L'amuleto dei Mannari

 

Dopo un breve periodo di inattività, nel suo nascondiglio segreto, il 13° Amuleto iniziò a pulsare di energia e spinse la Compagnia dell’Amuleto ad agire.

 

A Est di Lot, nell’antichissima “Terra dell’Acqua della Luna”, le forze di Nathamer percorrevano le foreste e le valli in cerca di un segno che rivelasse la possibile presenza dell’Amuleto dei Mannari.

Queste vennero in contatto con un’antica comunità di Elfi Drow che aveva combattuto all’alba dei tempi contro i Mannari e, prospettandogli un ritorno del dominio degli antichi padroni di quelle terre, se li fecero alleati.

 

A Lot la tensione continuava a crescere e la mannara lady Coldfire chiamò a raccolta un gruppo di appartenenti alla sua razza per organizzare una spedizione in cerca dell’Amuleto in appoggio alla Compagnia.

 

Lady Oiffos portava con sé il 13° amuleto ed il libro che poi passò in consegna a ser Jamal, le due maghe Aquilegia ed Eilanita erano pronte a mettere a disposizione di tutti le loro capacità nel campo delle forze arcane, sir Cleante e sir Dryke, armati di tutto punto scortavano i portatori del 13° Amuleto e del Libro.

 

La Compagnia si riunì con i Mannari ai giardini e subito il 13° Amuleto si attivò.

 

I componenti della Compagnia (a cui si erano aggiunti Mannari di diverse sottorazze: i khardan Coldfire, Baraksch e Dreiken; l’orso mannaro Beorn; i licantropi Gladius e Wolfman) vennero avvolti da una potente luce e, dopo un improvviso senso di vuoto, il mondo intorno a loro si dissolse.

 

Odore di foglie e frusciare del vento furono le prime sensazioni che il gruppo percepì appena il mondo intorno a loro tornò ad essere reale, una leggera nebbia avvolgeva i tronchi di antichissimi alberi ed in terra un soffice tappeto di foglie morte rendeva silenzioso qualsiasi movimento.

 

Ataviche conoscenze di lontane leggende e storie degli antichi Mannari si risvegliarono in alcuni tra i presenti e capirono entro breve di trovarsi sulle pendici dei monti Wostellun, a nord del lago Xujin.

 

Oiffos  alzò in alto  il 13° Amuleto che  iniziò a illuminare con un leggero fascio di luce un sentiero che portava verso sud.

 

Tutto il gruppo si mise in movimento, ma fatti pochi passi iniziarono a scorgersi ombre furtive che si muovevano tra gli alberi, appena al limite del campo visivo; ma appena si cercava di individuarne la causa tutto tornava ad essere immobile.

 

La discesa verso valle fu molto lunga e ad un certo punto i componenti della Compagnia, ma soprattutto i mannari, furono fatti bersaglio di frecce con punta di argento scagliate da ignote figure.

 

Finalmente gli alberi si diradarono e tutto il gruppo si trovò sulle rive del lago Xujin, nelle cui acque si rispecchiava una splendida luna piena.

 

Davanti ai componenti della spedizione emersero al chiaro della luna le antichissime rovine della città di Legesherj separate dalla terra ferma da un vecchio ed ampio fossato che ormai si era trasformato in un piccolo braccio del lago. Appena arrivati in prossimità delle acque furono subito attaccati da un forte gruppo di Elfi, ben determinati a impedire l’attraversamento delle acque.

 

Immediatamente si accese un duro scontro , formarono  una piccola retroguardia per  trattenere  gli elfi,  gli  altri componenti della spedizione  cercarono  un modo  per  superare quel tratto di acqua  che li separava dalle  rovine  di Legesher , Beorn  trovo una corda un po’  lacera  ,  e si decise  che uno doveva  portare la cima  di quella  corda dall’altro lato   del  lago ,per legarlo  ad un albero per fare una specie  di appiglio per permettere  a tutti  di superare quelle acque ,così  fu  fatto, Beorn  legò una cima ad un albero diede  l’altra a un’altro mannaro   che si tuffò , con mille difficoltà rischiando  di affogare  riuscì a portare  e legare  l’altra  cima …. Passarono per primi Cleante  Wolfman per proteggere  l’arrivo di  tutto il  resto  della spedizione ,    si riusci  ad  approdare sulla terra dove sorgevano le antiche rovine.

 

Anche qui si accese immediatamente battaglia contro un forte contingente di Gnomi di Nathamer che stavano controllando palmo a palmo le case e le strade in cerca di una qualche traccia dell’Amuleto dei Mannari.

 

Durante gli scontri fu essenziale tanto la forza dei guerrieri lì presenti, quanto la potenza magica di Eilanita ed Aquilegia per riuscire a contrastare prima gli Gnomi e poi un Mago Nero di Nathamer che era stato richiamato sul posto.

 

Il 13° amuleto emetteva una grande luce che illuminava  una zona pianeggiante al centro della città di Lagesherj dove c’erano, quasi a formare un ampio cerchio, dei tronchi d’albero bruciati e semidistrutti  dal tempo e dalle intemperie, al centro dei quali si vedeva un basamento.

 

Combattendo contro nemici sempre più numerosi, il gruppo si ritirò verso il centro della zona pianeggiante e il 13° amuleto illuminò l’antico basamento che però restò vuoto, solo la lettura del Libro in possesso alla Compagnia dell’Amuleto fornì una traccia: occorreva chiamare il nome dell’antico menhir, fatto erigere dagli antichi Mannari e totalmente inciso dagli artigli dei primi druidi, che si ergeva un tempo al centro della città sacra di Laghesherj.

 

Baraksch, il solo a possedere queste antiche conoscenze, ne pronunciò a voce alta il nome: “alofkrosherj”.

A quel punto comparve, appoggiato sull’antico basamento, l’Amuleto dei Mannari che venne prontamente preso da Oiffos.

 

Sia gli Gnomi che il mago di Nathamer tentarono un ultimo disperato assalto, gli Gnomi combattendo con la forza della disperazione ed il mago attaccando con le sue arcane arti la maga Aquilegia.

 

Nel momento più duro dello scontro il 13° Amuleto aprì un portale con Lot e, seppur a fatica, tutti i partecipanti alla spedizione riuscirono a rientrare nelle amiche mura della città scampando così ad un triste fato che già faceva pendere su di loro la spada di Damocle.