La
Della nascita dell’Ordine,
delle gesta degli antichi Leoni
e dei Miti che li accompagnarono
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Colui
che si accinge a scrivere la storia del più grande Ordine cavalleresco mai
apparso, non è altri che un umile cavaliere illetterato. Possano queste
pergamene rimanere sempre in custodia ai fratelli del Tempio e mai siano
dimenticate le eroiche gesta dei membri dell’intero Ordine. Possa tale
documento dare lustro alle nostre origini ed accrescere il rispetto ed il
timore dei nostri nemici verso di noi, possa esso portare gloria non a noi, ma
al nome della nostra Signora: la Dea Themis.
La
nostra storia ebbe inizio molto tempo fa. Era un periodo d’equilibrio tra le
forze del Bene e del Male, gli uomini si riunivano in città e nascevano i
primi capisaldi contro le forze delle Tenebre. Il primo Leone, il cui nome era
Bertrand de SaintLeon giunse da terre lontane ed ormai dimenticate,
unico superstite del massacro di tutti i suoi fratelli. Egli era solito
narrare della grande strage, rivangando il proprio passato, che mai nessuno
riuscì a conoscere completamente. Questo prode riunì intorno a sé otto
fratelli, i suoi più fidati collaboratori, e gli raccontò del suo Ordine,
della sua grande potenza e dell’ingiusta fine che ebbe, dovuta unicamente
all’invidia ed al rancore d’alcuni malcelati nemici. Così, in un lontano
Settembre, durante una notte di stelle, nacque l’Ordine
del Leone (Ordine che, negli
anni successivi, prese diverse denominazioni). I nove fratelli riuniti
dinnanzi alla costellazione Templare giurarono di servire in perpetua
obbedienza Themis e di seguire i valori della Regola: Sacrificio, Fratellanza,
Lealtà, Umiltà, Giustizia, Coraggio, Disciplina ed Onore impugnando le armi
e dedicandosi alla preghiera.
Ogni
fratello prese un nome di battaglia e quelli sono i nomi che, ancora oggi,
possiedono le nostre stelle, le stesse stelle che sostengono e guidano i passi
d’ogni Leone. Bertrand fu chiamato NOOR
e diede all’Ordine il nome di Ordine
del Leone con questa giustificazione: <<Affinché il nome ci ricordi
costantemente la nostra condotta, coraggiosi e feroci come l’animale che ci
rappresenta>>. Egli era uomo di possente statura e di bell’aspetto, la
sua presenza sui campi di battaglia confortava il cuore di confratelli ed
alleati, udirlo recitare il motto dell’Ordine era emozione riservata a
pochi; nei suoi occhi brillava non sete di vendetta ma di giustizia e la sua
spada agiva fredda e letale. Fu egli il nostro primo Gran
Maestro, sotto la sua guida l’Ordine del Leone nacque e prosperò.
Accadde
poi che un grande esercito malvagio si radunasse presso Ganador - una città costruita molto ad Est rispetto all’Oasi di Dar-al-Shams,
nel Deserto di Al-Hamza - radendo al suolo il Tempio dedicato alla Dea
Themis sito in quel luogo. I Leoni, che all’epoca contavano già numerosi
membri, avevano la loro sede principale nella città di Thelthartown, presso
il Tempio della stessa Dea. Proprio lì un viandante fuggito da Ganador recò
un messaggio al Gran Maestro. Bertrand non perse tempo ad organizzare una
spedizione ed, in breve, tutto l’Ordine fu mobilitato e diretto verso la
città occupata dai seguaci del Male.
