Di una profezia dei Draghi e l`esodo verso le Nuove Terre

Nel sereno cielo notturno di Lot i maestosi Draghi presero a librarsi, ognuno secondo la sua indole, ognuno secondo il suo stile, ma tutti imponenti e regali.
Il Drago Fiamma di Rubino scivolava sotto la spessa coltre di nubi, sembrava squarciare le nuvole con la sua immensa mole che emanava rossi riflessi e si librava con grazia finché prese a perdere quota fendendo l’aria
E producendo un sinistro sibilo, prima di planare fin quasi a sfiorare le acque dell’Averno.
Infine, la Fiamma estrasse gli artigli e ghermì il suolo, provocando una serie di tonfi.
Il Drago Antares, Stella che Danza,Maestoso di Smeraldo volava lento attraverso le grigie nubi, anche il suo planare fu lento ed accompagnato da un lieve gorgoglio, un’immensa nenia che pareva cullare chi la udiva.
La Stella non si diresse subito al suolo, ma al suo passaggio oscurò la luna e coprì i presenti con la sua enorme sagoma…I suoi occhi si spalancarono ,sebbene la sua espressione rimase pacata, e permase immobile nel cielo.
Il barone Sbarzo camminava intanto lungo le sponde del lago Averno.
Improvvisamente apparve il Drago Leggendario, al culmine dell’incanto di teletrasporto, si palesò ai presenti, con l’ali distese, immobile sopra il lago.
Giunse anche il Drago Venerabile Lacrima di Smeraldo e nel suo volare lasciava una verde scia, un volo selvaggio e violento caratterizzato da altissima velocità finché, scivolando in una virata, calmò il suo fare.
Un grido del Leggendario squarciò il silenzio notturno “Ecco, io sono”, le semplici parole pronunciate.
Il barone Sbarzo (colui che aveva toccato il Myador per richiamar i Draghi) in risposta al Leggendario, disse d’aver udito il suo richiamo, mentre gli altri Draghi si mostrarono intimoriti quasi dalla figura del loro Primo.
Le parole del Leggendario presero ad invadere il loco ed a risuonare come una profezia antica:
“Io sono Tutto,Io sono Nulla. Io sono l’Annuncio e sono la Profezia. Sono Silenzio e Canzone.Sono Avvertimento ed Aiuto. Io non sono un Drago, Io ne sono Essenza e Conclusione.”
Un brillare rossastro nell’oscurità sfrecciò in rapido volo apparendo sulla linea dell’orizzonte, era il Drago Nephelyr delle Nubi.
Tuffandosi nelle nubi, giunse anche Wakaba, Choos, lo PseudoDrago del Crepuscolo e presto scivolò in una picchiata verticale ad ali spiegate, causando un fastidioso sibilo, infine si portò in parallelo alle acque e prestò ascolto al dire dei suoi cugini.
Il Drago Leggendario continuò il suo discorso mentre si muoveva in una lenta spirale elegante:
“ Fummo tre e tuttora siamo. Uno per la Luce e Uno per la Tenebra. Opposte facce della medaglia unite nella Neutralità che è forza e Saggezza. La Neutralità che Io sono. E dall’Essere perno di bilancia, aspo del Fato, traggo il mio avviso alle genti di ogni razza, alle genti di ogni credo…Io sono la Profezia”
Nel loco varie genti ascoltavano il dire dei Draghi e cercava di capire, erano presenti il clan umano Azure, il reggimento militare nomato III Blizard ed il reggimento militare nomato IV Atlantis.
Il Drago Lacrima aggiunse poche parole al dire del Leggendario:
“ Ho avvertito, ho sentito, ora voglio i Vostri occhi. Dipanate le nebbie dell’arazzo, Signore di magia e potere, i miei artigli bramano nuovi intrecci”.
Il Leggendario riprese il suo discorso mentre un dolce profumo scaturiva dalle sue fauci:
“Vi fu un tempo in cui il Drago posalo sguardo su questa terra e vide che era una cosa bella. E pur nella danza di Utopia giurò che l’avrebbe difesa, perché ciò era giusto. E guardandola prosperare si compiacque. Vi fu un tempo in cui il Drago danzò Utopia per questa terra.Zanna contro zanna, artiglio contro artiglio, soffio per soffio e magia per magia, perché ciò era giusto e bello.”
Il barone Sbarzo continuò ad annuire al dire del possente essere e fece presente la volontà dei nobili di prestar ascolto al loro proferire.
Come in un intreccio armonico, il Drago Lacrima riprese la parola:
“Nuove sfumature s’intrecciano sull’arazzo di Luce e di Tenebra, nuove tinte, graffi di sangue e di pioggia mescolati nel blu. Non più bianco è bianco, non più dente ed artiglio.”
