Molte sono le vicende di cui si può narrare a proposito di questo personaggio.
Molte le implicazioni storiche delle sue azioni.
Però ho scelto di narrarne la vita: un lungo cammino verso il Supremo Potere.
Non è stato facile. Perché questo personaggio non ha memoria e allora quello che io ho messo insieme sono dei frammenti raccolti in giro..Frasi, pezzi di discorsi.
Negrito era di razza nanica, ma non un semplice nano: come ho appreso dalle sue parole era un Duergar. Perplessa chiesi a chi poteva saperne più di me, cosa significasse la parola Duergar e la risposta fu semplice e illuminante:
“Pensate alla differenza fra un elfo e un drow; è la stessa che c’è fra un nano e un duergar”
La natura malvagia del nano avrebbe indotto chiunque a pensare che egli avesse da subito intrapreso la via del male ma non fu così. E allora cercai e trovai questo:
“Una razzia in superficie gli portò via i genitori che era molto piccolo. Fu cresciuto dagli elfi nei boschi e tutti lo ritenevano un nano tranquillo e pacato”
Il mio interesse cresceva di attimo in attimo, di ora in ora: nottate intere a cercare fra le vecchie pergamene. Giornate intere a mettere in ordine i pochi elementi che avevo. L’incontro con una persona che rimarrà anonima per suo volere fu una salvezza per me.
“Giunto a Lot scelse la via della medicina, entrai nei cerusici e sposò un’elfa bellissima, Tintalle. Non gli mancava nulla ma un giorno…”
Una breve pausa in quel racconto e lì non seppi trattenermi. Dalla mia bocca uscirono queste semplici parole “Un giorno?” e rimasi di nuovo in ascolto; le mie guance si colorarono di rosso vivo, la mia sete di sapere mi portò ad essere indiscreta, ma è il mio lavoro..E lui rispose:
“Un giorno era ai giardini delle Delizie con la sua sposa e degli orchi la puntarono, la violentarono e la uccisero dinanzi ai suoii occhi”.
Il mio cuore ancor si stringe a riportar quelle parole e nella mia mente i tasselli della vita di questa personalità a poco a poco sembrano collegarsi. Un’altra domanda, ormai ero in ballo, ormai la narrazione era cominciata e per nulla avrei rinunciato ad arrivare in fondo. “E poi cosa accadde?” Poche parole, ma era il mio volto ad esprimere tutto il mio interessamento.
“E poi la crisi fu profonda. La sua vera natura iniziò a pulsare in maniera devastante. In tutti i modi cercò di riportare in vita la moglie ma si accorse che coi suoi mezzi non ce l’avrebbe mai fatta. E così abbandonò i cerusici”.
“Per scegliere la via della Negromanzia?” Ormai il suo racconto si era trasformato in un dialogo botta e risposta. Il mio obiettivo era manifesto dall’inizio e lui sembrò apprezzare il fatto che seguivo con interesse e attenzione quel racconto.
“Fu uno dei primi ad accostarsi alla Negromanzia.. La sete di sapere e il desiderio di riportare in vita lei lo portò in quella direzione. Ma la sua natura duergar nuovamente prese il sopravvento e ne fu cosciente..Si rese conto che non gli importava più di nulla se non del potere e della Conoscenza Suprema.
Di nuovo sentii un tremito provenir dal mio profondo.
“Da quello che so da miei studi precedenti egli sposò Carpathya” queste le mie parole alla volta di lui seguite dal solito silenzio rispettoso rotto dal ticchettìo del pennino sulla pergamena.
“Sposò Carpathya e mirò a conquistare sempre più potere finchè divenne Primo Necromante. Le resurgo passavano dalle sue mani, aveva potere di vita e di morte sul Granducato e questo potere spaventava sempre di più.”
Non mi sentii di dimandar ancora: un leggero annuir del capo per lasciarlo continuare.
“Con la diffusione della Morte Nera tutta Lot comprese sulla propria pelle il potere dei Necromanti. Si rischiò il genocidio ed i Necromanti vennero banditi .La guerra fu inevitabile, perchè i Necromanti in risposta bloccarono le resurrezioni, con i morti che non tornavano più in vita presto il Granducato sarebbe diventato un grande cimitero, i necromanti potevano venire uccisi e tornavano in vita e tutti gli altri morivano e rimanevano nell'Ade.”
Questa parte della storia mi è nota particolarmente. Nel mio pensiero scorsi le righe vergate da me medesima in altra occasione proprio a proposito della Morte Nera. Per questo non lo importunai con altre domande..Lasciai a lui agio di continuar col suo racconto.
“I necromanti non erano più nemmeno nel Granducato; furono banditi ed andarono a rifugiarsi dai Monaci di Simeht, alleati. Per questo tutti i vivi di Lot si allearono nella battaglia più grande che in sette anni di lot vidi: maghi bianchi, chierici, esercito, guardie, paladini, erranti, armata ducale e Draghi della Luce contro meno di Dieci negromanti. La battaglia finì con una decisione saggia: egli si arrese e decise di affrontare a Lot il processo. Tutti i necromanti sul campo di battaglia vennero arrestati e mandati in cella, quanto ai bastoni necromantici vennero custoditi dai Chierici, unici in grado di controllarne il potere malvagio.”
Unica parola che riuscii a pronunciare fu questa “Il processo”: altro non riuscii a dire o a domandare. La sua voce scorreva e il mio pennino anche…
“Il processo iniziò nonostante le molte fughe magiche dei necromanti dalle celle, attraverso portali mediante l'aiuto dei Maghi Neri e dell'Alleanza Nera, e si concluse con la colpevolezza dei Negromanti. Negrito, Marduk e Carpathya scontarono la pena in cella.”
E qui la mia curiosità arrivò all’apice: “e dopo? I miei studi e le mie conoscenze giungono alla fine del processo” confessai a lui con la sincerità che tanto mi caratterizza e mi porta spesso a pagarne le conseguenze.
“Arrivò il giorno in cui il potere necromantico fu così alto che lo portò alla trasformazione in Lich”
“Cos’è il Lich?” or i miei occhi incontrarono quelli di lui.
“lo scopo dei Necromanti era raggiungere l'immortalità divenendo appunto un Lich, creatura dai poteri quasi divini”
“Dunque raggiunse il Potere Supremo?” ancora incalzai con le mie domande..
“Fu assassinato da Ignoti e tornato sulla terra, ci accorgemmo che era privo di ogni ricordo sulla sua vita passata. Ricordi che a lui sono oscuri tutt’oggi |