Il
primo Leone condusse i suoi fratelli presso la piana di Ganador, ove si svolse
la prima grande battaglia contro le forze del Male. I Templari contavano
sull’aiuto di Maghi dalle Vesti Bianche ed altri alleati, erano il perno
delle forze del Bene. E fu lì che Bertrand cadde per mano dei Demoni seguaci
di Simeht: il primo Leone a
morire difendendo il Baussant,
lottando con ferocia fino all’arrivo dei suoi confratelli. Fra gli otto che
egli aveva prescelto ve ne era uno di nome Mathieu Montelimar, costui,
avvicinatosi al Gran Maestro, raccolse il suo sangue in un calice ed,
alzandolo al cielo, proclamò: <<Benevola Madre, accogliete questo
Vostro figlio che Vi ha fedelmente servito ed ha, a lungo, procurato gloria al
Vostro nome>>. Udendo tali parole Bertrand sollevò lo sguardo verso il
fidato confratello e, commosso, invocò su di lui la benedizione della Dea,
affidandogli la guida dell’Ordine. Il segreto dell’Ordine fu trasmesso in
quel momento storico da Bertrand de SaintLeon a Mathieu Montelimar, in un modo
che solo i Gran Maestri conoscono. I loro nomi, infatti, sono già scritti nel
libro del Fato e solo a loro la Dea Themis concede la forza e la conoscenza
per guidare i Suoi figli più devoti. Così è da sempre avvenuta la
trasmissione del segreto. Il calice ove fu raccolto il sangue del primo Leone, fu preso in
custodia dai fratelli del Tempio e da loro conservato con gelosia, prendendo
il nome di Coppa del Primo Sangue.
Si dice che la Dea, udendo la preghiera del fratello del Tempio, conferì a
questo calice una potenza taumaturgica pari a quella di un potente Chierico e
che questo oggetto possa essere maneggiato solo da cuori puri e mani
innocenti.
Mathieu divenne un valente condottiero e guidò i Leoni durante la
battaglia di Ganador, conducendoli alla vittoria anche se con ingenti perdite.
Se Bertrand rimase noto per l’audacia e la temerarietà in battaglia,
Mathieu divenne celebre per le sue doti diplomatiche. Egli era un uomo saggio
e prese la decisione di trasferire la sua conoscenza dell’Ordine in una
serie di volumi scritti.
A
lungo egli scrisse rinchiuso nella sua cella, al termine della sua opera aveva
vergato Dodici Tomi. In questi
antichi e preziosi volumi sono custodite materie arcane, riflessioni
illuminate ed importanti nozioni, che chi viene prescelto dalla Dea per la
guida dell’Ordine può comprendere.
Sotto
la guida di Mathieu, la potenza dell’Ordine aumentò e, con essa, i suoi
nemici. Fra questi vi erano quelli a noi noti come gli infedeli,
i seguaci del Dio Oscuro Simeht, in particolare un gruppo di Demoni capeggiato
dallo Sciamano Klezerk che era
stato varie volte respinto dai difensori del Baussant.
I
figli del Male decisero di tentare una sortita alla Roccaforte dei Templari,
ma, trovando i Leoni preparati allo scontro, ebbero scarso successo. Da
stralci d’antiche pergamene, diari scritti dal pugno dei fratelli del Tempio
durante l’assedio delle orde di Klezerk, sappiamo che lo scontro principale
avvenne durante l’Anno XXXVI dell’Ordine del Leone.
Mathieu
stanco dell’assedio ordinò la carica. Con incredibile precisione e spirito
di corpo i cavalieri dell’Ordine del Leone uscirono sul campo di battaglia
sorprendendo i nemici. Questi, disorientati e mal organizzati, cercarono la
fuga, ma in gran parte furono schiacciati dalla carica dei Leoni. Durante la
sanguinosa battaglia venne catturato Klezerk in persona, lo Sciamano fu legato
ed imbavagliato, condotto nelle fredde segrete del castello ed ivi rimase per
lungo tempo, fino a quando il Gran Maestro in persona non andò ad
interrogarlo. Riconosciuto il Gran Maestro dei Leoni, lo Sciamano maledì il
suo nome; Mathieu intendeva scoprire dove si nascondessero i suoi seguaci ma
il Demone invocò una terribile maledizione: <<La vostra opera sarà
sempre vana, il Dodicesimo verrà smarrito e solo quando il Leone avrà in sé il
seme della malvagità sarà ritrovato>>.
Detto
questo si tolse la vita con un anatema ancora più orrendo.
Dopo
aver udito tali parole il Gran Maestro rimase a lungo angosciato e, si dice,
che non dormì per nove giorni e nove notti, passando in raccoglimento e
preghiera le sue giornate … ma i suoi sacrifici furono vani poiché di lì a
poco, il Dodicesimo Tomo scomparve misteriosamente.
Mathieu sapeva che nessun Ladro sarebbe potuto entrare facilmente nel
castello dei Templari, così il Gran Maestro arrivò per la prima volta a
dubitare dei suoi confratelli … da quando Klezerk era stato rinchiuso nelle
segrete, infatti, un Leone era stato messo a costante presidio di tale luogo
in modo da scongiurare un eventuale fuga.
