I Volti della Dea
Themis
è la Madre, Genitrice di ogni cosa, Signora della Vita. E perciò
in Lei troviamo tutto ciò che troviamo in una madre: Amore,
quando stringe amorevolmente al seno i Suoi Figli; Protezione, quando
col suo dolce sorriso rende luminose le notti più buie delle
Sue fragili ed ingenue creature; Ira, feroce e implacabile come una
tempesta, per coloro che non rispettano le sue Leggi, mettendo a repentaglio
il benessere e la felicità dei suoi Figli. Culla dei Sogni,
Gioiello della Notte, Falce della Vita. Themis affida la sua voce
e la sua volontà ai Suoi sacerdoti, ma non di rado la Dea parla
direttamente al cuore di quelli che hanno animo puro e sono pronti
ad ascoltarla. Al di sopra del bene e del male, e del giudizio dei
mortali, ogni azione di Themis rappresenta la Giustizia. Ella è
tutto ciò di cui abbisognamo per giungere alla felicità,
sebbene la strada da percorrere per raggiungerla possa apparire misteriosa.
La Dea è grande e difficilmente conoscibile nell’intera
sua grandezza. Ma poiché ella desidera provvedere alle esigenze
di tutti i Suoi Figli, assume molti volti e molti nomi, con i quali
può essere invocata. Così gli studiosi e i saggi la
pregheranno come Signora della Conoscenza, poiché essendo la
creatrice, conosce la verità celata in ogni cosa. I guerrieri
e i combattenti chiederanno forza e protezione in battaglia alla Dea
Guerriera. Altri la invocheranno come Signora della Vita, perchè
doni prosperità alla terra e alle creature mortali. E mille
altri nomi saliranno dalle labbra dei fedeli verso il cielo, e ad
ognuno di essi Themis risponderà, purché la preghiera
sia rivolta con fede limpida e sincera.
Giustizia
Themis è Signora delle Leggi e della Giustizia, e dal suo trono
d’argento vigila su di esse e si fa testimone dei giuramenti
e dei patti tra i suoi figli mortali. Al di sopra del bene e del male,
Themis rappresenta la Giustizia perfetta. Non v’è altra
Giustizia se non la Volontà, espressa delle Leggi, della Dea.
E giusto è colui che fa propria tale volontà e si prodiga
assiduamente per esaudirla. Al contrario, colui che consciamente combatte
e si oppone al volere di Themis, viene chiamato malvagio e sarà
destinato a subire l’Ira della Signora. Ella osserva col suo
occhio infinitamente saggio e pesa con la sua Bilancia, dotata del
più perfetto equilibrio, le azioni delle creature, e provvede
a restituire in egual misura, nel bene e nel male, ciò che
ognuno dà. Le Leggi della Dea pervadono ogni aspetto di ogni
vita di ogni creatura sulla terra. Esse sono misericordiose, e tuttavia
assolutamente giuste, poiché combinano l’essenza dell’amore
con il rigore della giustizia. La Dea non ha affidato le sue Leggi
alle parole di un profeta, bensì le ha impresse nell’essenza
stessa del mondo che ha generato, affinché ognuno potesse carpirle
e comprenderle attraverso l’ascolto e l’osservazione del
creato. Esse si possono trovare nelle corrispondenze tra cielo e terra,
nel susseguirsi del tempo e delle stagioni, nel moto degli astri,
nella magia e nell’arte, nei sentimenti e nell’intelletto
delle creature, e costituiscono il ritmo e il fondamento della Vita.
Grazie a ciò, i messaggi che la Dea ci vuol donare possono
essere letti ogni giorno nel mondo che ci circonda, ed ognuno, porgendo
attenzione, ne può trarre il proprio insegnamento. Ella inoltre
stabilì una Legge per le quattordici Razze: "Solo
nascita e morte sono nel libro del Fato, il resto è scelta
e conseguenza." Per ricordare ai Suoi Figli che
hanno nelle loro mani il potere di plasmare il proprio destino e che
i dettami dei mortali sono effimeri e insignificanti, al confronto
di quelli divine.
