La mia è una lunga storia, potrebbe incominciare con: "In una notte buia e tempestosa....", ma invece comincerà con: << ... Ragazzo mio, non avere paura, perché se la morte ti sorride, l'unica cosa che puoi fare è sorridergli di rigetto. Non avere paura di lei, affrontala, combatti fino allo stremo delle forze, perché tanto un giorno, arriverà comunque e l'unica cosa che potrai fare, sarà affidarti ai tuoi sogni, ai tuoi desideri … Se lo farai sarai più forte, ma per poter vincere l'unica cosa è seguire un bisbiglio in lontananza, qualcosa che si avvicina sempre di più e diventa un rumore, qualcosa che solo tu puoi sentire attraverso il tuo cuore e che si trasformerà in una sola parola, una sola, che indicherà tutto il tuo essere, in questo viaggio dovrai scoprirla, addio figliolo ... >>. 

Questo mi disse al mio sesto compleanno mio padre, uno dei più potenti Maghi Neri vissuto dall'alba dei tempi e del quale neanche io, suo figlio, ricordo il vero nome. 

Mi chiamano Kaboom e sono piuttosto giovane, ma non lasciatevi ingannare dall'età o dall'aspetto ... so essere molto pericoloso se le circostanze lo richiedono.  

Mio padre, come ho già detto, era un potente Mago Nero su Krynn e non ha mai fatto molto per me, a parte due cose.  

Mi tenne con se da quando nacqui e m'indicò il modo per raggiungere la strada che cercavo.  

Una volta raggiunto il sesto anno d'età, mio padre finalmente si accorse del profondo desiderio in me di seguire le sue orme ... ricordo solo che mi disse, che l'unico modo per farlo era quello di trovare una leggendaria città di nome Lot e che lì avrei avuto la possibilità di raggiungere il mio scopo.  

Così fui abbandonato al mio destino.  

Vagai per quattro anni prima di raggiungere una città chiamata Palanthas.  

Una volta arrivato lì, come prima cosa iniziai a cercare un posto dove stabilirmi. Feci un giro per la città e, ad un certo punto, giunsi ad una strada diversa da tutte le altre ... era stranamente deserta.

Così, incuriosito da quella stana via la intrapresi e, mano a mano che avanzavo, sentivo una strana inquietitudine aumentare nel mio animo, finché la forza che aleggiava in quel luogo, non divenne tanto potente da costringermi a fermarmi proprio davanti ad un boschetto: il bosco di Shoikan.  

Stavo per tornare indietro, quando una figura alle mie spalle mi fermò: un brivido percorse tutto il mio essere e una volta giratomi vidi un Elfo, che indossava una veste nera.  

L'Elfo mi disse di chiamarsi Dalamar e di essere una veste nera; mi chiese cosa ci facesse in quel luogo un bambino come me, cosi’ gli raccontai la mia storia e quale fosse lo scopo che mi prefiggevo di raggiungere al più presto.  

Da quel giorno Dalamar delle vesti nere mi accolse nella Torre di Palanthas, dove per sei lunghi anni mi permise di studiare come autodidatta, concedendomi solo brevi attimi del suo tempo per vedere i miei progressi.

Per sei lunghi anni non uscii da quella torre dove avevo accesso a pochissime stanze, non vidi nessuno, oltre al mio maestro, a parte una volta in cui scorsi una ragazza Elfo che con aria oscura passava per un corridoio. 

Una sera fui stranamente visitato da Dalamar che mi disse una cosa che non compresi: che la magia stava per sparire per sempre ... a quel punto i miei ricordi sono molto vaghi, ma so che lui mi afferro` e svenni.  

Rinvenni in una landa desolata dove mi apparve un essere che non sentivo essere ostile, affermò che il suo nome non importava. Assicurò che la città che per 10 interminabili anni avevo cercato si trovava oltre i monti di fronte a me: i Monti delle Nebbie.  

Mi portò nella Cittadella che avevo cercato per quella che mi sembrava un'eternità; mi trovavo nella splendida Lot, me la illustrò lontano dagli sguardi dei cittadini e dopo averla visitata tutta, finalmente si abbassò il cappuccio mostrandosi: era mio padre!  

Mi rivelò che avevo raggiunto il luogo dove i miei sogni potevano avverarsi; poi si girò per allontanarsi dicendomi che da quel momento in poi avrei dovuto contare solo su me stesso.  

Preso da una strano malessere caddi a terra privo di sensi e, quando rinvenni,ero diventato un'altra persona.  

Avevo perso la memoria, non ricordavo neppure il mio nome, erano andati smarriti anche tutto l'odio e l'oscurità che avevano preso possesso del mio cuore in tanti anni di dura vita ... ero diventato un’adolescente spensierato e allegro.  

Così ero finalmente nel luogo da me desiderato, ma non ne ricordavo il motivo.

Vissi con questo dilemma per parecchie settimane, finché un giorno non riconobbi in un Elfo, la stessa ragazza che avevo intravisto tempo prima alla Torre di Palanthas.  

La contattai con una lettera nella quale le chiedevo di incontrarmi in un posto segreto alla Rocca dei Venti.  

Lì parlammo e non appena ella scostò il cappuccio dal suo viso lo vidi nitidamente e, finalmente, ricordai dove l'avevo vista e quello che oggi vi ho raccontato.  

Le raccontai la mia storia e diventammo "amici", sempre se l'amicizia fra due esseri tanto oscuri possa essere definita tale.  

Col passare del tempo la mia "amica" Elvenshadow riuscì ad entrare nell'ordine dei Maghi; io non mi diedi per vinto e continuai speranzoso per la mia via, che un dì mi portò ad incontrare una persona mai dimenticata, ma da molto tempo perduta: incontrai nuovamente Dalamar, il mio maestro.

Egli e la sua consorte mi presero sotto le loro ali protettrici.  

Ben presto riacquistai buona parte della mia memoria e i miei vecchi atteggiamenti scontrosi, cupi tornavano a farsi notare ogni tanto.  

Altre persone mi accolsero e mi condussero per la mia strada, altri Maghi: Eilanita, Elani, Arion e anche l'aspirante Maga Isheen.

Adesso vivo a Lot da abbastanza tempo, nell'attesa di svolgere il mio compito e di divenire Mago Nero, per ora sono Adepto dell'Ordine dei Maghi del Crepuscolo D'Argento, ma il ricordo di ciò che mi disse mio padre prima di partire e` vivido e mi fa e farà andare avanti nella mia storia per lungo tempo " ... Ragazzo mio non avere paura, perché se la morte ti sorride, l'unica cosa che puoi fare è sorridergli di rigetto..."