Il
fratello del Tempio, del quale non c’è stato tramandato il nome, aveva
assunto comportamenti assai strani in quel periodo, così Mathieu ritenne
doveroso verificare il suo stato. Una sera il Miles
Arcanus, tale è il soprannome che venne dato alla guardia di Klezerk, fu
chiamato al cospetto del Gran Consiglio dell’Ordine. Davanti ai più grandi
dignitari ammise di aver trafugato il volume lui stesso e di averlo nascosto.
Quella sera il Miles Arcanus palesò la sua pazzia a tutti i confratelli e,
tra un mormorio ed un altro, si scoprì che era stato lo Sciamano a ridurlo in
questo stato tramite le arcane parole della sua magia e la sua abile favella.
Il Consiglio dell’Ordine era addolorato per la perdita di questo fratello,
tuttavia non poteva permettere che egli girasse libero, poiché si rifiutava
in ogni modo di rivelare il nascondiglio del Dodicesimo Tomo e costituiva un
pericolo per tutti i Leoni. Fu con grande amarezza che il Gran Maestro ordinò
di rinchiudere il Miles Arcanus nelle segrete, ma, mentre veniva trascinato
via, parlò con superbia e disse: <<Il cammino del completamento è
spinoso, quante le spine sullo stelo della rosa. Sotto il petalo di fuoco e
senz’acqua troverete l’Arcano. Che sia chiuso nel mistero e condotto a
Mano Stregar per il cammino inviolato>>.
Il
Miles Arcanus fu imprigionato e di lui non si seppe più nulla … Il
Dodicesimo Tomo rimase disperso per lungo tempo giacché ancora ai Leoni non
era dato ritrovarlo.
Gli
anni passavano ed i vari Gran Maestri si avvicendavano alla guida
dell’Ordine, ma il Leone era sempre in lotta contro le forze del Male.
I
monaci-guerrieri s’impegnavano nella lotta e nella difesa dei loro ideali,
ideali che attiravano da tutte le terre giovani ardimentosi. Anche se solo
pochi di loro riuscivano a superare le dure selezioni ed i periodi di
formazione dell’Accademia della Porta d’Oro.
Le
fila dell’Ordine si rinfoltivano ed il Baussant sventolava alto e fiero.
Gli
scritti ci segnalano una grande battaglia, dove perirono molti fratelli del
Tempio, avvenuta intorno all’anno LXXVIII dell’Ordine. Questa battaglia fu
invocata a gran voce dal Sommo Sacerdote di Themis Raxxar,
che incitava i fedeli alla Dea promettendo loro che la morte in battaglia li
avrebbe resi puri agli occhi della Grande Madre. <<In nomine
Themis!>> era il motto che
passava sulla bocca di tutti in quei giorni. In quel periodo la Dea aveva
affidato la guida dell’Ordine a Yves
Mormant; discendente della dinastia dei Mormant, quest’uomo era l’attuale custode del segreto e grande
stratega.
Le
sue abilità nell’arte della guerra, tuttavia, furono rese vane dalle
circostanze in cui si svolse la battaglia. Sulle pendici dei Colli Ventosi,
ove ebbe luogo lo scontro, molti fedeli alla Dea, raccogliendo l’invito di
Raxxar, si erano armati alla meglio e gettati nella mischia. I Leoni, grazie
alla solita organizzazione militare, avevano fatto partire da prima la carica
a cavallo e poi era intervenuta la fanteria per finire il nemico con le mazze;
ma i nemici che si trovarono davanti in quella tremenda giornata erano
sovrannaturali: Orchi e Demoni maledetti magicamente e resi più resistenti
… il magma fuoriuscì dalle viscere della terra, come a segnale che le forze
del Male fossero destinate alla vittoria, ed il Luogotenente delle orde
maligne falciò gran parte delle forze dei Leoni. Avanzava minaccioso
brandendo una falce nera e nel suo volto deforme brillava un ghigno malefico.
Yves ordinò la ritirata e le truppe dei Templari eseguirono diligentemente
l’ordine impartito. La battaglia era persa, ma la guerra tra il Bene ed il
Male non avrebbe mai avuto fine. Quella notte i Leoni scampati trovarono
rifugio presso una caverna, mentre i Primi Ufficiali organizzavano turni di
notte e ronde di perlustrazione del luogo.