Conoscenza
La Dea Themis è infinita conoscenza, fonte di saggezza e sapere;
niente le è ignoto, poiché ogni cosa è da Lei
creata e vista, di ogni cosa Lei è parte. Themis ha reso i
Suoi figli capaci di conoscere e di godere della Sua sapienza: infatti
gli esseri viventi nella terra di Extremelot sono dotati di sensi
e di pensiero. Attraverso i sensi gli individui sono in grado di percepire
il mondo circostante, di stabilire un rapporto con ciò che
li circonda. Tuttavia i sensi sono in grado di fornire solo una mera
rappresentazione della realtà e delle sue forme; questo tipo
di conoscenza è possibile a tutti. Vi è però
un aspetto più profondo, un qualcosa che va oltre la percezione:
la Dea ha dato a tutti anche un animo interiore, capace di condividere
la conoscenza divina e di entrare a far parte di essa. Solo ascoltando
il proprio animo interiore e non limitandosi a ciò che i sensi
dicono si può trascendere verso una cognizione più alta
e veritiera delle cose, arrivando alla percezione dell’Io divino,
che è un tutt’uno con ogni parte del creato. La Dea infatti
parla ai nostri cuori, ai nostri animi, e attraverso questi ci offre
la comunione con la Sua essenza. La conoscenza divina è al
di fuori del tempo, non ha vincoli né confini, è come
un’infinita sfera che tutto comprende e tutto vede, secondo
una logica ben precisa, ma a noi non comprensibile. In questa ottica
si possono spiegare tutte le leggi della natura, concepite nel più
armonioso dei modi; per ogni cosa c’è una spiegazione,
che risiede proprio nella logica divina, perfetta in ogni suo aspetto.
La conoscenza parziale dei disegni divini è la massima aspirazione
per un individuo, dato che solo ad un intelletto infinito è
possibile conoscere il tutto e comprendere le cause e la giustificazione
di tali disegni; coloro che riescono ad elevare le proprie menti alla
visione delle trame celesti sono prescelti dalla Dea e vengono detti
Sommi Sacerdoti e Somme Sacerdotesse: a loro è affidata la
guida degli individui lungo il cammino spirituale che porta alla luce
divina.
Vita
Themis, dispensatrice di amore supremo, quando vide la nuda e inerte
terra decise di animarla e con le sue stesse mani plasmò tutte
le creature. Quelle creature erano sì splendide, ma mancava
loro qualcosa che le identificasse con chi le aveva generate e nello
stesso tempo che le rendesse costantemente tese a lodarla. Per questo
motivo Themis soffiò su di esse la vita, quell’alito
di vento che riempiva le giovani membra di ogni essere e che permetteva
alle piante di crescere, all’acqua di rifluire, al fuoco di
ardere. Dal Suo grembo fecondo ogni cosa è generata e il Suo
spirito pervade e rende viva qualunque creatura che si affaccia sulla
terra o è nascosta nelle sue viscere. Dovunque si posi il suo
sguardo amorevole le cose mutano, si scaldano e prendono nuova vita
come se sorgessero dalle ceneri di quello che sono state. Questo fuoco
imperituro dona il calore che fa irrompere la vita nei semi addormentati;
è la forza che tinge i cieli, i boschi e i mari dei colori
più brillanti e che alleva con materne piogge e carezze di
brezza ciò che si affaccia alla vita. Ma Themis non ha creato
le cose affinché rimanessero sterili. Ella in quanto Signora
e Madre di ogni cosa visibile e invisibile ha plasmato le volontà
delle sue creature affinché, per lodare Colei che le ha generate
più che per il loro naturale trasporto, fossero in grado di
proliferare e accrescere. Per questo motivo Themis benedice l’amore
che unisce le anime e i corpi, mettendo loro a disposizione una terra
rigogliosa da cui trarre nutrimento. Tutte le femmine che portano
in grembo la fiamma di una nuova vita a Lei si appellano, a Lei dedicano
le emozioni della gravidanza e solo in Lei trovano conforto quando
i dolori del parto diventano insopportabili. Quando la nuova vita
emette il suo primo vagito le madri invocano la protezione di Themis
su quel figlio che è nato, coscienti che mai lo ameranno quanto
Lei lo ama. A Lei rendono grazia le fanciulle che, cinte di fiori
variopinti, celebrano la bella stagione o i sogni d’amore, e
coloro che, consci del mistero di cui sono partecipi, cantano le Sue
lodi per ogni frammento di vita che possono assaporare. Con la stessa
devozione i contadini arano e seminano la terra fertile, invocano
e temono la pioggia e, come fonte suprema di lode, accudiscono le
messi che poi utilizzeranno come nutrimento per il loro corpo. Le
piante scavano con le loro radici nel terreno per trarre da esso nutrimento
e si allungano verso il sole quasi fino a voler raggiungere quella
luce che da loro la vita.
