effetto ed il cuore riprese a battere permettendo a sua volta all’antidoto di neutralizzare il letale veleno.
Il
Chierico Questore Custode dei Sacri Simboli Lady Melania e
il Gran sacerdote dei Druidi lady Biba continuavano la loro opera e ad un tratto
una luce blu invase il presidio, comparve
una figura nella quale i presenti, con sorpresa di tutti, riconobbero il padre
defunto del Conte e una sensazione di pace e serenità pervase tutti i presenti.
Le
forze della medicina, della fede e della natura salvarono il nobile che, benché
febbricitante, già si sentiva meglio. Il Conte chiese di poter riposare, il
cerusico gli somministrò quindi un infuso calmante.
La
mattina successiva, 6 marzo del quarto anno di Lot, il Conte lasciò l’ospedale per tornare a svolgere i suoi
incarichi. Il cerusico di turno vanamente
tentò di trattenerlo ma l’Augusta persona non sentì ragioni. Secondo Vonotar,
Maestro dei Cerusici la sua energia e la sua voglia di fare rimasero quelle di
sempre e il Conte fortunatamente tornò ad essere quello di prima.
Nel
Granducato si stanno svolgendo indagini in quanto il Nobile non riesce a
ricordare di aver frequentato luoghi ove potessero annidarsi aspidi.
Potrebbe
anche essere stato un avvertimento, se avessero veramente voluto ucciderlo
avrebbero utilizzato un serpente più velenoso.
Saranno
gli eventi futuri che ci chiariranno il significato di quello che è successo
Lady
Myriam