Yves
si ritirò nella grotta e qui pregò la Dea Themis: <<Madre mia!
Concedete a questo Vostro umile servitore la forza di guidare i Leoni alla
vittoria. Date al mio braccio il vigore per abbattere i nostri nemici ed alla
mia mente lucidità per ordinare le schiere!>>.
Dette queste parole Yves fu
sorpreso dal sonno, giacque nella caverna e sognò. Durante quel sogno la Dea
gli parlò e gli mostrò la strada da seguire: <<Yves, Leone tra i Leoni! Mio valoroso servitore. A te concederò la forza
e la lucidità e la tua fede sosterrà i cuori dei tuoi fratelli. Va ora,
sveglia le truppe e conducile alla vittoria>>.
Fu così che, nel sonno, Yves vide le truppe dei Leoni che difendevano
strenuamente il Baussant e passavano al contrattacco; vide il Luogotenente
degli infedeli fuggire dinnanzi alla sua ira e le truppe oscure sprofondare
nel fiume di magma. Alzò lo sguardo al cielo e vide una grande croce
infuocata, accanto alla quale vegliava la Mezzaluna della Dea, e sentì una
voce profonda che diceva: <<In hoc Signo vinces!>> in questo Segno
vincerai! Il Gran Maestro si svegliò di soprassalto urlando: <<Semper
vinces!>>.
Così
andò a svegliare i suoi uomini e parlò loro: <<La Dea sosterrà le
nostre gesta in questa notte, questa battaglia sarà a lungo ricordata
fratelli miei. Venite Leoni! Che il nostro Ruggito ricacci il nemico nel
lordume dal quale proviene!>>. In
questo modo Yves esortò i Leoni dandogli coraggio e, la notte stessa, i
Templari si rigettarono sul campo di battaglia ove le orde infedeli
festeggiavano e bruciavano i propri fratelli e infierivano sui corpi dei Leoni
caduti. In quel momento il Ruggito del Leone si levò alto sul campo di
battaglia, tutti i fratelli del Tempio, a cavallo, andarono incontro al nemico
senza curarsi di quanto esso fosse numeroso. La carica dei Leoni colse di
sorpresa gli infedeli che, impegnati nei festeggiamenti, non erano pronti a
sostenere un attacco tanto determinato. La fede di Yves stava spingendo i
Leoni alla vittoria quando entrò in campo il Luogotenente delle forze maligne
con la sua scorta personale; Yves vide che i suoi fratelli non resistevano
all’impeto dell’Orco e così si diresse verso di lui, incitando i suoi più
fedeli compagni a seguirlo. Così avvenne lo scontro tra Yves e l’Orco,
l’infedele muoveva la sua grande falce verso il Gran Maestro che,
decisamente più agile, schivava come meglio
poteva i suoi attacchi.
Ma
l’Orco era veterano di mille battaglie e ferì Yves staccandogli una mano.
La
Dea, tuttavia, aveva concesso al Leone la forza di sconfiggere i suoi nemici e
questi con grande forza trafisse il petto dell’Orco, il nemico cadde in
ginocchio e proferì: <<Dimmi cavaliere Leone, cosa ti dona tanto
coraggio e tanta forza da poter sconfiggere anche Orghjins,
Luogotente dei Discepoli di Simeth? Qual è la causa che con tanto
fervore e devozione servi?>>.
Yves
rispose fiero: <<La nostra causa è un segreto velato in un segreto. Il
segreto di qualcosa che rimane velato, un segreto che solo un altro segreto può
insegnare: è un segreto su un segreto che si appaga di un segreto>> poi staccò di netto la testa al Luogotenente dell’esercito
maligno.
Terrorizzati
da tale spietato gesto i seguaci dell’oscuro fuggirono ed i Leoni li
inseguirono fino a sospingerli nel fiume di magma dove trovarono giusta morte.
Grandi furono i festeggiamenti e la gloria che la battaglia portò ai Leoni,
ma essi rispondevano agli elogi con l’umiltà dei Templari recitando il
motto dell’Ordine: <<Non Nobis Domina, non Nobis sed Nomini tuo da
Gloriam!>>. Non a Noi Signora, non a noi ma al Vostro Nome sia Gloria!