Piegando il capo in modo lento, quasi sensuale, il Leggendario proferì ancora:
“Brooke D’Asteria fu il Primo.Vittima de Nulla e complice insieme della sua venuta.Fu l’avviso che non avete compreso. L’allarme dimenticato. Sono giunto a completare ciò che non è stato compreso, a porre il mio sigillo sul libro che viene serrato.”
Il Drago Fiamma di Rubino si poggiò su di una roccia facendo risuonare in modo sinistro i suoi artigli mentre il Venerabile Lacrima di Smeraldo si slanciava in avanti lasciandosi flagellare dal vento, movimenti studiati, precisi.
Il Leggendario parve dichiarar la sua decisione di partire con le seguenti parole:
“Il tempo è venuto, Io ne sono annuncio.Si stendano le ali e gridino per l’ultima volta i Draghi sui cieli di questa Terra. È tempo d’andare. Sciogliete per me in pioggia il grigiore delle nubi, rivelando nuove scie di colore, come lacrime sull’arazzo.Siamo sempre stati, ed ovunque sempre saremo, fra alba e tramonto sia. È tempo d’andare. Tempo che il Sole s’infranga su ali distese a protezione. È tempo di andare ed essere ancora giudici e protettori. È tempo d’andare verso i sorgere del Sole e trovare ciò che il sogno ha disegnato nelle lunghe notti. Tempo di rinascita e fratellanza, tempo di viaggio. Portate con Voi ciò che avete nel cuore, genti di questa terra. Portate solo ciò che avete nel cuore ed il cammino sarà vegliato dall’ombra del Drago e dalla concordia dei Gemelli.”
I fratelli Draghi annuirono al suo dire, rispetto verso Egli era facile intuire nei loro taglienti sguardi di brace.
LA Stella che danza parve sigillare il dire del Maggiore “ Così sia. La danza tra cielo e terra seguirà la Leggenda. Sia l’Est. Si raggiunga il Sole. Il Venerabile delle Tempeste sappia per voce mia. Seguirà la Volontà chi della Volontà si fa figlio”.
Lacrima di Smeraldo aggiunse qualche parola che rafforzò maggiormente il dire del Leggendario:
“Nell’abbraccio dell’alba e della stella del mattino voleremo. In nome dell’arazzo su di un popolo, e non più su di una terra”
Il Leggendario, mentre una verde fiamma sorse dalle sue fauci, stracciò con grido acuto l’aere, stavolta rivolto più alle genti che ai fratelli:
“Sarete chiamati esuli e fondatori.Sarete chiamati in mille modi e in mille lingue diverse, e sarete inseguiti. Sarete stanchi e avrete paura. Sarete delusi e sarete abbandonati. Ma alla fine di tutto, all’ultimo crinale, quando la stanchezza sarà miele fuso nelle vene, sarete fratelli, e in questo sarete benedetti.”
Il barone Sbarzo allora prese la parola ed a nome dei nobili dichiarò che avrebbe intrapreso il cammino verso le nuove terre, seguendo la profezia dei Draghi, seppur per brevi attimi temette il dover attraversare le acque degli oceani.
Il Drago Leggendario parve volere tranquillizzare il barone ed a lui si volse con chiaro discorso:
“ Lontano di qui quarto del concilio, Signore dei Draghi e figlio di Reinhart, giace un Oceano, lontano, ad Est.
Le onde s’infrangono con la dolcezza delle carezze di un amante lungo il fianco della spiaggia, rotolando, e la distesa marina splende come lo zaffiro intagliato. Lontano ma non impossibile, di là del mare splendono montagne del colore della conchiglia levigata e vibrano foreste che si tendono vigorose al cielo. Cantano ruscelli e s’innalzano picchi. Lontano ma non mai più, sulla riva dell’Oceano infinito. I Figli dell’Arte troveranno la risposta”.
Fu in quel frangente che si palesò il Drago Shunrei, la Maestosa Signora di Piombo, che sotto spoglie di giovine donna umana, si confuse tra le genti con fare semplice e mosso da curiosità verso i mortali.
Dopo aver proferito la Profezia, i Draghi presero a volteggiar lievi e maestosi nella volta del notturno cielo, ognuno emanando una diversa luce, disegnando spire dalle molteplici tonalità…
Rosso, verde, arancio…La volta celeste parve attinger colore dal volteggiar aggraziato dei mastodontici Esseri di Fuoco, finché ad uno ad uno, i Draghi presero a muoversi in senso verticale risollevandosi lesti verso l’alto, scivolando fra le nubi e lasciando un dolce aroma in ricordo delle loro presenza.
Fu così che i Draghi lasciarono le Terre di Lot, fu così che ebbe inizio il grande esodo.

Krys
Adepto dell’Arcana Saggezza