Ira
«Nessuno sa dove venne rinvenuto questo manoscritto antichissimo,
la Sacerdotessa Luriwen forse lo custodiva assieme ad altre sacre
testimonianze,ancora da decifrare; neppure forse si e’ certi
che sia stato lo stesso Nemesh, Primo Angelo della Dea e poi suo mortale
Sacerdote in terra, a scriverlo di pugno. Piuttosto dettato ad uno
dei suoi tantissimi figli devoti, ultimo insegnamento di una vita
luminosa come poche altre. Ciò che si sa con certezza, e’
la veridicità del messaggio che contiene: tutto viene da Themis,
sorgente dell’intero Creato, e tutto tornerà a lei, oceano
di amore pronto ad accogliere il fiume dei suoi figli che hanno varcato
i tempi.» [NdT]
Amore infinito, ma giustizia implacabile; la Madre ha dato la vita
ai figli, e ha donato loro la libertà di scegliere tra bene
e male, tra luce e tenebra. Affinché ogni figlio cammini con
coscienza sul sentiero della vita. Ma come ogni Madre niente le sta
più a cuore dei suoi figli e in particolare dei suoi figli
più inermi. Coloro che ne attenteranno la vita, che useranno
violenza o inganno, coloro che porteranno tenebra nel cuore dei deboli,
per loro non ci sarà alcuna salvezza, alcuna misericordia.
I quattro cavalieri apocalittici, Guerra, Pestilenza, Carestia e Morte,da
quel giorno mai più hanno lasciato il suolo del Creato, pronti
ad abbattersi in ogni luogo in ogni momento. A nessuno è dato
conoscere i sentieri su cui si muovono i quattro cavalieri, araldi
dell’Ira della Madre.
Colei che in principio aveva creato il Giardino perfetto dell’amore,
donandolo a tutte le sue creature, adesso e per sempre soppeserà
i suoi doni con la bilancia della giustizia infallibile: quanto più
amerà i suoi figli, tanto più grande sarà l’Ira
verso coloro che violeranno tale Alleanza. Nemesh ha sognato la fine
di demoni, angeli reietti, razze malvagie, ma anche le razze predilette
da Themis passeranno dal suo fine setaccio; perché Simeht ha
reso immonde le acque della sorgente della Vita, ma la Madre le purificherà,
prima che il grande fiume le faccia giungere all’oceano del
suo cuore.
Oltre la soglia della morte
La
Grande Madre dà e toglie la vita, crea e distrugge, così
come avviene nel susseguirsi delle stagioni. Perciò l’esistenza
di ogni creatura è segnata da due momenti ineluttabili: Nascita
e Morte, entrambe momenti del volere divino. Sono molti i modi in
cui può sopraggiungere la fine della vita terrena, e così
pure sono diverse le sorti che la Dea ha tracciato per le anime immortali.
Quando una creatura lascia per sempre la vita come noi la conosciamo
e abbandona ogni legame col mondo mortale, neppure Ade ha più
potere su quell’anima ed i suoi fuochi non possono trattenerla
o imprigionarla. Ben altra luce accoglie lo spirito vitale nel momento
in cui ha portato a compimento la sua parte del Disegno: quella candida
e spettrale delle Tre Lune. Nel Disegno di Themis ogni stella che
splende negli spazi celesti corrisponde al destino di uno dei Suoi
figli. Nell’istante in cui Neft, la luna dell’equilibrio,
passa davanti a una stella, le altre due lune che insieme sono tutto
e nulla si muovono ad eclissare la stella di vita della creatura.
Essa dunque si mostra a Themis Sua Madre senza paure e senza rimpianti,
dimentica di ciò che è stata e cosciente solo di quell’attimo.
Uri sfiora la stella, cattura la debole luce nel suo potente buio,
mentre Luri ne raccoglie l’essenza profonda. Così le
Lune donano la morte e la vita insieme.