Ed
essi furono accolti come liberatori ed il Sommo Sacerdote Raxxar invocò sulle
schiere dei Leoni la Benedizione di Themis. Ma dal momento della loro vittoria
i Leoni ebbero sempre contro di loro le forze fedeli al Male.
Dopo
la grande battaglia l’Ordine si ritirò nella propria Roccaforte, ricordando
ed onorando con il silenzio, il sacrificio dei fratelli
caduti in battaglia.
Da
quel momento il silenzio dei Leoni
è il massimo segno di rispetto per i caduti, nel silenzio il Leone prepara il
suo spirito e commemora i fratelli deceduti. Guai a risvegliare il Leone dal
sacro silenzio, esso s’ergerebbe in tutta la sua possanza annientando chi
tanto ha osato!
Ma
il Leone, con il passare del tempo, aveva sempre più nemici. Oscuri viandanti
presero ad insozzare il nome dell’Ordine con le loro menzogne e, talvolta,
si presentavano ai Leoni provocando i Templari e stuzzicandoli fino ad una
loro reazione. Molti furono i duelli che diedero soddisfazione all’Onore dei
fratelli Leoni in quel periodo, ma il Gran Maestro non era contento di come i
fedeli stessero iniziando a vedere l’Ordine e del sangue che veniva versato,
seppure tale atto occorresse per mantenere alto l’Onore del Leone.
Il
saggio Gran Maestro riconosceva in tali oscure manovre l’influenza dei
nemici dell’Ordine. Così, riunitosi col Consiglio, impose una nuova regola:
<<Per tre volte i fratelli Leoni sopporteranno l’ingiuria, per tre
volte sopporteranno il disprezzo e la menzogna, ma dopo la terza volta non si
fermeranno se non dopo il silenzio del nemico, qualunque sia la sua forza>>
e, da quel momento, tutti conobbero la saggezza
del Leone e tutti tremavano quando udivano ingiuriare il nome
dell’Ordine, perché sapevano che la punizione sarebbe arrivata inesorabile.
Ora
le forze del Bene splendevano di nuova potenza grazie all’Ordine del Leone,
così il Gran Maestro decise di spostarsi dove più c’era più bisogno
d’aiuto. Era giunta voce che alcuni valorosi stessero fondando una
Cittadella vicino ai Monti delle Nebbie. La città era spesso bersaglio degli
attacchi di Honorius, che era noto all’Ordine come una grande potenza
maligna. Così l’Ordine del Leone iniziò il lungo viaggio, che avrebbe
dovuto condurlo fino alle porte della Città di Lot. Ma la strada da
percorrere era lunga ed i Leoni erano rallentati dalle grandi quantità
d’armamenti e materiali che dovevano portare con loro, in ricordo ed
osservanza dei fratelli e delle regole del passato. Tra i tanti oggetti che i
Leoni trasportarono, uno era particolarmente importante: la Croix du Sang. Tale
cimelio era stato portato da Bertrand de SaintLeon dalle sue terre
d’Origine; si trattava di una croce, la stessa che era rappresentata sulle
vesti dei Templari.
<<Tale
croce rappresenta il sacrificio! Siatene sempre orgogliosi poiché solo un
puro di cuore è capace del sacrificio>>
era solito dire il Primo Leone, e queste parole venivano tramandate fin
dagli albori dell’Ordine. Ora era in corso la marcia dei Leoni verso la
Cittadina di Lot, i Fratelli del Tempio dovettero resistere a parecchi
attacchi da parte delle forze degli Infedeli e, ad ogni attacco, uscivano
indeboliti. Molti perirono durante il cammino ed il corteo dei Leoni viaggiava
silenzioso, in rispetto alla regola del silenzio. Ma fu proprio quando i Leoni
erano quasi arrivati alla loro meta che subirono un poderoso attacco delle
forze del Male. Honorius e gli antichi nemici dell’Ordine si erano
coalizzati, il primo in vista di un nuovo potente nemico, i secondi per
antichi rancori ed insaziabile desiderio di vendetta. Era chiaro al Gran
Maestro che i Leoni non avrebbero mai potuto vincere contro tali potenze
riunite, specialmente se avessero subito un attacco a sorpresa. Egli scrutò
le sue fila ed, individuato un Miles che era da tutti conosciuto per il suo
valore e la sua saggezza, lo chiamò a sé.
