Nacqui nel mistico reame di Sosaria, in un ricco feudo sotto il controllo di un Signore nobile e giusto, temuto e rispettato da tutti per la sua estrema saggezza e per il suo gran valore sui campi di battaglia.

Quella persona era mio padre, ed io crebbi insieme a mio fratello in questo pacifico principato.

Per anni seguii il mio mentore che mi narrava le storie dei Cavalieri Templari, e questo mi portò, al contrario di mio fratello, ad essere affascinato da questi guerrieri onesti e valorosi.

Mi narrò delle loro battaglie, delle loro vittorie e del loro indomito coraggio.

Quando fui abbastanza maturo da scegliere la mia strada decisi di abbandonare le ricchezze cedutemi in eredità da mio padre, per dedicarmi a servire i deboli e gli indifesi in nome della giustizia e della legalità.

Fu così che decisi di partire per un lungo viaggio attraverso le terre di Sosaria al fine di unirmi ai valorosi Templari e di offrire il mio corpo per una causa superiore.

Il mio vecchio mentore mi affidò un antico libro di codici  cavallereschi. Esso divenne parte integrante del mio cuore, della mia vita, del mio modo d'essere. Vagai per il regno per molti anni fino a raggiungere la fortezza di Brit, la Sacra Sede  dell'Ordine dei Templari.

Ad accogliermi fu un anziano uomo dall'aspetto molto fiero e severo ma, tuttavia, dai lineamenti paterni che per certi aspetti mi ricordavano il mio vecchio padre ormai defunto.

Egli mi educò alle arti militari, ma soprattutto allo sviluppo del mio credo e della mia fede.

Dopo un anno esatto d'addestramento divenni finalmente un Templare e con onore partecipai alla  testa di molte battaglie per difendere i deboli e gli oppressi e sempre mi distinsi per valore e per coraggio. Il mio Signore se n'accorse e decise di affidarmi una divisione del suo glorioso ordine.

Comandai i Templari per molti anni, e loro divennero per me una famiglia.

Quando tutto sembrava andare a meraviglia accadde una cosa terribile. L'arcivescovo Tobas decise di sopprimere la mia divisione al fine di rimpiazzarla con le sue guardie personali, in modo che esse coprissero gli atti criminali compiuti dal potente chierico. I miei uomini si batterono con estremo valore fino alla fine contro gli immensi eserciti del vescovo appoggiati da quelli del Re in persona. Il nostro Ordine fu soppresso, i miei uomini trucidati, i miei ideali infranti, il mio orgoglio distrutto, la mia fede tradita.

Fu così che in preda all'ira e accecato da una sete di giustizia senza eguali decisi di rivolgermi ad un potente negromante per rendermi potente, in modo da riuscire a vendicare la morte dei gloriosi Cavalieri periti sotto il nome della giustizia.

Lui mi avvertì che questo mi avrebbe reso una creatura sinistra e fredda,  una creatura oscura e tenebrosa dalla quale molte persone sarebbero fuggite.

In preda alla rabbia non mi curai delle parole del potente mago e così divenni quel che ancora oggi sono: Un Demone.

Vagai di feudo in feudo, senza meta, con il cuore accecato dall'odio. Infine trovai un cavaliere il quale m'indicò un Granducato con il nome di Lot.

Parlammo molto di questa cittadina e la mattina seguente m'incamminai per la foresta. Il mio viaggio durò un paio di giorni quando giunsi infine a Lot, dove potei trovare molti esponenti d'altre razze.

All'inizio fui malvisto dagli abitanti di questa cittadina, data la mia situazione. Col tempo impararono ad accettarmi e in codesto luogo presi casa, mi arruolai nell'Esercito Ducale e divenni un sottufficiale.

In seguito entrai nel Sacro Ordine dei Leoni, che molto mi ricordò degli anni passati con i Templari ed intanto conobbi Haruka, anche lei una rifugiata come me e per me fu come avere una sorella.

Entrai nella dinastia dei Tigrini dove vi risiedo tuttora e dei quali sono il portavoce come Ambasciatore.

Vorrei far ricordare agli annali,che fui chiamato agli inferi e smisi di dialogare con i Mortali per una settimana,divenendo creatura spirituale,discendendo gli inferi con il grado di demone.

Al termine della settimana tornai sulla vita terrena e ripresi normalmente la mia vita.