L’antica Sacerdotessa Luriwen, che era in grado di giungere
ad una profondissima comunione con la Dea, svelò di aver veduto
in sogno ciò che sta oltre la soglia della morte. Parlò
dell’Abisso, il luogo in cui vengono relegate le anime di coloro
che in vita rifiutarono e disprezzarono le Leggi della Dea, descrivendolo
come un profondo squarcio prodotto da Simeht prima della sua definitiva
reclusione nel centro della Terra. Legate per sempre dalla loro ribellione
a questo luogo di tenebra e desolazione, le anime possono essere evocate
da fruitori di Magia oscura, sotto forma di Spiriti Maligni, e costrette
ad obbedire ai loro evocatori. In questo modo Simeht assicurò
il perdurare del Male oltre la morte. Ma esiste anche un altro luogo,
la Terra del Sole, dove trovano dimora eterna coloro che hanno vissuto
seguendo le Leggi. Uno splendido giardino, con alberi dai frutti d’oro
e fiori di colori sconosciuti agli occhi mortali. Una valle luminosa,
dove ognuno ottiene la felicità, circondato da ciò che
più ama. Talvolta questi spiriti benevoli si manifestano nel
mondo, come miraggi, portando la loro luce dove essa viene evocata
da fede e bisogno sinceri. Alcune anime invece, scelte da Themis,
ricevono un nuovo corpo e una nuova vita per percorrere nuovamente
il mondo mortale, al fine di servire la Dea e il suo Disegno con la
saggezza accumulata nella vita precedente. Portatrici di conoscenze
arcane svelate loro dalla Dea e legate strettamente all’Esistenza,
esse sono chiamate Anime Antiche.
I
Simboli della Dea
La
Sorgente
La Terra di Extremelot su cui la Dea posò lo sguardo è
il materno grembo di uno dei Suoi più suggestivi simboli: la
SORGENTE.
E come da labbra che mai smettono di parlare, dalla Sorgente sgorga
acqua che è fonte di nutrimento, limpidezza di pensiero, forza
dirompente. Essa lambisce, liscia, penetra, scava ed infine dirompe,
guizza, scorre, travolge, colma.
E così la parola di Themis plasma il nostro animo, ne smussa
le spigolature, rimargina le ferite , dona speranza, riporta energia
e gioia di vita, placa i sensi di colpa e allo stesso tempo infierisce
su ciò che è Male.
Chiaro riflesso di ciò che la circonda, la Sorgente rappresenta
quello che di puro, e allo stesso modo potente, risiede nell’animo
delle creature amate dall’ Io supremo. Per questo è stato
eletto, nel corso delle ere, come uno dei simboli prediletti dai Figli.
Una Fonte incastrata nella roccia dona al viaggiatore stanco riposo
e conforto, anche solo alla sua vista. Similmente le anime sofferenti
e alla ricerca della Luce trovano nella Parola della Dea la serenità
e la pace del cuore che solo Lei sa donare.
«Purifica
il mio spirito
fortifica la mia volontà
nobilita il mio cuore
Themis Madre, fiume dei miei pensieri.»
La
Luna
Fin dai tempi più antichi la Luna ha ispirato venerazione negli
uomini, e la sua pallida luce argentata ci ha illuminato e rassicurato
per infinite notti, mentre il pieno splendore del plenilunio ha scaldato
i nostri cuori, ricordandoci il ventre gravido della Dea che è
Madre di ogni cosa. A lungo la Dea si è manifestata ai mortali
attraverso le Tre Lune Sorelle, osservando e guidando le sue creature
per loro tramite. Ciò sancì e rafforzò il legame
della Madre con questo simbolo, poiché ogni volta che un fedele
alzava gli occhi al cielo, riconosceva nella luna visibile l’amato
volto di Themis.
Nelle cicliche trasformazioni della Luna gli antichi vedevano inoltre
il continuo mutare, proprio anche della Dea, che pur assumendo molti
aspetti e svelando di volta in volta solo una piccola parte della
sua grandezza, rimane sempre la stessa: eterna e immutabile perfezione.
Perciò il luminoso astro d’argento, con le sue tre principali
fasi, è stato assunto come simbolo* della Dea, a rappresentare
anche il cammino che tutte le creature mortali compiono e lungo il
quale Themis ci è costante guida e compagna:
La nascita e la crescita, ovvero la Luna crescente, culla dei sogni;
La pienezza della maturità, ovvero la Luna piena che annienta
la notte;
Il declino e la morte, ovvero la Luna calante, bilancia e falce della
vita.