<<A
Voi da ora in poi sarà affidata la guida dell’Ordine, conducete i Leoni
fino a Lot, prendete lì stabile presidio e servite con la stessa audacia e
saggezza con cui avete servito fino ad ora il Baussant. Possa esso sventolare
sempre alto nel vostro cuore! Prendete con voi metà dei fratelli ed
andate!>>.
Udite
le parole del Gran Maestro in molti vollero rimanere al suo fianco per dare il
tempo agli altri Leoni di fuggire e per morire sotto il Baussant al fianco del
loro comandante, ma quando egli ordinò all’avanguardia di procedere senza
indugio, nessuno osò dar fiato alla bocca e tutti eseguirono l’ordine.
I
Leoni continuarono il loro cammino ed il Gran Maestro, con il suo sacrificio,
permise all’Ordine di perdurare.
Mentre
si allontanavano i Leoni udivano il clangore dello scontro e le urla di
battaglia dei fratelli, ma continuarono il loro cammino. Quella notte giunsero
alle porte di Lot e fecero il loro ingresso in Città. Non fu un ingresso
superbo e altezzoso, erano solo pochi cavalieri con indosso umili vesti e
stremati per il lungo viaggio; ma un menestrello li notò, riconobbe le loro
insegne ed avendo avuto modo di mirare le loro nobili gesta iniziò a lodarli:
<<Venite
genti di Lot, questa notte sono giunti i Cavalieri della Speranza!
Una
cavalleria e' apparsa sulla Terra dell'Incarnazione ...
essi
non onorano fra loro il più nobile, ma il più valoroso ...
essi
non vanno in battaglia pieni di fronzoli e pennacchi, ma con stracci ed un
mantello bianco ...
essi
lavorano tutti nella loro Casa ai comandi del loro Precettore ...
essi
si aiutano l'uno con l'altro nella dottrina insegnata da Themis ...
essi
eseguono in silenzio, quello che viene loro comandato ...
essi
non hanno paura del Male in ogni sua forma ...
essi
sono i Cavalieri della Speranza ...
essi
sono ... i Cavalieri Templari dell’Ordine del Leone>>.
Così
una folla si riunì attorno agli onorevoli Templari ed i Nobili li accolsero
come difensori del culto della Dea e della sua Sacra Dimora. I Leoni
ringraziarono per l’ospitalità i Nobili, promisero alla Cittadella aiuto
contro le forze di Honorius e contro i nemici del Granducato e chiesero di
essere schierati sempre in prima fila qualora fosse venuto il momento dello
scontro.
Dei
Leoni nella Vecchia Lot
Giunti in città,
dopo il loro ingresso, i Templari rimasero a lungo nell’ombra
dell’anonimato, servendo il Granducato con le vesti di semplici Militari o
di liberi Cittadini. Essi, in silenzio ed in segreto, selezionavano i più
meritevoli che sarebbero poi entrati nelle schiere dei Leoni iniziandoli ai
riti ed alle usanze dell’Ordine. Il Gran Consiglio, dopo l’iniziale
entusiasmo con il quale erano stati accolti i Leoni, si era reso conto che
sarebbe stato meglio attendere prima di presentare il loro progetto ai Nobili,
ai quali spettava la decisione ultima se ufficializzare o meno l’Ordine
all’interno del Granducato. Ma i Leoni non attesero con le mani in mano,
molti di loro agivano concretamente per la salvaguardia della Città, del
Tempio e del Culto della Dea. Altri, col benestare del Gran Consiglio, si
dedicarono alla costruzione di una Roccaforte per i Templari, poco fuori dalle
mura della Vecchia Città. Il castello prese nome di Mansio Perfecta e qui vennero conservate le pergamene, i tomi e
tutti gli oggetti preziosi per i Templari. Purtroppo, quando Honorius
costrinse la popolazione di Lot a rifugiarsi presso la Rocca per trovare
scampo, la Mansio Perfecta venne abbandonata in gran fretta, così come
ordinato dal Gran Consiglio. In quel luogo giacciono ancora numerosi cimeli
del nostro Ordine, nascosti in stanze sotterranee disseminate di trappole, che
difficilmente il nemico riuscirà a scovare.
Dei
Leoni nella Nuova Lot
Periodo
Ran
Abbandonata in
gran fretta la Mansio Perfecta i Leoni, insieme al resto della popolazione del
Granducato, si recarono presso la Rocca dalla quale prese vita la Nuova Lot.
