ELENANTINEA

 

 

Verdeggianti prati, folte foreste che si estendevano a perdita d’occhio, calmi e silenziosi laghi, una natura incontaminata nella quale viveva un gruppo di persone colte e raffinate.......questa era Atlantide, magica terra ubicata in un’imprecisata isola nell’oceano, dove tutto era sereno e la gente viveva felice e spensierata, in armonia con l’ambiente che la circondava. Antinea era la regina di questo regno incantato, una donna dalla stupefacente bellezza e dai gentili e regali modi. Ella governava con sapienza e giustizia ed era amata dai suoi sudditi ed ammirata dagli altri regni.

Ma a qualcuno quel paradiso terrestre di nome Atlantide non piaceva. Si trattava delle forze malvage e oscure, invidiose di tanta armonia e rabbiose di tutto questo amorevole ambiente.

In quei giorni al palazzo reale era festa. La giovane sovrana aveva appena dato alla luce una deliziosa bambina che incarnava l' unione tra il mondo umano e la natura che circondava l'isola: una piccola fata. Elenantinea era il suo nome, principessa di Atlantide il suo titolo.

La piccola crebbe in questo ambiente sereno e amorevole fino all’età di 7 anni. In questo tempo le forze del Maligno non avevano smesso di osservare il magico regno e si erano finalmente organizzate per partire alla sua conquista. Demoni, spiriti e creature dell’ abisso fecero rotta su Atlantide, votati alla sua distruzione. Come poteva un tranquillo e sereno reame pacifico opporsi a tanta ferocia e malvagità? Atlantide lentamente cedeva e le verdeggianti foreste ben presto lasciarono il posto a sinistre distese di cenere e a rocce bruciate. Tutto ciò che le forze del Maligno toccavano veniva contaminato. Le azzurre acque divennero nere e torbide, la lieve erba divenne un campo di sterpaglie infide. Gli abitati di Atlantide impauriti si riunirono attorno alla propria Regina Antinea, che consultò l’ Oracolo degli Dei alla ricerca di un modo per salvare la propria gente. Una voce parlò e pronunciò arcane profezie: "Se il regno di Atlantide vorrai salvare, l’ erede al trono dovrai sacrificare ". Detto questo, il silenzio calò sulla gente….occhi bassi….sguardi tristi….tutti rivolti alla piccola Elenantinea. Come sacrificare una così innocente vita? La scelta fu dura…ma alla fine la regina di Atlantide decise a malincuore di sacrificare il sangue del suo sangue... per la sua gente... per il suo popolo... per la sua terra. Come pronunciato dall’ Oracolo la piccola Elenantinea fu imbarcata e spedita in mare aperto incontro a morte certa. Ma una accecante luce scese dal cielo e magicamente accompagnò la piccola barca alla deriva, attirando su di se i Demoni assalitori. Essi in massa si riversarono verso la piccola Elenantinea, ma vennero uno a uno dilaniati da quell' arcana luce. Nel frattempo Antinea, straziata dal dolore, prese una decisione definitiva: Atlantide sarebbe scomparsa per sempre sotto gli oceani, così da sfuggire alla malvagità del mondo.....e così fu. Quando i Demoni tornarono, scoraggiati dall’ inseguire la piccola imbarcazione protetta dalla magica luce, non trovarono traccia dell' isola fatata e si ritirarono frastornati e confusi alle loro oscure dimore. Così scomparve Atlantide, il regno incantato. Un solo superstite esisteva….quella piccola fatina sperduta in mezzo al mare, ultima principessa di quel magico reame.

Ella vagò per giorni e giorni, impaurita, infreddolita, sentendo i morsi della fame e della sete, finchè stremata non perse i sensi e si accasciò all’interno della piccola barca, lasciata alla deriva. Quando riaprì gli occhi si sentiva male…aveva la testa che le girava vorticosamente, le dolevano le mani, le braccia….aveva male alle piccole alucce. Si guardò attorno........si trovava in una umile ma ordinata e confortevole dimora. Un gioioso e caldo viso per metà uomo e metà elfo vegliava su di lei… Zothar era il suo nome. Viveva con sua sorella, la fata Arlus, in una piccola casa in mezzo ai boschi. I due curarono amorevolmente la piccola Elenantinea, finchè ella non tornò in forze.

Insieme trascorsero molte stagioni, diventanto ben presto come fratelli.

Ma un giorno qualcosa cambiò nella loro vita tranquilla.... Zothar trovò vicino al ruscello degli Elfi un uomo ferito e privo di conoscenza .... lo portò a casa e con Elenantinea lo curò, gli mise abiti puliti e lo fece riposare. Al suo risveglio scoprirono chi era....... quel Nobile Cavaliere era il Granduca di Lot. Il Granduca gli raccontò la sua storia.... poi si fece accompagnare da loro nel suo magico reame... il Granducato di Lot.

Grande fu la sorpresa di Elenantinea alla vista di una città dove umani, angeli, demoni, elfi, folletti e vampiri convivevano in pace, governati da severi ma giusti nobili. Ancora maggiore fu la sorpresa che provò nello scoprire altre creature incantate come lei. Esse la accolsero con calore tra loro, le diedero un posto dove vivere e le insegnarono tutto ciò che avrebbe potuto fare utilizzando i suoi poteri. La Camarilla delle Fate diventò così la nuova famiglia di Elenantinea, oltre al sempre gentile e allegro fratello Zothar ed alla splendida e amorevole sorella Arlus.

Ma una cosa non sapeva.....che l'avrebbe legata per sempre a Lot......lì avrebbe trovato anche la cosa più importante della sua vita: l'amore! Un giorno un angelo le volò dietro silenziosamente....spaventandola a morte! Il suo nome era Garret Jax. Lei chiese se si doveva preoccupare della sua inquietante presenza, ma lui la rassicurò e, nonostante la diffidenza di lei nei confronti di chi non conosceva, piano piano riuscì a far breccia nel suo cuore. Lui superò tutti gli ostacoli dovuti al carattere diffidente e scontroso della fata, subì le sue arrabbiature, accettò le sue domande, le sue polemiche, le sue chiacchiere e tutto ciò che di difficile era in lei...finchè la conquistò e le chiese di averla in sposa legandosi a lei per sempre .

Ma la storia di Elenantinea, fata blu della fauna, non si conclude qui....ogni giorno vengono scritte nuove pagine, piene di amore....dolcezza.....amicizia..... e la sua vita prosegue, serena e spensierata.