Numero 16 |
Anno VI - Mese 9° di Lot |
~~~ Le Gesta di Lot ~~~
CAPITOLO 4
Alla volta del Castello
Una nuova avventura attendeva i nostri Saggi, ritrovatisi insieme a Leoni, Paladini, Maghi e Cerusici alla Rocca, aspettavano di ascoltare le direttive del Sommo Detentore Althair.
Le disposizioni furono chiare: il gruppo si doveva dividere in due. I Paladini, con l'appoggio del Cavaliere Votan, del Difensore Skira e della Guardia dell’Ade Lucifera, sarebbero partiti per primi formando una sorta d’avanguardia insieme al Precettore dell’Infante Anastasija ed al Detentore delle Antiche Tradizioni Arkon. Questo primo gruppo dopo alcune raccomandazioni, risoluto, s’incamminò.
La compagnia restante sarebbe rimasta insieme al Sommo Detentore e si sarebbe messa in marcia in un secondo momento.
Il cammino dell’avanguardia non proseguì in maniera tranquilla, anzi tutt’altro; durante il loro tragitto, attraverso un sentiero che la neve ricopriva di un soffice manto bianco, i nostri valorosi furono sorpresi da tre grossi Goblin. I Paladini Knoor, Jojo e Gufo li affrontarono con prontezza, ferendo a morte due di loro e lasciandosi sfuggire solo il terzo.
Più indietro, intanto, il gruppo guidato dal Sommo Althair procedeva, quando, all’improvviso, in lontananza una strana figura attirò l’attenzione; dai suoi movimenti s’intuiva che era chiaramente impaurita, fuggiva da qualcosa o da qualcuno e le domande: “Chi sarà mai? Da chi starà fuggendo? E perché?” attraversarono le menti degli appartenenti al gruppo.
La distanza che divideva la compagnia dalla misteriosa figura, lentamente diminuiva, rendendola sempre più nitida ... gli sguardi si fecero sospettosi e la prudenza che guidava le menti fu richiamata da un urlo: «Goblin!». Era il Goblin sfuggito all’avanguardia e la sua fine era solo stata rimandata di alcuni minuti. Dopo un sospiro di sollievo per il brutto incontro appena avuto, il gruppo proseguì.
Nell’avanguardia, il Paladino Jojo, ferito durante l’attacco, una volta medicato dalla Cerusica Panarea, facente parte anch’essa della spedizione, coraggiosamente decise di proseguire insieme ai compagni lungo il sentiero. Il cammino proseguiva, gli alberi ai lati del sentiero iniziarono a diradarsi ed il primo gruppo si ritrovò in una gola, sempre più stretta man mano che si proseguiva e con ripide le pareti di roccia a far da scenario.
Le folate di vento, incanalandosi nella stretta gola, portavano con sé molta neve. Il freddo aumentava sempre di più, ma mossi dalla ferma convinzione nella loro missione i nostri avanzavano non curandosene quasi, tanta era la loro concentrazione su ciò che li circondava. Era una zona pericolosa, in cui sarebbero stati facile preda di malintenzionati ad ogni loro minima distrazione.
Per un lungo tratto il sentiero si restrinse ancora, costringendo così il gruppo a procedere in fila indiana; poi, dopo una svolta, tornò ad allargarsi dividendosi in due viottoli. Il primo, a sinistra, s’inerpicava in mezzo a delle rocce. Il secondo, a destra, sembrava scendere verso valle.
Dopo attente riflessioni, decisero di percorrere il sentiero a sinistra, lasciando però dietro una freccia sul terreno disegnata con dei sassi, come segno del loro passaggio e aiuto per i Compagni guidati dal Sommo Althair.
Percorso il sentiero si ritrovarono all’imbocco di una piccola radura. Nel piccolo spiazzo centrale sei Goblin, intorno ad un fuoco, intenti a divorare la carcassa di un lupo. Per poter proseguire lo scontro fu inevitabile. Il clangore metallico delle spade sguainate echeggiò sinistro. Con la benevolenza della Dea Themis, lo scontro fu però breve e si concluse a favore dell’avanguardia.
Stanchi per il cammino, provati dallo scontro e con qualche ferito da medicare, decisero allora di attendere in quel luogo il resto della spedizione.