Alcuni dei Templari aderirono ad un Ordine analogo a quello fondato da
Bertrand de SaintLeon, fra questi vi era un cavaliere di nome Ran
de Peitièou. Egli era uomo
devoto alla causa e degno di grande ammirazione. Fu grazie a lui che
l’Ordine perdurò, pur mutando nella forma rimase immutato nello spirito.
Ran, seguendo l’ultimo ordine del vecchio Gran Maestro, rifondò l’Ordine,
denominandolo Sacro Ordine del Leone.
Egli era persona di grande carisma che poteva contare su affidabili
collaboratori; il Sacro Ordine del Leone, sotto la sua guida, divenne in poco
tempo la più potente corporazione del Granducato. Ovunque per le vie della
Città, dalla Rocca dei Venti al Castello dei Gladiatori, fino alle Caverne,
si trovavano le bianche clamidi dei Leoni, i Templari erano spesso impegnati
in ronde e non mancavano mai di schierarsi in prima linea quando le forze del
Maligno attaccavano.
Anche quando morì
il Granduca Senza Nome ed il trono
dell’infante fu in pericolo a causa dell’usurpatore Gronko, Ran schierò i Leoni dalla parte della giustizia, seguendo
l’allora Governatore Supremo Astante.
I Leoni coalizzati insieme alle forze fedeli all’Infante si trovarono a
combattere contro l’Esercito Ducale e gli Alchimisti. Sotto Ran il Sacro
Ordine attraversò il suo momento di massimo splendore e potenza, tuttavia
questi fu, a seguito di un contrasto con i Nobili, esiliato dal Granducato per
disarmonia con le autorità nobiliari.
Periodo
Cristall
Molti valenti
Milites Templi si erano discostati dall’ombra del Baussant a seguito
dell’allontanamento di Ran. La scelta ricadde su Lord Cristall,
che fu il primo appartenente alla razza vampira a guidare il Sacro Ordine del
Leone. Sotto la sua guida i Leoni mantennero il presidio alla Cittadella e
furono impegnati più volte nella difesa del Granducato. Il suo passaggio al
comando dell’Ordine fu breve, poiché impegnato nell’opera di
riorganizzazione dello stesso, lasciò serpeggiare nelle fila dei Leoni il
dubbio. Fino a quando un cavaliere fu da lui espulso e numerosi confratelli,
contrari a quella decisione, si allontanarono dall’Ordine.
Periodo
Wolfang
Quando
numerosi Leoni diedero le dimissioni, a seguito delle sopra citate vicende, la
Gilda sembrò sull’orlo del baratro ed i Nobili, ben consci che i Leoni
erano molto importanti per la difesa del Granducato, decisero di sollevare
Cristall dalla carica di Gran Maestro. Ma a chi affidare tale importante
compito? Chi sarebbe stato in grado di riportare allo splendore la Gilda del
Sacro Ordine del Leone? In quel periodo vi era un nobile e saggio Mannaro che
teneva informati i Nobili sull’andamento del Sacro Ordine. Il suo nome era Wolfang
ed era il Supremo Mentore dell’Ordine dell’Unicorno. I Nobili decisero che
era lui la persona più indicata per tale incarico, così il Signore Wolfang
venne investito della carica di Gran Maestro del Sacro Ordine del Leone.
Sebbene egli non
facesse precedentemente parte dell’Ordine, possiamo dire senza dubbio alcuno
che sia stato uno dei migliori Leoni di tutti i tempi. Duro e deciso diede uno
scossone all’organizzazione dei Leoni, riprendendo dalle fondamenta la sua
struttura. Sotto la sua conduzione, grazie anche all’aiuto di formidabili
collaboratori, l’Ordine riprese vigore.
Fu in una cupa
notte che il Gran Maestro si recò alle Caverne con due umili Scudieri
dell’Ordine. Quella
notte ebbe luogo una delle più inquietanti apparizioni che si ricordi: la
Nera Signora Morte comparve davanti a Cavalieri Neri e Leoni, donando alle Nere
Schiere un tomo, affinché portassero distruzione nella Cittadina.
Fu solo grazie
alla prontezza del Gran Maestro che il Male non dilagò a Lot, egli riuscì,
infatti, a strappare una pagina del nero tomo. Nonostante tutto i Cavalieri
Neri, superbi e sicuri di sé, procedettero al rito loro richiesto dalla Nera
Madre, senza conoscere il contenuto di quell’importante pagina.
