I Canti dei Bardi

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I Soli e le Lune di Lot

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Il castello avvolto dalla foschia,
sul crinal de' Monti incorniciato,
introduce della Storia la magia
ed il Mito lottian tanto amato.

Quell'eran tempi in cui noi Saggi
solcavam i sentieri delle vallate,
tra boschi d’olmi, querce e faggi,
silenti e con l'orecchie spalancate.

Dopo diverse ore di cammino,
vicino al maniero ci fermammo
a goderci il sole e un riposino
ed il grande castello osservammo.

Vedemmo le torri, il fosso e le mura,
i sassi ch'avean cambiato i colori,
diventati quelli della Natura
e giganti rettili nuotatori.

Ma c'era un altr'essere nel fosso,
tanto grande da non potersi girar,
che sorvegliava il portone sì grosso!
Forza agl'altri rettil potea donar!

Ma dal castello uscì di gran lena
un cavalier in un gran polverone!
Il su' destrier per andar forte mena
e presto scompare il capellone!

Il portal si chiuse e nessun apparve,
ma il nostro Sommo Althair sorrise,
il dubbio e la certezza comparve
nelle sue sensazioni divise.

Dopo un'ora il cavalier tornò,
il porton s'aprì, ma la sua schiena!
Un animale o un branco affrontò?
Di gran strisce di sangue era piena!

Il silenzio tanto amato regnò
tra noi, per comprender la visione,
ma l'ombra il morente giorno segnò
e il nostro gruppo lasciò la magione.

Il Sommo, però, pensieri gravi avea
e si voltò ancor verso il castello.
Una luce intermittente splendea
negli occhi dell'immenso ostello.

Ombra od uomo le finestre sbarrate
non potea passar e il Sommo sì riprese,
lasciando le nostre domande nate
da tanta sorpresa sol disattese.

Fu solo question di tempo ché il bastone
dopo poco batté a terra e rispose
fatalmente alla strana questione
e alle domande da tension rose.

"Conosco tutto dell'uomo ferito"
disse Althair "Egli abita qui!
Vederlo non è buon segno! Un mito
credevo io! Si chiama Equilibrio, sì!".

Nel nostro brusio il Sommo continuò:
"La Genesi Voi studiate e l'amore
che diffonde in quello che creò,
ma esso nasconde grande dolore!

Nella verità a tutti mostrata
c'è la lotta fra il Bene e il Male.
Nel quinto passaggio è illustrata
la creazion nata dal ludo! E' reale!

Sol e Pos, i due Soli gemelli, nacquero
insieme a Luri, Neft e Uri, le Lune
dal gioco che Themis e l'Io fecero,
certo, Saggi, non avete lacune!

Ma Themis vide la Fede mancata
e la rabbia, con la furia materna
del Padre l'essenza or sprofondata
nel nucleo d'Extremelot posero eterna.

L'affondar dell'Io creò grandi tempeste
con ira dalla divin bocca plasmate.
Caos la novella creazion investe!
Le Lune con i Soli son allontanate!

Il buio fece impazzir le piante
e gl'animali, sì Themis, commossa
dalla sua bontà, unica fra tante,
Sol e Luri richiamò dalla fossa.

Così l'agognata luce ritornò
e Pos, con Uri e Neft, rimase fuori
dall'ellisse di rotazion ch'ospitò
Sol e Luri, del ciel di Extremelot cuori.

Questi le Tenebre dovevan scacciar,
quando Sol e Luri a nascondin giocavan
e non potean il ciel illuminar,
ma la gelosia e l'invidia nascevan!

Pos e le due Lune, luce ed esplosioni
usavan com'arma nella battaglia
e la buona Themis alle ragioni
li volle portar mentre il ciel si squaglia.

Ma Pos nel suo cuor avea malvagità
e così la Dea terminò la guerra.
Pos il gemello Sol più non vedrà,
nebbia or sorge tra loro e la terra".

Un confratello chiese: "E il cavaliere?".
Così il Sommo c'accontentò: "La pace
Themis pose tra le stelle guerriere,
ma qui c'è il Mal che oscuro tace.

Ella sì pose la nebbia anche qui,
ma non tenne conto dei forti venti
che dissolvevan la fitta rete, sì
e lasciavan passar l'orde possenti".

Althair indicò i Monti lontani.
"Ci toccava risolver il problema,
ma la Dea aiutò noi, i Guardiani
della sua terra e del suo emblema!

Ella favorì il grande incontro
fra Bene e Male con due loro figli,
che Bradamar Stone generaron! Contro
l'esercito paterno fuor gli artigli!

Quando Bradamar vede al mattino
la nebbia dissolversi egli parte
per ricucir la rete un pochino
e rimischiar del Destino le carte.

Stone è però anche figlio del Male
e sente l'influsso delle due Lune,
che giran intorno a Pos. E' normale
però che esse sian solo alcune.

Anche Luri, infatti, ha influsso
su di lui ed egli continua a mutare.
Egli è il Mannaro ch'argina il flusso
che è, però, destinato a tornare.

La storia fu fermata dal rapace
grido del volatil cacciator. Preda
negl'artigli per i piccoli e fugace
volo l'arcano racconto non leda!

Il castel di Bradamar mai fu visto
e da immemorabil tempi s'erge.
Egli vive qui, solitario e tristo,
nel dolor che licantropia l'immerge.

Così come il mar lo scoglio rode,
dal Male il Mannaro è distrutto.
Egli è stritolato dalle code
della bestia che dell'odio è il frutto.

A Lot solo i Maghi vedon le Lune
sorelle di Luri e se ogni Veste
è votata ad una, se alcune
scompaiono la Peste è vicina!

Se l'Equilibrio cadrà sotto l'ira
ogni Veste vedrà sol la sua luna
e sarà il Caos che il vento spira
e la possibil fine sarà sol una".

Un tuono senza lampo Althair fermò
e la pioggia ci fece andar via,
ma il Sommo per un po' nel buio restò,
alzò il cappuccio e seguì la nostra scia.

Ci guardò, non era impaurito
e sicur del sentier da prendere,
c'oltrepassò e s'incamminò spedito,
ferma guida al nostro riflettere.


(Liberamente tratto dal Mito omonimo depositato presso la Biblioteca dei Detentori dell'Arcana Saggezza)


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Bardo Cantore Eldrow

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