Qualche miglio più indietro ai componenti del secondo gruppo giunsero gli echi dello scontro, Althair li spronò ad affrettare il passo per raggiungerli più in fretta possibile. All’uscita della lunga gola, gioia e speranza illuminarono i loro sguardi nello scorgere, all’orizzonte, figure familiari in attesa sul sentiero. Finalmente i due gruppi si riunirono, gli animi si rallegrarono e una nuova iniezione di forza si insinuò nei loro spiriti.
Ma il tempo era tiranno, il cammino doveva proseguire; la radura spaziava ad Est su un altopiano, passarono solo pochi minuti ed alcune macchie più scure apparvero in lontananza, provenienti da un Castello che si stagliava tetro sul filo sottile dell’orizzonte. Figure minacciose avanzavano veloci e bieche, il rumore delle loro cavalcature era insopportabile, assordante, erano Orchi e Goblin, il corpo di guardia scelto nominato nel Manoscritto. Indossavano pesanti armature di colore nero ed anche i loro destrieri erano coperti da analoghe bardature. Al solo vederli avanzare anche il cavaliere più temerario non poteva rimanere immune dal provar timore.
La loro velocità era impressionante, la compagnia ebbe solo pochi minuti per organizzare la difesa ed evitare di essere spazzata via. Le urla dei nemici, ormai vicinissimi, li fecero rabbrividire; questa volta fu l’intervento delle Maghe Starmelt e Chrystal ad essere risolutivo. Le due Dame si estraniarono da quel che accadeva concentrandosi, protesero le loro mani verso gli Orchi ed i Goblin e, guardando dritto nella loro direzione, castarono **Charme**. L'incantesimo scelto dalle Maghe rendeva le vittime confuse e pronte ad ascoltare i comandi, facendogli credere di essere al sicuro tra amici. Una volta pronunciata la magica formula, la Maga Chrystal iniziò a parlare agli Orchi e ai Goblin, ordinando loro di ritirarsi.
Due Goblin si arrestarono alle parole della Maga e, guardandosi intorno disorientati, ripresero la via da dove erano giunti; ma qualcosa aveva disturbato l’incantesimo. I rimanenti assalitori, infatti, attaccarono e uno di questi colpì Chrystal facendola cadere.
Ma l’incantesimo diede comunque il tempo ai combattenti della compagnia di prepararsi adeguatamente allo scontro. I nemici iniziavano a cadere sotto i colpi furiosi dei Paladini e dei Leoni, il Difensore Skira protetta da un grande scudo e ferma in difesa dei Saggi con larghi fendenti si aprì un varco tra gli assalitori, ferendo mortalmente l’unico tra questi che ebbe l’ardire di fronteggiarla.
Dal Castello in lontananza s’udì giungere un lugubre lamento, si pensò ad un richiamo, poiché i Goblin rimasti si voltarono in sua direzione. Poi gli occhi acuti degli Elfi presenti videro sulle mura del Castello un’ombra ed un nuovo grido echeggiò nell’altopiano.
Gli occhi d’ogni membro della compagnia erano ora fissi sul Castello; la Maga Starmelt avanzava verso di esso come rapita, Althair si voltò verso di lei e prontamente fermò la sua avanzata.
La figura sulle mura alzò il braccio verso le sue truppe, una voce ripeté un secco comando; gli Orchi ed i Goblin rimasti voltarono le loro cavalcature e, rapidi, tornarono al Castello. Una fitta nebbia stava avvolgendo quel luogo e sul campo di battaglia calò un silenzio surreale.
Numerosi erano i feriti tra i membri della spedizione, continuare sarebbe stato insensato, tentare di entrare nel Castello impossibile. Althair decise allora di tornare indietro il più in fretta possibile e chiese a Starmelt se era nelle condizioni di aprir loro un portale magico in grado di riportarli a Lot. Una volta giunti nel Granducato facendo tesoro di quell’esperienza avrebbero approntato una nuova e di certo più adeguata spedizione. Alla riposta affermativa della Maga, un sorriso si disegnò sul volto di Althair, un mormorio d’approvazione si levò tra le stanche fila della spedizione.
Le braccia di Starmelt si alzarono al cielo, la magia affluiva in lei con vigore e alle parole: **Portale ... Granducato di Lot ... Rocca dei Venti** tutto il Gruppo si sentì trasportare da questo potere, mentre la pianura spariva dalla loro vista.
Un tempo imprecisabile ma comunque breve ed erano tutti nuovamente a Lot, al sicuro. L’aria familiare del Granducato non fece che accrescere in loro il desiderio di allestire presto una nuova spedizione da portare, questa volta, a termine con successo.
Valuccia, Depositario dei Segreti della Storia
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