Canzone per Lady Jauja

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Dolce luna, tua falce lucente
è arma al mio cuore sì diletta,
feriscimi con l’amore vincente
che ogn’or travolge e animi pervade.

Splendida fu sempre la bianca mano
su lei, voce tua prediletta,
che mai alcun preghiera invano
a lei giunse da chi poi evade
il confin che traccia l’amor ch’invade.

E mai più si potrà decantare
senza lasciarsi ancor incantare
dall’eburnea, maestosa beltà
di colei che è fonte di purezza.
Lascia che ’l mortal in lei si perda,
ch’ogni fugace passion si disperda
solo sia contemplazione eterna
e abbandono d’ogni amarezza.

Dolci i lineamenti, e fierezza
nel portamento, figlia della Luna,
caldo sorriso, la voce è carezza
per chi le porta il suo lamento.

Tenera sposa per l’uomo mortale
che non teme difficoltà alcuna
luminoso strale, luce vitale
che sempre sì splende nel firmamento.

I giorni raccolti, perle splendenti,
i volti innocenti, fiori ridenti,
donati alla Dea, Dama del Cielo,
Madre del Fuoco, del vento Signora.

Posato lo sguardo, ardente voce,
fiume di preghiere e loro foce,
donate un poco di quest’amore
all’uomo stolto ch’amore ignora.

Ignora quanto l’alba sia bella,
quanto fugace sia questa vita
non sa che nel ciel risplende una stella
anche quando ’l buio ormai regna.

Ascoltate, ancora nel loco distrutto
echeggia la voce d’una vestale
ed anche se or tutto è in lutto
ancor di speranza l’aere è pregna.

Fa ch’io possa un dì essere degna
di calcare questi luoghi ch’agogno,
dove ricordi s’intrecciano al sogno,
e una voce riluce lontana
guida celeste di occhi incerti
verso ciò ch’arde sempre in eterno,
verso quei luoghi senza l’inverno,
camminando ora su questa terra
seguendo l’orme dei passi certi.

Passi certi di guida amorevole
qual lei fu per la Casa Splendente,
e teologa autorevole,
libro divin ai mortal donato.

Or ad altra la torcia ha ceduto,
nuova voce ha or la Rilucente,
ma lei sa di non aver perduto
grazia da coLei che ha amato.

Cantate, spiriti, coro solenne,
una lode al Ciel salga perenne,
cantino gli Avi, nobili schiere,
non è il suo già un abbandono,
ma il seguir della Madre ’l comando
altri compiti le van affidando
e splendida resta lei in ogni caso
celebrata da quest’immortal dono.

 

~Pantesilea~