Il rito non ebbe
l’esito sperato, finendo per provocare uno strana quanto incredibile inversione
di ruoli tra i presenti: i Templari si ritrovarono per la prima volta a
seguire la via delle Tenebre, mentre, per contro, i Cavalieri Neri furono
asserviti alla Luce della Dea Themis.
Questo bizzarro
scambio d’allineamenti perdurò fino a quando l’Alleanza
Bianca non si prodigò, con l’aiuto dei Druidi, per annullare gli
effetti del macabro rito facendo ritornare i Leoni quelli che erano sempre
stati.
Sotto la
conduzione di Wolfang, i Leoni affrontarono la crisi dell’invasione
degli Orchi ed il tradimento dei Cavalieri Neri, che dopo aver stretto un
patto con le forze di Honorius, avevano assediato la Cittadella.
Sotto la guida
dell’Augusto Conte Thorm, grande condottiero, i Leoni riuscirono ad uccidere
il Capo degli Orchi e, con l’aiuto della Bianca Alleanza, una volta
sconfitta l’Alleanza Nera,
obbligarono i seguaci delle Tenebre ad un armistizio.
Grandi sono stati
gli insegnamenti di Wolfang e numerose la sagge parole che egli ha rivolto ai
suoi confratelli. Così forte è stato l’affetto dei suoi Leoni che, alle
sue dimissioni dalla carica di Gran Maestro, il Mannaro venne fatto Leone ad
Honorem e gli venne concesso di usare il saluto: <<Onore et Forza>>.
Periodo
Shade
Wolfang
rassegnò le proprie dimissioni lasciando l’Ordine nelle mani di una donna,
Sadalzabih ibni el Ghebli, conosciuta con il nome di Shade. Ella aveva da
lungo tempo indossato la bianca clamide templare ed era arrivata a servire
l’Ordine col grado di Siniscalco, ossia il secondo dello stesso Gran Maestro
Wolfang. I Nobili fecero dunque cadere la propria scelta su di lei.
Indubbiamente la donna era meritevole di tale onore ed aveva già mostrato in
passato quanto tenesse all’Ordine, immolandosi più volte per i suoi
fratelli e sacrificando la sua stessa natura di Vampiro per seguire le dure
regole della Gilda. Durante il periodo in cui la pestilenza nota come Verme
di Kmuth si diffondeva tra i Vampiri, ella era stata contagiata e si era
lasciata lentamente e con grandi sofferenze trasformare in essere Umano, per
poter continuare a servire il Baussant. Sotto il suo comando fu ritrovato il
Dodicesimo Tomo, la sua indole vampirica aveva, infatti, lungamente covato una
scintilla di malvagità, ora finalmente soppressa, piegata dal dolore e dalla
sofferenza.
Fu in una calda
serata d’Estate che lo Spirito del
Templare si manifestò al Pronao del Tempio di Themis, agli occhi dei
comuni astanti lo Spirito aveva le sembianze di una bambina, ma il Gran
Maestro sapeva che quell’Essenza, che rispondeva al nome di Faith,
non era altri che l’Essenza del Leone, dei confratelli passati e futuri. Lo
Spirito del Leone si congiunse con Shade, donandole nuova energia e nuova
conoscenza al fine di guidare i suoi Leoni nell’eterna battaglia. Ancora una
volta le Benevola Madre dimostrò il suo amore per i devoti Leoni quando, il
28° giorno del 4° mese del VI anno dalla Fondazione, fece scendere la sua
benedizione sulle armi impugnate dai Milites Templi, grazie alla Somma
Sacerdotessa Urania. I Milites possono da allora cingere le proprie sacre
spade anche all’interno del Tempio, per assicurare la pace e la tranquillità
del Sacro Luogo.
Sotto la guida del
Gran Maestro Shade i Leoni continuano la loro grande avventura, mai domi della
lotta contro il Male.
Tremate schiere
Maligne quando udite il ruggito del Leone!
Poiché quello è
l’ultimo suono che sentirete!
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Non Nobis Domina, Non Nobis sed
Nomini tuo da Gloriam!
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Cavaliere
Alexander Delryn
Umile
Servo e Storico del Sacro Ordine del Leone
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** Certificazione del Sommo Detentore dell’Arcana Saggezza Shanty **
