LA STORIA DI LOT
Nuova Lot - Il Sogno di Dania

... E mentre la Luce iniziava un necessario cammino, c'era qualcun altro che s'apprestava a muovere il passo.

Qualcuno che, al contrario del fuoco di Themis, aveva riservato braccio ed anima all'opera devastatrice di Simeht.

Seguendo l'insegnamento del suo dio, l'Empio Magno si era spogliato di ogni indecisione, lasciando alle spalle un Ducato soggiogato al potere dell'Ombra e, come il Lucifugo stesso ebbe a confessare "... ho mosso i miei passi fra le paludi della tua casa, verso Nord, ma lontano dalle Mura del Granducato che ora è tua dimora.
Ho attraversato i Mari ed innanzi a me scorgo distese di ghiacci perenni, gelo e raggi di luce trafiggono le mie carni come perfide lame; ho nutrito me stesso con linfa di ratto per non cedere al torpore, mio Signore, è questo che vuoi per me?"...

Ma gli avvertimenti di Simeht non erano giunti solerti e chiari, come l'Empia Voce s'era auspiacata...
Tra la desolazione di un mondo sconosciuto, il timore e l'incertezza s'erano di nuovo fatte largo, squassando il petto dell'Adepto dell'Oscurità, infondendogli la paura di essere stato abbandonato.

Passi mossi in sinistra simbiosi, quindi, quelli di Magno e di Yerle.
Opache visioni di un futuro che potesse battere con decisione il destino di entrambi, e, nel contempo, del Ducato stesso.

Quesiti su cui meditare.
Soluzioni da trovare.
Luce da infondere.
Sempre che la macchia scura dell'Ombra di Simeht non avesse forza sufficiente a spezzare i desideri.

Sempre che il gelo del Caos e della Distruzione non soffiasse sul piccolo focolaio dell'Unica.

A tal dimostrazione, mentre il presidio al Palatium da parte degli Scorpioni procedeva incessante, mantenendo il controllo sui reclusi con una morsa degna della tenacia del dio Oscuro, abile nel propagare il suo dogma parimenti alla Dea, il passo per il possesso della Cittadella, ebbe un ulteriore, seppur minuto, scossone.

Nelle sei ore successive all'apice del sole, in quel lontano 30° giorno del III mese, la difesa della Corte fu messa a dura prova dalla sporadica apparizione di un gruppo di quelli che furono identificati come appartenenti alla razza dei Demoni.

I militi ed i Dragoni, a protezione del Palazzo, furono costretti ad incrociare le lame con gli assalitori ed anche se entrambe le schiere riportarono leggere ferite, fu il significato dell'affronto che lasciò segni più profondi.

La stabilità di un auspicato sbocco alla fine del conflitto venne tormentato ancora una volta.
L'ansia del continuo scontro... il timore della mano di Simeht... il fuoco che ardeva ancora nello spirito di chi, sconfitto o vittorioso, sosteneva la propria fede, non accennarono a lenirsi.

Deboli sogni...
Prepotenti utopie...
La guerra cresceva, sadica e cruenta.
I pianti continuavano e la madri stringevano fra le braccia i corpi senza vita dei propri figli.
Non sembrava esserci termine alla sofferenza, e tutto s'avvolgeva nello spiraglio di spietato bisogno di prevaricare l'uno sull'altro.
Le antiche guerre di Razza avevano impartito ben poco, alla ragione dell'umana mano che ora calava immonda su una terra rossa.
La pazzia che sfregiava i discernimenti di chi guidava le forze, toccava vette mai neppure sfiorate in passato.

C'era, nella considerazione generale delle cose, una sorta di maniacale protesta al senso di severa equità che aveva legato, nei tempi andati, la furia dell'azione, per quanto fondata od infondata potesse essere, all'usurpazione della libertà di dialogo vera e propria.

Cosa frenava la lingua delle Fazioni in ballo a vantaggio di un'istintiva lama che, perennemente, fuorviava il confronto?
Il dio Oscuro e la Dea Madre...
Simboli... o veleni... di un mondo che stava mutando le radici in maniera irreversibile.

Ebbe eloquente senso, riguardo alla speranza dei sostenitori di Themis, il sogno della Dama Maggiore Dania, nella notte del 1° giorno del IV mese.

Nel turbolento scenario del Ducato, tra le urla di sangue e fiamme, un cenno di serenità piegò le labbra della Dama, avviluppata dal tepore della luna, quando il verbo del Conte Erik edulcorò l'Animo della Signora, consegnandole il calore della fiducia, dell'ottimismo e della fede.

Nella pubblica Bacheca furono resi noti i passi salienti della visione, curati dal Precettore dell'Ordine delle Rosae Spinae, Lady PiccolaStella, sottolineando il delicato compito affidato dal Conte alla Dama di "... spronare i Lottiani perchè si oppongano alle risoluzioni del nuovo Governo e perchè contribuiscano al ritorno a Lot dell'unico vero culto, quello per la Dea Themis."

