Questa è la storia di un giovinotto di nome Lewiser,nome che,i suoi amici contrassero in Lew quando giunse nel Granducato di Lot.
Fu affidato inizialmente alle cure di un ufficiale di cavalleria dal padre, il Duca di Redwall.Crebbe in un avamposto di confine tra i canti dei soldati e il cozzare delle armi durante le esercitazioni.
La vera passione di Lew però,erano i libri: amava scrivere storie che raccontarle ma,soprattutto aveva il desiderio di realizzare presso quello stesso avamposto una biblioteca,la sua biblioteca.
Lewiser divenne Ufficiale,ma per le sue doti oratorie venne chiamato a Corte come Segretario della Cancelleria. In poco tempo divenne Primo Aiutante del Cancelliere,questo lo portò a compiere numerosi viaggi lunghi o brevi,per questioni prettamente diplomatiche;in tal modo riuscì
a procurarsi una quantità smisurata di libri. Durante uno dei suoi tanti viaggi,fu richiamato presso il Castello,in quanto il Ducato era stato posto sotto assedio ma,giunse quando ormai tutto era concluso e nel suo cuore crebbe tanta tristezza per la perdita del padre durante la guerra.
L’amato padre era morto,provato da mille battaglie ma,non era sopravvissuto all’ultima e decisiva battaglia,ora,il suo corpo giaceva composto nella sua armatura,in attesa della sepoltura. Ed ecco,ora Lew,provato dalla morte del padre,una lacrima scese dal suo viso,quasi a rendere omaggio al padre,sempre amato e rispettato da lui.
Quando tutti gli omaggi erano stati resi a lui,il nuovo condottiero lasciò i suoi uomini e a passi lenti si allontanò dall’accampamento per potersi sedere su una roccia al limitare della spiaggia . Lew,in quell’istante,mentre guardava l’orizzonte cominciò a ricordare,a rammentare il suo passato, il padre…
Ricordi ben impressi nella sua mente che ora affioravano…Rammentò quanto il padre si fosse occupato di lui quando era ancora un bambino,e gli abbracci teneri e sinceri fra i due. Una piccola fitta d’angoscia lo turbò di nuovo,mentre rimembrava che non era passato nemmeno un anno da quei teneri momenti.
Tanti momenti,anche quando una fata gli preannunciò un avvenimento:

“Non sarà un cammino privo di ostacoli, ma alla fine giungerai presso il Granducato di Lot,qui chiederai ospitalità ai Nobili che lo governano,offrendo in cambio i servigi della tua compania”

Giorni lieti e giorni tristi. Tutta una parte della sua vita nel momento in cui aveva rivisto suo padre gli era tornata alla mente.
E si rivide passare lunghe ore nella Biblioteca dei Detentori Dell’Arcana Saggezza ad occuparsi di libri e di astruse ricerche,la mente piena di sogni ed avventure da vivere,finchè non se n’era andato,in cerca della sua nuova strada.Durante il periodo di Detentorato,Lew,fu fondamentale in una precisa occasione,quando il Gran Consiglio dei Detentori a cui anche lui partecipava assieme ad Althair,Faxa e Nagual decise di istituire il famoso “Gruppo Alpha”,un settore che aveva come scopo fondamentale il reclutamento e l’insegnamento del ruolo che i Detentori stessi avrebbero dovuto assumere all’interno del Granducato.

Il sorriso di Elenantinea balenò per un attimo nei suoi occhi e pensò di aver trovato la giusta strada nei Sensali,ove aiutava l’amica a farsi strada e a consolidare la Gilda ma,lui altro anelava,e così aveva lasciato la Gilda.

E poi il sogno lungamente vagheggiato che divenne realtà: nella sua mente affirò il ricordo dei giorni in cui era stato Pendrawen dei Cavalieri Erranti da lui stesso fondati,la fratellanza,l’unione,la forza,qualità d’ogni cavaliere,lui fiero di essere ciò a malincuore lasciò i fratelli che,sempre lo avrebbero stimato e rispettato.Lui stesso dopo aver combattuto tante battaglie,riconsegnò il prezioso monile a forma di mezzaluna nelle mani del Conte Thorm,la forza della dea Themis,grazie a Lew e ai Cavalieri Erranti era di nuovo viva.

Rammentò di avere vagato senza meta di terra in terra fintanto che l’Augusto Conte Thorm,prima dell’inopinato scontro con Il principe Cratere,lo chiamò a difendere la Corte di Giustizia in qualità di Giudice. Un Anno e mezzo di lavoro,paziente e meticoloso che a volte l’aveva portato a scontrarsi con chi della Giustizia aveva un parere del tutto personale.La caratteristica principale di Lew,anche da Giudice,era quella di non girare mai senza la sua fida spada Tefnut ma quest’ultima era solita scucire l’orlo della toga e così le entrate in tribunale il più delle volte era accompagnate da un inciampare sulla toga.

Durante il periodo in cui Simeht stava prendendo piede nel Granducato infatti,Lew,si oppose in maniera forte a Simeht,e assieme a lui anche il Supremo della Corte di Giustizia la Signora Eliusa.
In seguito passò nelle Guardie,e la cosa strana è che non aveva mai l’elmo sul capo,bensì lo teneva sempre attaccato alla cintola,nonostante le diverse sgridate e punizione che ebbe.

Anche quella missione era compiuta per l’audace Lew…e ora rifletteva sul da farsi..cosciente delle sue scelte.

S’alzò così dal masso su cui era seduto e ritornò presso l’accampamento,ove salutò tutti,congedandosi.

Prese la sua roba e salì a cavallo,dirigendosi verso il Granducato di Lot con un canto che risuonava nella sua mente come un eco perpetuo:

A torme, di terra passarono in terra,
Cantando giulive canzoni di guerra,
Ma i dolci castelli pensando nel cor:
Per valli petrose, per balzi dirotti,
Vegliaron nell`arme le gelide notti,
Membrando i fidati colloqui d`amor...