I Racconti dei Guardiani.

Sono gli occhi di chi ha visto scorrere gli anni fra il bianco e nero di un foglio, occhi che hanno cercato di catturare nella loro luce i contorni dell’Esistenza, sguardo che a furia di far ratti fu a sua volta rapito. Eppure in quelle ombre la memoria scava, scava nel profondo.
La Biblioteca aveva avuto sempre un certo influenza su di me, tutti quei tomi, tutti quei fiumi di inchiostro ad esondare su letti d’ autunnali pergamene e quelle mani, mani meticolose. Attente. Scrupolose. Tese e protese. Avete mai osservato le mani di un Detentore? Sono una straordinaria opera d’arte esposta agli eventi, sono dita che aggrappano l’attimo e lo trattengono senza modellarlo con il calore del proprio pensare. Parlano di sacrificio, di lunghi e tortuosi cammini, di inverni a sbiancare umili sorrisi e di primavere ad ingentilire la schiena dall’ affanno.
Quell’opera mi aveva stregata, mi aveva trascinata fra i suoi movimentati capitoli e mi aveva confinata fra gli spazi vuoti. Ero la pausa fra una parola e l’altra. Invisibile agli occhi, ma così presente. Come una barriera di vetro mi issavo ogni qualvolta gli incendi dell’estate tentavano di gettare i loro lapilli su quelle pagine, su quelle mani. E quando le fiamme s’avvicinavano troppo non ero più muta, né minuta, né fragile, diventavo uno scudo di carne, armata di parola e piume di ferro. Un’ombra che abbandonava il suo silente giaciglio ai piè della quercia e si tramutava in un protettivo guanto per quelle dita che tanto ancora avevano da scrivere, e conservare, preservare e promulgare.
Ero un Guardiano, un Adepto Guardiano, quando compresi che la terra ci respira nel fiato di un altro, che camminare al fianco di qualcuno ha un significato recondito, perché in quel fianco v’è il muto racconto della fiducia, c’è la complicità di due sguardi che sanno esattamente dirsi tutto senza muovere la bocca. Un Saggio sceglie di votar la propria vita alla Conoscenza, un Guardiano ha fra le mani quella scelta, quel cuore, quella vita. Ci possono affidare incarichi prestigiosi, cariche che fan volume sulla pettorina, ma chi ci affida la sua vita, ci ha donato tutto quello che è possibile donare e ciò va difeso, protetto dall’ignoranza di una realtà spesse volte troppo cruda.
Nel guardarmi al di là del vetro sorrido, chi allora tentava di illuminare i miei occhi, non ha di certo avuto vita facile. Ricordo con non poco divertimento le fughe rocambolesche, gli scherzetti di camerata ai danni dei superiori e le punizioni. Credo d’ essere incapace di contar le volte che sono finita nelle stalle a strigliar cavalli o a spalare letame, eppure quegli insegnamenti marchiavano la mia pelle, scolpivano la mia mente, cesellavano la mia anima, permettendomi ad oggi di poter vedere oltre il visto, di ascoltare oltre il sentito.
Già, la Biblioteca della Storia, la magia di quelle mura, è bastato un istante per divenirne prigioniera, per essere riscaldata dall`abbraccio della Conoscenza e sono tuttora lì, nella parete segreta di quella stanza. Ferma, immobile, fra le ombre di uno scaffale ed un altro, fra il declivio dei libri, silenziosa, in attesa d’aver parole nuove con le quali immortalare lo scorrere del tempo.
ßℓєѕѕє∂ єи-Amaяth
Adepto Guardiano
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