Riallacciandomi all'eloquenza del sogno di Dama Dania, l'importanza di questo si riassume anche nella conseguenza a cui esso condusse.

Il risveglio della Signora, infatti, fu caratterizzato da una ferma decisione.
L'Ordine delle RosaeSpinae, da allora, avrebbe nuovamente marcato i suoli aperti del Ducato, come in passato, a discapito della minaccia del Governo di Thorm, alimentando le tradizionali possibilità di offrire le ambite Tavole del Sapere ai lottiani meritevoli.

La presa di posizione dell'Ordine, fu il primo di tanti piccoli e significativi passi che, di lì a pochi giorni, avrebbero gradatamente oscillato nelle viscere del Granducato.

Come il tuonante ed improvviso grido di riscossa degli Alleati fedeli a LA ROCCIA, soffiato a mani chiuse da un anonimo Araldo, fattosi portavoce dell'insofferenza di quanti, esiliati alla Vecchia Torre, ribbollivano al desiderio di rivalsa:
" Questo Governo Ingiusto che lascia impuniti stupri, sequestri ed efferati omicidi va risanato ad ogni costo!
MORTE e CARESTIA: questo il Governo di Simeth elargisce ai cittadini del Granducato!
Quale Governo Giusto potrebbe desiderar tale scempio per il proprio Popolo?
Uniti e Compatti avremo presto l'occasione per riprendere ciò che la Follia del Conte ci ha così brutalmente strappato: la nostra LIBERTA'!"

Oppure come l'agognata liberazione di Lord Jigoro, il Cartografo che tanto necessario, con la sua attenta e curata opera, era al benessere del Paese, resa pubblica dalla figlia del Detentore, il Depositario dei Segreti della Storia Lady Valuccia:
" ... oggi, Anno VII - Mese IV - Giorno I, verso il ventunesimo tocco io, Depositario dei Segreti della Storia Valuccia in compagnia del Praecipuus Difensore Gaalad ci recammo presso la radura, indicatami come punto d'incontro dal Necromante Consigliere Reptile....
... L'attesa fu snervante...
... Si udirono in lontananza dei rumori, che richiamarono subito l'attenzione del Praecipuus, passarono alcuni istanti, prima di vedere i netti lineamenti della figura: il Necromante Consigliere, si avvicinò con in spalla, il provato Jigoro che posò a pochi passi da Noi ed i nostri destrieri..."

O, ancora, come la forzata ospitalità del Primo Necromante Marduk presso il Governatore GLAUDIUS:
"Rimarrà in un appartamento protetto appositamente arredato per lui, controllato giorno e notte.
...Presto sarà interrogato, la mia parola che nulla gli sarà fatto."

O, infine, come l'inaspettato esito del duello tra la Marchiata da Themis, Signora Wolf e il Kether dei Laimos, l'allora Cavaliere Nero della Distruzione, Lady Vilidia.

"... poco prima che si decretasse il vincitore...quando entrambe le contendenti erano a terra esauste dalla fatica, dal caldo e dalle numerose ferite che ambedue avevano riportato... La creatura alata planò e con gesto fulmineo catturò Wolf. portandosela chissà dove... ", passo direttamente tratto dalla cronaca di Sir Elvian Legolas Nailo, testimone dello scontro.

Non fu chiaro, in principio, chi fosse l'artefice di tal opera, ma, dalla falcata che condusse il rapitore alla volta delle due dame in lotta, non s'ebbero troppi dubbi sulla sua appartenenza ad una ben definita Razza alata.

Dubbi solertemente infranti dalla pubblica dichiarazione, qualche tempo dopo, di Lord Yukio Shiranui Mishima, Sicario del Drago della Morte.

"Oggi all'Arena del Sommo Ade, la Signora di Lot Wolf, fu Gran Priore del Leone, è stata presa in Consegna dalle Schiere del Divino Drago della Morte.
Dopo aver atteso la regolare fine della disputa, come le Regole del Sommo Ade esigono, nel pieno rispetto dell'Onore dei due Contendenti, la Mia Compagna è calata sul suo corpo provato, facendola propria."...

Prive di incertezza, le sue incisioni...
Colme di "rassicuranti" pretese di ospitalità, le sue intenzioni...

E se l'azione fu un ulteriore e drastico pretesto per pavoneggiare l'indiscutibile supremazia, nei cieli come al suolo, di una stirpe tanto pericolosamente potente quanto innegabilmente misteriosa, il gesto improvviso e sicuro... "Un Dono di Tutti noi, Sicari, al Nostro Tiranno", come ebbe a sottolineare il Compagno di Ilian Dracarys, Drago Rosso Maturo, sancì, per l'ennesima volta, il predominio del Caos tra le vie del Nuovo Ducato che non sembrava voler affrettare il tempo di una sua rovina...

Glenyller - Depositario dei Segreti della Storia